Sizzano rilancerà il suo pane cotto al forno su fiamma viva di Lorenzo Del Boca

Sizzano rilancerà il suo pane cotto al forno su fiamma viva Rinascono nei paesi usanze dimenticate Sizzano rilancerà il suo pane cotto al forno su fiamma viva L'iniziativa è della moglie del sindaco - "Una novità per i nostri ragazzi, un piacevole ritorno alla giovinezza per gli anziani" ■ Le fragranti pagnotte di meliga offerte ai visitatori della Mostra del vino che si apre sabato prossimo al Ricetto (Dal nostro corrispondente) Sizzano, 12 giugno. Pane e vino, i due alimenti più genuini che da Noè in poi sono stati elementi indispensabili di ogni tavola imbandita, saranno portati in questi giorni alla ribalta da Sizzano. Il piccolo Comune della Bassa Valsesia, sulla scia di Milano che ha rilanciato la sua michetta, intende presentare il suo saporito pane casereccio nel quadro della sagra del vino. Per la terza edizione della Mostra-mercato dei vini Doc, che si svolgerà dal 16 giugno al 10 luglio, il gruppo sizzanese che cura l'organizzazione ha infatti mobilitato anche i fornai del paese: l'impegno è creare, impiegando ingredienti genuini, un particolare tipo di panini da abbinare ai gustosi formaggi del ragionier Buonacasa. Vino, gorgonzola e croccanti pagnotte: il triangolo d'oro della sagra gastronomica sizzanese. E' stata la moglie del sindaco Pizzetti, Agnese Dellera, che si è incaricata di questa ' iniziativa. «Le pagnotte — conferma — saranno fatte, amiche con farina di frumento, con saggina (la meliga). Sarà una novità solo per le nuove generazioni che non hanno avuto modo di assaggiare il cosiddetto pane nero. Per gli altri sarà un simpati co ritorno agli anni della giovinezza. Cercheremo anche, se sarà possibile, di esporre due veri pezzi d'arte: i modelli del nostro castello e del municipio che crolla. Sono problemi che ha Sizzano e cerchiamo di attirare su loro l'attenzione in ogni modo. Certo non è impresa facile, ma tenteremo . egualmente». Giuseppe Cavalieri, che da trent'anni esercita in proprio il mestiere di fornaio, e Gino Zanardini, apprendista venti seienne, che ha già tuttavia una buona pratica in questo genere di lavoro, si sono prestati per l'iniziativa. Hanno anche fatto una prova. Hanno impastato una decina di pani e un gruppo di organizzatori ha fatto gli assaggi; I risultati sono stati entusiasmanti, al punto che, nei giorni della mostra, accanto alle ragazze in costume che offriranno bottiglie del vecchio Sizzano e amarene, ci saranno anche ragazze che porgeranno ai visitatori una fragrante fetta dell'alimento più genuino del mondo. La ricetta che i fornai applicheranno è quella delle massaie del secolo scorso. Come in Ogni paese, anche a Sizzano c'era un forno comunale del quale ora, di fronte al municipio, rimangono soltanto i resti. Alla sua custodia era addetto un omone con un grembiule bianco allacciato in vita e un cappellino in testa. In paese alcuni lo ricordano ancora: riposava soltan- to la domenica e la sua mercede erano due forme di pane ogni dieci cotte. Le massaie impastavano la farina a casa: a seconda delle condizioni ! economiche, alcune usavano esclusivamente la saggina, altre la mescolavano in ragione del 50 per cento con frumento, altre ancora (le privilegiate) potevano farcire la pasta con acini d'uva o con fichi. Era il dolce che si mangiava fin dai. primi decenni del Novecènto. Lasciavano lievitare, poi si recavano al forno portandosi dietro qualche fascina di legna per alimentare il fuoco. C'era sempre la coda. Tutte le famiglie indistintamente seguivano questa prassi, poi a turno cuocevano, aiutate dal fornaio,, le pagnotte che dovevano bastare almeno per una settimana. «Episodi di vita dei quali oggi sentiamo nostalgia — afferma la signora Agnese Dellera —.Era un rito compiuto in religioso silenzio. Prima di por mano al lavoro le donne si facevano il segno della croce, la stessa croce che, finita l'opera, incidevano con il palmo della mano sulla pagnotta». Per rinfocolare queste tradizioni che si vanno perdendo, in una cantina dove è stato allestito un museo, sono esposti gli attrezzi del contadino: un carro di fieno, un diploma di merito conquistato dal vino nelle mostre e, accanto, alcune madie (recipienti di .legno leggero) nelle quali veniva impastato e con servato dono la cottura il pa ne. Delle centinaia che c'erano in paese ne sono rimaste tre, le ultime. Le pareti sono invase da eserciti di tarli, ma per óra fanno ancora bella figura. Poi, quando anche questi cimeli saranno corrosi, resterà il ricordo che i più anziani sizzanesi si preoccuperanno di tramandare alle generazioni future, magari anche ritentando un rilancio, in occasione di una sagra gastronomica. Per i giovani, cresciuti tra le sofisticazioni, un ritorno al passato ha sempre il sapore di un'eccitante avven-tura. Lorenzo Del Boca tcpoflipsclm Sizzano, . Agnese Dellera, moglie del sindaco; vuole rilanciare il pane dei nonni

Persone citate: Agnese Dellera, Gino Zanardini, Giuseppe Cavalieri, Noè, Pizzetti, Valsesia, Vino

Luoghi citati: Milano, Sizzano