"Non possiamo tradire il piano regolatore se non condannando allo sfacelo il Comune"

"Non possiamo tradire il piano regolatore se non condannando allo sfacelo il Comune" Omegna: il sindaco parla del contestato ospedale "Non possiamo tradire il piano regolatore se non condannando allo sfacelo il Comune" (Nostro servizio particolare) iOmegna, 23 novembre. Chi era venuto al Teatro Sociale con la speranza di assistere a un dibattito fra i sostenitori delle ragioni contrapposte del Comune e dell'Ospedale, è rimasto piuttosto deluso poiché quella che taluno aveva ipotizzato come la «disfida di Barletta», di fatto non c'è stata. Lo ha ricordato il sindaco. Pasquale -Maulini col suo intervento nel quale, pur non disdegnando la polemica, ha ricercato accenti pacati esordendo col dire che «in certe occasioni è più difficile tacere che parlare». Ma non si è avvertita in Maulini, tanto per restare nel clima barlettiano, la dura determinazione del Fieramosca, il suo discorso rivelava una certa amarezza perché comeha dichiarato «soffriva» la po-lemica contro i socialisti e ì giovani della sinistra, che le accuserebbero di tiepidezza. Maulini ha fatto l'autodifesa rivendicando alla sua ammi- i lustrazione i meriti della cre- o sonloe e tre el o ciè an el ea, scita civile e sociale di Omegna dagli Anni Cinquanta in poi. Assente il presidente dell'ospedale. Bruno Fomara, che ha inviato una lettera ai promotori del convegno richiedendone gli atti, assenti i responsabili della sezione omegnese del psi, il motivo del contendere — fra le due amministrazioni cittadine — è stato illustrato dall'assessore! ai Lavori Pubblici, Piero Veggiotti: «La licenza richiesta dall'ospedale per la sopraelevazione è di una densità proibitiva, tuttavia esiste la possibilità di un compromesso. ■ Nelle norme di attuazione del ' piano regolatore generale so- ! no previste — ha precisato — possibilità di deroga a favore | a { di edifici pubblici o comun- j me, que di pubblica utilità. La deo-. roga non scarterebbe a priori ì j la possibilità della sopraelele ! nazione dell'edificio, ma ciò ■ a. ! dorrà essere preventivamente jsa j valutato dalle forze politiche mi-1 e sindacali omegnesi». | U consigliere provinciale Eligio Maulini, deU'amministrazione dell'ospedale, ha dichiarato di non^ condividere la posizione che pubblicamente aveva assunto in altre occasioni il presidente Fomara: «Perché il presidente dell'ospedale non ha richiesto la deroga al piano regolatore generale? Perché la de è contraria alla procedura, come risulta dalle dichiarazioni rese ! ■ . in Consiglio da un suo rappresentante e inserite nel verbale dell'ente. Ma come posso documentare quel che dico se, all'ospedale, mi è stato detto che le delibere non sono atti da -esibire in pubbli- ' co?». , ! n piano regolatore prevede, come già si è detto, l'ospedale | nella zona decentrata di Mon- j te Zuoli. Una soluzione che incontra consensi e dissensi, ma nel dibattito proposto dai centri culturali e introdotto da Pompeo De Santi non so- ■ j no emersi elementi di fonda mentale dissenso sulla localiz | /azione. Vi sono stati inter¬ venti molto vivaci, fra cui quelli di Emilio Beltrami, socialista di Crusinalio, e di Giovanni Rondinelh, del sindacalista Pasquale Carbone e del consigliere comunale Motetta. Sui temi della strutturazione del comprensorio e sulla necessità di decentrare i servizi, omogeneizzandoli fra loro, nel triangolo Omegna Verbania-Domodossola, sono intervenuti il sindaco di Pet tenasco, Franco Fomara, e il geometra Vittorio Buzio «Non si serve Omegna — ha concluso il sindaco Ma"»"! — scannandoci fra noi. Abbiamo sbagliato in passato, co: me amministratori, perché non eravamo preparati allo j sviluppo dei tempi. Chi parlana di urbanistica negli Anni Cinquanta? Oggi le'cose sono cambiate e noi cerchiamo di essere al passo con i tempi. Non possiamo buttare via il piano regolatore generale, ciò significherebbe condannare il nostro Comune allo sfacelo». r. b.

Luoghi citati: Barletta, Domodossola, Omegna, Verbania