Distrutto il lavoro di un anno Danni per centinaia di milioni di Gianfranco Quaglia

Distrutto il lavoro di un anno Danni per centinaia di milioni Dopo la violenta grandinata di domenica sulle risaie Distrutto il lavoro di un anno Danni per centinaia di milioni Colpita una vasta fascia a nord di Novara: va da Oleggio a Sii la vengo - A Barengo la grandine ha falcidiato 170 ettari di colture - Un raccolto record che è andato in fumo (Nostro servizio particolare) Barengo, 24 settembre. Sono bastati 20 minuti di grandine per distruggere il lavoro di un anno. Il maltempo che si è abbattuto sul Piemonte non ha risparmiato il Novarese. Una vasta fascia vinicola è stata colpita a nord di Novara: va da Oleggio a Momo, da Barengo a Castellazzo, da Man dello a Vicolungo, da Landiona a Sillavengo. I danni, che gli esperti dell'Ispettorato agrario di Novara, diretti dal dottor Berlini, stanno ancora valutando, ammontano a centinaia di milioni. A Barengo, in modo particolare, la grandine ha falcidiato circa 170 ettari di riso; un danno che va dall'80 al 90 per cento della produzione. Era da poco trascorso mezv zogiomo di ieri, quando il cielo, già nuvoloso dalle prime ore del mattino, si è oscurato. Dapprima poche gocce di acqua gelida, poi la pioggia è cessata e si è trasformata in una lunga, fittissima grandinata. Sulla provinciale che da Barengo conduce a Momo gli automobilisti sono stati costretti a fermarsi, tanta è stata l'intensità della precipitazione. «Sembrava una nevicata — dice un agricoltore —. Dopo una decina di minuti lo: spessore ha raggiunto sull'asfalto una altezza di circa 20 centimetri». Quando la grandinata si è fermata e la precipitazione è diventata pioggia, i risicoltori del paese sono usciti in campagna e si sono trovati di fronte ad uno spettacolo 'desolante: il raccolto quasi completamente - distrutto. Quattro sono le aziende agricole interessate alla grandinata: Solarolo, Cascina Rosa, Pompogno, Bastianino. Gli appezzamenti sono disposti in semicerchio ai piedi della collina dove si produce l'uva che dà il «Barengo». La grandine ha colpito la pianura, risparmiando i rilievi, di modo che le viti non hanno riportato alcun danno, Nella risaia è un disastro. Basta camminare sugli argini per rendersene conto. La violenza dei chicchi di grandine ha in pratica «sgranato» le spighe, sfogliandole quasi completamente. Ora i chicchi di riso sono a terra, impastati nel fango.- Gli agricoltori li raccolgono con le mani, stringono con rabbia le spighe che sono soltanto paglia. Dice un risicoltore, Agostino Tamburelli: «Dovevo iniziare il raccolto proprio oggi; nella mia risaia sarebbero dovute entrare le mietitrebbie. Ecco qua, tutto inutile, adesso posso raccogliere paglia». Quest'anno doveva essere una campagna record. Le buone condizioni climatiche avevano favorito la maturazione del cereale in tutto il Novarese e pertanto si prevedeva una produzione record. Unica nota stonata dell'andamento agricolo in questo settore era data dalla preoccupazione relativa alle difficoltà di commercializzazione del prodotto, che di conseguenza non preludono a prezzi altamente remunerativi. Un buon raccolto sarebbe l'unico mezzo per garantire un guadagno soddisfacente. Per questi risicoltori di Barengo la grandinata di ieri si è abbattuta come una mazzata: ha smorzato osai entusiasmo, ha sopito ossi interesse. «L'assicurazione — afferma Agostino Tamburelli — ci ripagherà soltanto parzialmente del danno subito in quanto non potrà mai compensare il lavoro di un anno, i costi di manodopera e concimazione della risaia». Dopo la grandinata un fred¬ do pungente..La temperatura I si è abbassata, tanto che all'alba di stamane alcuni chicchi di grandine erano ancora visibili sugli argini. Gli agricoltori di Barengo si sono recati in comune ed all'Ispettorato agrario per denunciare i danni: complessivamente si aggirano sul!"80 per cento ma in alcuni casi sono superiori. E' stato chiesto l'intervento della Regione. Anche nei territori di Oleggio, Momo, Castellazzo, Mandelio, Vicolungo, Landiona e in parte Sillavengo] si lamentano danni. Oltre alla risaia sono rimaste colpite le altre colture. Per il momento i tre quarti della produzione: ma quasi sicuramente l'entità è superiore. Lo stanno valutando i tecnici dell'Ispettorato agrario di Novara. Gianfranco Quaglia

Persone citate: Agostino Tamburelli, Berlini, Cascina Rosa, Castellazzo, Landiona, Solarolo