Bognanco, la fortuna d'un paese che deve tutto alle fonti termali

Bognanco, la fortuna d'un paese che deve tutto alle fonti termali Un centro turistico ossolano che è tornato di moda Bognanco, la fortuna d'un paese che deve tutto alle fonti termali La località, che dispone di una ventina di alberghi e pensioni con quasi duemila postiletto, oltre alle acque minerali ha uno stabilimento termale fra i più vecchi d'Italia - "Se fosse reclamizzato a dovere, dicono alla direzione, non sapremmo dove mettere gli ospiti" (Dal nostro inviato speciale) Bognanco Terme, 3 luglio. Quella delle acque minerali è diventata, specie in questi ultimi anni, una grossa industria con un giro d'affari di molti miliardi. Fonti ce ne sono un po' dappertutto e la provincia di Novara non fa certo eccezione: a Crocio, in valle Vigezzo, a Beura, a Cannobio; adesso anche ad Anzola, tanto per citarne alcune tra le più note. Bognanco, poi, oltre alle sue acque minerali («San Lorenzo», «Ausonia» e, da quest'anno anche la «Gaudenziana») ha uno stabilimento ter-male che, anche se non cosi famoso come altri, è stato tra i primi a sorgere in Italia sul finire del secolo scorso. E' stato però soltanto nel primo dopoguerra che ha avuto il sue «lancio» seguito da un'altalena di alti e bassi. Da tre anni la società è stata affidata ad una nuova gestione e Bognanco sta assurgendo a stazione termale di primo piano. Con una popolazione di 530 persone disseminate nel capoluogo e nelle varie frazioni, dispone di una ventina di alberghi e pensioni con quasi duemila posti letto; insufficienti, nei periodi di punta, ad ospitare quanti si sottopongono alle cure idropiniche. Per la festività di San Pietro e Paolo e anche domenica scorsa, le presenze sono state tremila e già si prevedono punte di quattromila e più. Che Bognanco stia tornando di moda come agli inizi del secolo è dimostrato dal successo che ha avuto l'iniziativa della cosiddetta «settimana relax»: otto giorni di pensione completa, cure termali, cinema e passaggio gratuito sulla funivia per un prezzo, tutto compreso, che varia, a seconda degli alberghi, dalle 32 mila alle 44 mila lire. Nel 1971 ne beneficiarono soltanto 400 persone; lo scorso anno più di quattromila. Chi viene a Bognanco? Soprattutto gente che ha fiducia nella efficacia della cura come il segretario del, Papa, monsignor Martin. «Se te no-stre terme fossero reclamizzate come altre le quali insieme alle cure offrono svaghi e mondanità — ci dicono alla direzione — non sapremmo dove mettere gli ospiti». In fatto di attrezzature, di passi avanti ne ha fatti, in questi ultimi anni, anche la «vecchia» Bognanco: non c'è più la sola cura idropinica ma ad essa si sono aggiunti i bagni «carbonici» per la pelle e per curare l'obesità, i «forni di vapore», marconi-terapie ed altre cose ancora. Insomma, rimettendo in sesto l'intestino e le cosiddette vie del ricambio, si fa anche un po' di cura di bellezza. Quanto alle acque, alla tradizionale «San Lorenzo» (se ne bevono alcuni bicchieri al mattino) e alla «Ausonia» considerata integrativa per ipomeriggio, si è aggiunta, come già abbiano accennato, la nuova «Gaudenziana». E' stata scoperta un paio d'anni fama soltanto adesso, dopo una serie di analisi e relazioni mediche, è offerta ai frequentatori delle terme. La considerano qui un po' «l'asso nella manica»: un'acqua oligo-minerale che definiscono la «Fiuggi del Nord». Accanto allo stabilimento termale vero e proprio, l'industria di imbottigliamento di questa acqua ricca di anidride carbonica, che ha successo perché gasata naturalmente. Un giro d'affari, anche qui, certamente notevole ma che è «top secret». Pure avendo fonti e «cento cascate» Bognanco e la sua valle era rimasta legata ad una povera agricoltura dmontagna. Ora si sta trasfor- mando: merito indubbitmente delle terme, ma anche duna certa azione promozionale turistica. Si sta costruenduna strada che dal capoluogo porta a Gamba e a San Bernardo, località stupende 1600 metri destinate a diventare centri di sport invernaldi comodo accesso. Si sciersul Monscera, a duemila metri, raggiungibile con gli impianti di risalita. Piero Barbò

Persone citate: Anzola, Piero Barbò