Droga: una lista che non ha fine

Droga: una lista che non ha fine Nel giro di due mesi più di venti giovani sono già finiti in prigione Droga: una lista che non ha fine Gli arrestati non sembrano-rendersi conto di aver commesso un reato e si proclamano vittime di un'ingiustizia - Inflessibile il procuratore Calabrese De Feo: "Presi uno per uno singolarmente sono bravi ragazzi, ma se si mettono insieme diventano dissennati" - XI "codice morale" che lega i fumatori - La merce viene scambiata da una zona all'altra - "Un fenomeno che desta allarme", ammette il giudice istruttore di Verbania al quale saranno passati gli atti dell'inchiesta (Dal nostro inviato speciale) Verbania, 29 novembre. Le due inchieste per gli ultimi clamorosi fatti di droga di Omegna e Domodossola, saranno probabilmente unificate e porteranno un processone con 30 e forse più imputati. Gli arrestati o indiziati di reato sono a tutt'oggi già 24. «Ma la lista — ci ha detto il procuratore della Repubbli ca di Verbania, Calabrese De Feo — è destinata ad allurigarsi». Da quando esattamente otto giorni fa, Giovanni Ferro, 22 anni, Omegna, ha venduto incautamente ad un sottugficiale di p.s. quindici grammi di hashish, sono finiti in carcere i8 giovani. Altri cinque o sei si sono sottratti all'arre¬ sto, si dice riparando all'estero. Per due ragazze proprio oggi la magistratura ha firmato gli «avvisi di procedimento». Non v'è dubbio che tra l'ambiente dei drogati di Omegna e quelli di Domodossola e Arona, vi fosse un collegamento. Era apparso evidente subito dopo l'arresto del Ferro e sei suoi amici ma se ne è avuta la certezza quando all'operazione condotta dal commissariato ha fatto seguito, ieri l'altro, quella del-tj la guardia di finanza. Se da una parte la droga scarseggiava, la si cercava nella zona vicina. E' emersa l'esistenza, in questa prima parte dell'inchiesta, di una specie di patto di «mutua.assistenza e scam¬ bio», un patto non scritto, tacito, con un suo (-codice morale». «Gianni beat», come lo chiamano, (Bruno Roncaglia, i9 anni, Arona), quasi piangeva durante - l'interrogatorio davanti al pretore Cesare Martellino. «Meno male — si era detto il magistrato — che almeno uno si dichiara pentito». Ma il giovane si è subito spiegato «pentito per aver violato due volte il codice morale degli hippies. Ho commesso due brutte azioni: ho sottratto l'hashish al deposito comune e, cosa ancora più. grave, l'ho venduto. Quel poco che c'è è patrimonio comune, è di tutti». Come sono andate le cose è già stato raccontato: a Domo¬ dossola non si trovava «l'erba» e in tre sono scesi ad Arona dove notoriamente un gruppetto di giovani beat si davano convegno nei giardini antistanti la stazione. Qui hanno contattato il Roncaglia, hanno ottenuto per diecimila lire una piccola quantità di droga, sono andati a farsi una fumatina' sul camion di uno degli ossolani. Una storia banale che però ha portato in carcere sette giovani. L'ultimo. Roberto Vinci, 19 anni, figlio di un industriale di Domodossola, arrestato nelle Marche è stato tradotto oggi a Verbania. Che cosa dicono? «C'è un distinguo — spiega il pretore Martellino — mentre i giovani di Arona hanno ammesso candidamente, senza reticenze, gli ossolani si sono chiusi nella negativa ed anche di fronte a precise contestazioni, hanno cercato la scappatoi sostenendo che quelle fumate non erano sigarette drogate, in quanto non era hashish quello loro venduto. Dicono insomma di essere stati bidonati». Per la verità il Roncaglia e i suoi amici di Arona erano convinti, che confessando d'aver fumato, non