Prestito della Svizzera se si fa subito lo "scalo,,

Prestito della Svizzera se si fa subito lo "scalo,, Proposto alle Ferrovie dello Stato Prestito della Svizzera se si fa subito lo "scalo,, La Confederazione elvetica, che garantirebbe quaranta miliardi per realizzarlo a Domodossola, ha posto però una condizione: i servizi doganali dovrebbero rimanere "sdoppiati", anziché essere accentrati, come invece vorrebbero gli ossolani (Dal nostro corrispondente) Domodossola, 10 luglio. Gli svizzeri sarebbero disposti a rinnovare un prestito alle ferrovie italiane di 40 miliardi di lire, purché si faccia subito il nuovo «grande scalo internazionale» di Domodossola. Il prestito era stato concesso per l'elettrificazione della linea Luino-Novara e viene in scadenza proprio in questo periodo; anche la cifra coincide con quella prevista per il nuovo impianto, di dimensione europea, che dovrebbe sorgere nella zona di Beura Cardezza. Ci sarebbe però una condizione: i servizi doganali e di confine dovrebbero rimanere, come lo sono ora, «sdoppiati» fra Briga e Domodossola, anziché essere accentrati nei nuovo impianto come invece vorrebbero gii ossolani. Se n'è parlato recentemente in un incontro fra amministratori ossolani e del Canton Vallese, che sembrano i più preoccupati per la piega che stanno prendendo le cose. I vallesani temono infatti un «duro colpo» per l'economia della città di Briga, se tutta l'attività che gravita attorno alla stazione internazionale fosse accentrata nel nuovo scalo di Beura Cardezza. Di queste cose si discuterà in una prossima riunione del Consiglio comunale di Domodossola che sarà «allargata» a tecnici e operatori del settore. L'esito dei colloqui che gli amministratori ossolani, ed in particolare il sindaco di Domodossola Calvi, hanno avuto con i loro colleglli vallesani è per ora riservato, ma sembra comunque che le proposte che vengono dal vicino Cantone siano state accolte con un certo scetticismo. Molti non sono convinti che Briga da sola non sia in grado di condizionare il rinnovo del prestito da parte della Confederazione al mantenimento dello «status quo» per quanto riguarda i servizi di confine. «Quel che conta è la volontà ai Berna — si «dice nell'Ossola — e sappiamo che nella capitale elvetica .si vede con favore un nuovo grande impiotilo con lutti i servizi accentrati nell'Ossola». «Bisogna stare molto attenti — ammonisce Luigi Pagani, del sindacato ferrovieri della Cisl, imo dei principali sostenitori del grande scalo internazionale del Sempione — perché potrebbe essere l'ennesimo ricatto di Briga per mantenere una situazione di privilegio che ha sinora impedito una giusta rivalutazione del Sempione. E' meglio che lo scalo arrivi un anno dopo ma con tutti i servizi accentrati nell'Ossola. Se no, finiremmo con l'avere l'impianto ma non avere il traffico». Intanto, mentre si contìnua a discutere, la situazione ai valichi ferroviari di confine sta precipitando ed è ormai vicina al punto di rottura. Le stazioni di Chiasso, Pino, Domodossola devono bloccare i trasporti al Nord ed i loro scali, che dovrebbero essenzialmente servire per le operazioni doganali e per le indispensabili manovre di selezionamento, diventano congestionati per l'anormale giacenza di materiale. In tutte le stazioni verso Novara e Milano sono in deposito treni merci completi, perché i due grossi nodi ferroviari non sono in grado di riceverli a causa del completo congestionamento. Si verifica addirittura che vengono «rifiutati» anche quattro, cinque treni ordinari nello stesso giorno. «Siamo vicini al caos», dicono gli operatori.' Succede addirittura che non si trovano più i vagoni: gli uffici ferroviari italiani ed anche esteri sono assillati da pressanti richieste di ricer¬ che di gruppi di carri dei quali si è persa ogni traccia e che vengono talvolta «.ritrovati» nelle più impensate stazioni, anche fuori dal normale itinerario. Per questo, si dice che le ferrovie italiane sono sotto accusa. Recentemente, le Ferrovie Federali svizzere hanno inviato un telegramma alla direzione generale delle FS denunciando la giacenza al Nord di 185 treni fermi. Nel telegramma, si minacciano «drastici provvedimenti» se la situazione non migliorerà e analoga iniziativa è stata presa dalle Ferrovie della Germania Federale. Da parte sua, l'Unione case di spedizione di Briga ha denunciato di recente la «marcia anormale di treni di derrate in direzione Sud•Nord con gravi ritardi di consegne». In pratica, sono gli ortofrutticoli italiani in esportazione che non arrivano sui mercati. Gran parte di questi inconvenienti sono dovuti a deficienze d'impiantì. E non c'è solo Domodossola a denunciare gravi carenze. «Si esamini ad esempio — ci dice un operatore — la situazione dello scalo merci di Novara, punto nevralgico per i traffici attraverso Domodossola pròvenineti da Basilea, e Vallorbe e diretti verso il Piemonte, la Liguria ed altre zone di influenza. Il persistente ingombro dello scalo di Novara è la causa principale del mancalo ricevimento di treni dal nord di Domodossola e della forzata giacenza di convogli in tutte le stazioni sino ad Arona Con una situazione normale a Novara tutto quel traffico verrebbe fluidificato e potrebbe scorrere quasi normalmente». Circa due anni fa, le Ferrovie stanziarono settecento milioni per il definitivo potenziamento dello scalo merci di Novara Boschetto e per ima razionale organizzazione del servizio. E' passato tanto tempo, ma non si sa ancora nulla neppure dell'appalto dei lavori. «Intanto — lamentano gli operatori — la cifra stanziata si svaluta e la situazione continua a peggiorare. Se non arriveranno i drastici provvedimenti chiesti dalle ferrovie estere quest'estate, con i treni turistici che sottrarranno altro personale al servizio merci, saremo vicini alla paralisi completa». a- v. 1 Domodossola. Luigi Pagani, del sindacato provinciale ferrovieri Cisl (f. Falciola)

Persone citate: Boschetto, Canton, Vallese