Quell'interminabile treno da Trecate che ha fatto dirottare il direttissimo di Gianfranco Quaglia
Quell'interminabile treno da Trecate che ha fatto dirottare il direttissimo Tra lo scampanio, partita la spedizione per Lourdes Quell'interminabile treno da Trecate che ha fatto dirottare il direttissimo Tutta la cittadina è andata in vacanza per cinque giorni - Numerosi gli studenti e le ragazze in "jeans" - Un "serpentone" di diciotto carrozze che ha mobilitato i compartimenti dell'Alta Italia e la "Polfer" di Novara - Uno scompartimento carico di prodotti locali (riso, fazzoletti, tela, salami e formaggi) da offrire all'arrivo e uno riservato alla "Schola cantorum" del maestro Cavallotti - I pellegrini si sono portati dietro persino un organo elettrico (Nostro servigio particolare) Trecate, 28 giugno. Il fischio del capostazione non s'avverte neppure, sommerso com'è dall'assordante, scampanio che proviene da tutte le chiese di Trecate. Il lungo treno stride sulle rotaie, si stacca lentamente dalla stazione e lascia sotto la pensilina del primo binario tremila persone, una calca insopportabile nell'afa della sera. Qualcuno rimpiange di non essere partito per questo «gran bel viaggio» che porta a Lourdes quasi 800 ficcatesi. Ma ormai è troppo tardi per i ripensamenti.. «Ci sotto stati sei mesi di tempo — ammonisce don Gilio Masseroni, il parroco organizzatore — ed ora non possiamo più aggiungere carrozze». Diciotto sono le vetture che portano Trecate ai piedi dei Pirenei. In questa «spedizione» ogni famiglia ha inviato almeno un rappresentante. E' una vera e propria smobilitazione della cittadina. Don Masseroni, arciprete di Trecate da dieci mesi, ha voluto fare le cose in grande: «E' la più massiccia partecipazione — dice — mai registrata in nessun centro della diocesi. I trecatesi hanno risposto con entusiasmo». L'hanno chiamato pelleggrinaggio al santuario, ma ha tutta l'apparenza di una gita; una gita colossale che ha mobilitato non solo Trecate ma anche enti pubblici e statali. Per consentire al lungo «serpentone», formato da 18 carrozze, di partire dal primo binario è stato addirittura dirottato, sul secondò, il direttissimo TorinoVenezia. Per Trecate sono stati interessati tutti i compartimenti ferroviari dell'alta Italia e la «Polfer» di Novara, comandata dal maresciallo Rossi. E' una partenza all'insegna dell'allegria. Un paese smobilita portandosi dietro le cose più care. Un intero scompartimento è stato riservato ai prodotti tipici del- la zona: sacchetti di riso, rotoli di tela, salami, formaggi, 100 dozzine di fazzoletti. Le ragazze di Trecate li offriranno nei prossimi giorni a Lourdes, dove sono stati requisiti ben 17 hotels. Nel caldo della sera, sotto un cielo velato, l'assalto è al vagone ristorante. Carlo Zana ria, 44 anni, che da vent'anni gestisce la mensa alla raffineria «Sarpom», si è assunto il compito di ristorare i compaesani. Ha il suo gran da fare. Con orgoglio elenca il vettovagliamento: duemila pacchi di biscotti, 40.000 coppette di marmellata, 34.000 bottigliette di bibite, 2000 bottiglie di minerale, 2500 quartini di vino, due quintali di carne, un quintale e mezzo di pomodori, centinaia di chilogrammi di legumi vari. A decine si contano i bidoni colmi di latte. «Per un paese che va in vacanza angue giorni — dice — penso proprio che basti. Una carrozza è interamente riservata alla Schola cantorum, diretta dal maestro Fiorenzo Cavallotti, che per recessione ha voluto comporre una nuova messa. In uno dei 135 scompartimenti ! e stato sistemato anche un organo elettrico, affidato alla cura del maestro Zecca, organista alla cattedrale di Pavia. Per i profani che guardano ancora ai pellegrinaggi diocesani e parrocchiali con una punta di diffidenza, non mancano le sorprese. Sono le studentesse in «jeans», che ricevono dall'arciprete i complimenti per la loro puntualità. Sono i figli di papà che hanno lasciato la «Porsche» ed hanno rimandato le vacanze a Gabicce o a Tropea per indossare gli abiti da «boy-scouts». «E' un'esperienza che non voglio perdere — afferma uno studente liceale. — Non vado a Lourdes come turista; ci vado come accompagnatore, assistente di viaggio, perché Lourdes non è soltanto una città, è una testimonianza di fratellanza e di comunità». Ma «nonna Teresa» rifiuta bonariamente ogni aiuto. Teresa Travaglino, 92 anni, compiuti, è considerata il simbolo del viaggio. «Mi pulce viaggiare — afferma — e in compagnia dei giovani ma non ho bisogno d'aiuto. So cavarmela benissimo da sola; del resto è- già la quarta volta che vado a Lourdes». «Tutti in carrozza» sollecita il capostazione, mentre controlla l'ingresso della stazione. Finalmente arrivano anche il vicesindaco Franco Peretti, con gli assessori Federico Zaina e Tito Manfredsa ed i medici Aristide Vada e Giovanni Scevola. Ecco, adesso ci sono proprio tutti. Un paese in viaggio, completamente autonomo, per cinque giorni. A Lourdes li attendono diversi appuntamenti liturgici ed mia serie di conferenze. Il ritomo è per domenica sera. Gianfranco Quaglia Trecate. La decana del pellegrinaggio, Teresa Travaglino, 92 anni (Foto Giovetti)
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