"E' una stradina senza sole"

"E' una stradina senza sole" Vegia Nuara: uh libro di ricordi del bel tempo antico "E' una stradina senza sole" Da quell'antica via del Contado, ancora intatta, ma destinata forse anch'essa, come molti angoli suggestivi della città, a essere rifatta o distrutta dal progresso, un artista e un gruppo di poeti in vernacolo hanno tratto spunto per un'opera singolare (Nostro servizio particolare) Novara, 4 dicembre. Novara vecchia (e sempre nuova) alla ribalta: disegni e poesie in vernacolo. Della «riscoperta» sono autori un artista, Stefano Gorla, e un gruppo di poeti «nostrani». Insieme hanno stampato un libro intitolato «Vegia Nuora» che è stato presentato al pubblico in una mostra che è aperta alla galleria «Santo Stefano». Si tratta di 64 tavole che riproducono alcuni tra i più suggestivi angoli di Novara, molti ormai cancellati dalla furia del progresso, altri che resistono, come possono, all'incalzare del tempo. 11 professor Marco Rosei nella presentazione dell'opera dice: «Siamo grati a Gorla di queste "magiche" pause: abbiamo molto bisogno di ricordare che, accanto alla Novara che noi stessi facciamo nascere e morire ogni giorno, la Novara che 'usiamo" senza accorgercene e soprattutto senza vedere l'accumularsi dei segni inevitabili di quest'uso, esisterà sempre, ogni volta che lo vogliamo, un'intatta "Nuora" del ricordo». Come è nata l'opera? «Il primo "bozzetto" — spiega Gorla — reco la data del 1946, cioè di 27 anni fa. E' quello di via del Contado con la visione della chiesetta e dei due archi del Convitto Nazionale e del Liceo 'Carlo Alberto". In quel tempo non pensavo certamente, che sarebbe stato il primo anello di una lunga catena che mi avrebbe permesso di realizzare oggi quest'opera. Infatti l'ultimo "lavoro" è di pochi giorrd fa e rappresenta un cortile di via dell'Arietta una delle più popolose zone dei sobborghi novaresi». Con pazienza Come abbiamo detto a.dar maggior «calore» alle tavole hanno collaborato alcuni poeti dialettali novaresi: il senatore Alessandro Bermani, Luisa Falzoni e Fernanda Moro. Proprio di quest'ultima è il sonetto che accompagna la prima opera di Gorla, «la via i del Contado», una stradetta 1 ancora intatta, ma destinata. a i l o . o n forse anch'essa a essere tra-' sformata da nuove costruzioni: «... L'è 'na stradeta vegia, senso sul, - ch'Vha Ost fiori' la bela giuventù - e tanti sogn che peu hm ciapà l vul.... » Quando è venuta a Gorla l'idea di raccogliere m un libro tutte le tavole? «Nel 1970, parlandone con il senatore Bermani durante una mostra di disegni constatando che andavano a ruba malgrado lo scetticismo di mia moglie». E per le poesie? «Quando ho parlato con Bermani, l'idea gli è piaciuta e l'accordo è stato subito trovato anche per la pazienza di tutti quanti hanno collaborato ». ■ Sergio Mora ha turato nella sua tipografia la parte editoriale. «Il problema maggiore è stato quella di trovare il cartoncino adatto — precisa — e comporre il dialetto che ha fatto impazzire tutti quanti a cominciare dai linotipisti sino ai correttori di bozze. Ce l'abbiamo fatta' e spero in maniera apprezzabile essendo anche per me "un'opera prima"». Stefano Gorla, milanese di nascita ma da 40 anni a Novara, in gioventù faceva il bozzettista grafico all'Istituto De Agostini ed al suo arrivo all'ombra della Cupola è subito entrato nel «giro» dei più noti artisti cittadini quali gli scultori Pecora e Mella, i pittori Roncaglia, Galli, Borotti, Poletti, ma solo negli ultimi anni si è dato decisamente alla pittura. Problemi nuovi Anche le poesie hanno centrato in pieno l'argomento raccontando le storie della «Vegia Nuara» di ieri sino alla moderna città attuale con tutti i suoi problemi. Ecco in un sonetto di Luisa Falzoni la Novara di un tempo vista dai poeti di oggi. Presentuma Nuara stassera! Nuara vegia da cent'ani fa cunt'i so cà sbilenchi, i mur scrustà, i curnisòn ch'i crodan sutt i fece ghindi chi dagnan, càr di no- star véce. Curtil da posar cunt'i puntil in gir a-nià da fioeui, patòn stenda sui fil, curiti da sciur con atrij de cura, surbij'n tal mèss, e tant da scolma, al Menebra véce che incocu ghl'è pù. al Muntrioeu, rùfiana su nca lù, i giardin pubblica li fora dia stassion i dò gariti al fianch, siii du canton, vicul dia Cada, a dl'Arch, ge- sa di Sant fregia 'me 'n bis anca 'n tal bon dal cald. spp sta cita nostra 'nt'al temp sempar l'istess. presentuma Nuara stassera, presentuma Nuara ai Nuares! liliano Laurenzi Novara. Un'immagine della vecchia Novara 1921: il ristorante Menabrea con i suoi tavolini all'aperto

Luoghi citati: Novara, Santo Stefano