sarebbero finiti in carcere. «Ma come — avrebbero detto —ci arrestate anche se non ci avete trovato addosso la droga?». Non si sentono colpevoli, insomma, drogarsi per loro è unevasione, la ricerca di una «nuova dimensione della vita», sfuggire da una realtà per crearsene una su misura. «Hanno una specie di loro codice morale — ci dice il pretore Martellino — rivendicano una certa libertà e non si sentono dei fuorilegge, anzi, vittime di un'ingiustizia». In queste vicende «incrociate» di droga tra Omegna, Domodossola e Arona sono coinvolti giovani di varie estrazioni sociali: operai, fannulloni, studenti, figli di papà (che so¬ «stbfmeVsdrcpno.poi professionisti o 'indù-1 WìSbIÌL ■Xiioiiml-ccìto'mmiteJ in comune hanno solo il «vizio»: il «còdice morale» riguarda soltanto i poveri Un fenomeno preoccupante. «Ma chi sembra preoccuparsene?» si domanda il procuratore della Repubblica di Verbania, Calabrese De Feo. «Un fenomeno che si estende a macchia d'olio — aggiunge e non bisógna credere che Verbania e la stessa Novara, siano delle oasi non raggiunte dalla droga». Il magistrato è molto severo al riguardo. Gli ricordiamo che il senatore Carlo Torelli, presentatore di una nuova legge sugli stupefacenti che prevede condanna per gli spacciatori e cure er i droga- ti, ha detto recentemente: 1 «che il carcere non: guarisce J mmunè»-: J& ■"" ' «E'vero - risponde Calabrse De Feo — c'è tutta una gamma di responsabilità: al grossista però non si arriva quasi mai ma non è meno colpevole d piccolo spacciatore, colui che fa proseliti». Ed aggiunge: «Forse la legge Torelli è giusta ma per intanto noi magistrati applichiamo quella vigente. E il carcere, ora, è l'unico posto per disintossicare. Per qualcuno, io lo so, è stato salutare». Per il procuratore della Repubblica di Verbania, non ci sono giustificazioni. «Presi singolarmente sono tutti bravi ragazzi, raramente hanno precedenti per altri reati, ma se si mettono insieme diventano dei dissennati. Io alle "evazioni", alle "dimensioni di vita su misura", a certe fughe dalle ràalia" non ci credo. Sono tutte storie: gli stessi ragazzi si riempiono la bocca con frasi difficili di cui non sanno neppure il significato. Dicono di.volere dimenticare: ma che cosa?». Il discorso s'interrompe qui. Arrivano, in catene. Marco Gemelli, 24 anni, figlio d'un industriale di Omegna; Armando Pourpour, 19 anni, Massino Visconti e Giovanni Cavagna, 22 anni, Arona. Sono gli ultimi tre arrestati del caso di Omegna. Il magistrato li interroga, uno dopo l'altro, per una decina di minuti, presenti i loro difensori, gli avvocati Chiovenda, Storelli e Sicher. Nessuno ha «cantato». E' stato Mauro Co, operaio di 18 anni di Omegna a dire d'avere fumato in loro compagnia, ma i tre negano recisamente. Quando il procuratore della Repubblica avrà finito la sua inchiesta, passerà gli atti al giudice istruttore, dottor Carlo Piccinini. Lo stesso farà il pretore di Arona. I due procedimenti, come abbiamo detto, verranno probabilmente riuniti. «Ancora droga — dice U l dottor Piccinini — ho apena finito un'istruttoria con il rinvio a giudizio di undici persone, altre, per gli ultimi casi di Domodossola, sono ancora in corso. Adesso questi. Certo — conclude il giovane magistrato — (romano anche lui come il pretore Martellino) che il fenomeno è allarmante». Piero Barbe li giudice di Verbania Carlo Piccinini che condurrà l'istruttoria per la droga e (a destra) il pretore Cesare Martellino, in una recente riunione a Stresa (Foto Moisio) Il procuratore della Repubblica di Verbania, dottor Gennaro Calabrese de Feo