"Mi ha offeso più volte, le ho dato una spinta alla vista del sangue non ho capito più nulla,,

"Mi ha offeso più volte, le ho dato una spinta alla vista del sangue non ho capito più nulla,, Il giovane omicida di Paruzzaro ha confessato il suo assurdo delitto "Mi ha offeso più volte, le ho dato una spinta alla vista del sangue non ho capito più nulla,, Interrogato per tutta la notte dal pretore di Arona, Pietro Vaccaro ha finito per ammettere di aver Decito l'anziana pensionata - Il referto necroscopico ha stabilito che la donna è morta per i colpi che l'assassino le ha infetto salta testa con il tocco di una scarpa (Nostro servizio particolare) Novara. 13 novembre. Pietro Vaccaro ha confessato d'aver ucciso l'altra notte Maria Del Bianco. Il giovane è stato interrogato per tutta la notte dal pretore di Arona, Cesare Martellino, alla presenza del difensore d'ufficio, avvocato Pistocchini, e dopo otto ore ha ammesso il feroce omicidio. E' stato difficile per gli inquirenti inquadrare il movente di questo delitto. Scartata subito l'ipotesi della rapina, si era affacciata quella di una amicizia particolare esistente fra il Vaccaro ed il tiglio della vittima, Giancarlo Pasin. Anche questa ipotesi, però, è caduta dopo le prime indagini. Cos'è che ha spinto il giovane immigrato ad avventarsi con furore su Maria Del Bianco? Nella sua confessione il Vaccaro ha parlato di insulti generici senza precisarne il tenore: «Mi ha offeso più volte, gridandomi brutte parole. L'ho invitata a calmarsi anche per non svegliare i vicini, ma lei ha continuato. Le ho dato una spinta ed è caduta a terra battendo il capo. Poi non ho capito più nulla alla vista del.sangue che sgorgava sul pavimento. Solo più tardi ho capito quello che avevo fatto ed ho cercato di chiedete scusa a Gùmcarlo. Ma anche lì ho perso la testa ed ho sparato». Questa, per sommi capi, la confessione di Pietro Vaccaro che al momento del fatto, sconvolto, forse. non. si rendeva conto della sua azione. Il referto necroscopico ha stabilito che la pensionata è morta per lo sfondamento della base cranica dovuto ai colpi che l'assassino ha inferto con il tacco della scarpa. Le ha schiacciato ripetutamente la testa sul pavimento, colpendo dall'alto in basso con violenza. Subito dopo il delitto, il giovane è andato a casa per lavarsi, prima di incontrarsi con Giancarlo Pasin, che avrebbe potuto essere la sua seconda vittima. Aveva frettolosamente preparato una valigia con alcuni indumenti, tra i quali il «corpo del reato», cioè le scarpe macchiate di sangue. Le indagini, cominciate subito dopo l'allarme dato dal figlio Giancarlo Pasin, anch'esso ferito, si erano dirette alla ricerca del Vaccaro che erasparito sul suo «scooter» blu.I due giovani si conoscevanoda qualche tempo. Negli ultimi tempi il Vaccaro teneva in casa un motorino rubato non si sa bene da chi. Sta di fatto, però, che più volte aveva invitato il Pasin ad andare a prenderlo, provocando l'intervento della Del Bianco che gli chiudeva la porta in faccia e l'insultava. Il Pasin, in passato, si era spacciato, nel Vergante, per veterinario, compiendo visite specializzate alle stalle ed agli allevamenti, facendo iniezioni alle mucche dietro compenso di 5 mila lire. Pietro Vaccaro durante la fuga ha lasciato dovunque tracce del suo passaggio: un fazzoletto sporco di sangue nei pressi di Oleggio Castello,' il parabrezza della motoretta a Castelletto Ticino e quindi ha dimostrato di non essersi mai allontanato dalla zona, facilitando le ricerche, tanto è vero che è stato scoperto mentre tentava di ritornare a | Paruzzaro. Quando è stato ac ; cempagnato in caserma, al te¬ nente Regna ha detto stupito: «Cosa volete? lo non c'entro». Poi ha aggiunto: «Era inutite che fuggissi lontano, tanto mi avreste preso lo stesso». In attesa di essere interrogato dal magistrato è rimasto molte ore senza parlare, accennando ad un momento di crisi quando è stato caricato sull'auto diretta in pretura. Anche nell'ufficio del dottor Martellino, ha cercato di riprendere l'atteggiamento sicuro di prima. Poi, di fronte alle contestazioni della valigia e delle scarpe insanguinate, ha confessato, senza riuscire a dare un motivo al suo gesto. Se, per quanto riguarda l'omicidio, il Vaccaro non ha fatto uso di armi, successivamente, quando si è recato dall'amico, era in possesso di una pistola calibro 635 chenon è stata ancora recuperata. Agli inquirenti ha detto di averla gettata durante la fuga dal ponte del Ticino a Sesto Calende. Il tenente Regna non, crede però a questa versione e sta continuando le indagini. Il giovane calabrese dovrà cosi rispondere di omicidio aggravato e tentato omicidio nei confronti del figlio della vittima. Liliano Laurenzi Paruzzaro. Pietro Vaccaro, il giovane che ha confessato d'aver ucciso la pensionata Maria Del Bianco (Giovetti)

Luoghi citati: Arona, Novara, Oleggio Castello, Paruzzaro, Sesto Calende