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Alpe Veglia: ora non si tocca sarà mantenuto il "vincolo,, Oggi è così, in futuro forse qualcosa cambierà Alpe Veglia: ora non si tocca sarà mantenuto il "vincolo,, Nel "piano" presentato a Varzo, non una parola sulla vasta zona, già oggetto di polemiche • "Italia Nostra" e il parco naturale - Ci sarà posto, anche per lo sport (Dal nostro corrispondente) Varzo, 25 aprile. Si torna a parlare del futuro dell'Alpe Veglia, la «perla» delle Alpi. Nel «piano di fabbricazione» del comune di Varzo, presentato recentemente alla popolazione in una pubblica assemblea, tutta la vasta zona dell'Alpe è rimasta in bianco. La mancanza di indicazioni urbanistiche equivale, in pratica, al mantenimento del vincolo integrale. «La migliore garanzia — spiega il sindaco di Varzo Umberto Ragni — è rappresentata dagli tisi civici cui sono assoggettati tutti i terreni dell'Alpe Veglia. In attesa di uua decisione ponderata sul futuro della località, quindi, non si tocca niente». Nella relazione che accompagna il «piano», l'amministrazione comunale entra in polemica con «Italia Nostra», per la proposta del «Parco naturale». «Si sono lanciate proposte per la destinazione dell'Alpe Veglia senza verificare prima le possibilità pratiche di attuazione e senza neppure sapere bene a che cosa si andava incontro» dice il sindaco. « Siamo ì primi a chiedere il parco dell'Alpe Veglia, ma lo vogliamo attrezzato con la presenza attiva dell'uomo. La Regione non può imporre vincoli privi di contenuto, che andrebbero a scapito di tutti, ma deve collaborare con noi a cercare la soluzione valida per il futuro. Intanto, stiamo facendo tutto il possibile per difendere l'Alpe. Il primo passo dovrebbe essere la chiusura completa della caccia: se si eccettua gualche camoscio che "sconfina" dalla Svizzera la fauna alpina è completamente scomparsa. Ho scritto più volte al comitato provinciale della caccia per chiedere l'emanazione di un provvedimento d'urgenza, ma non mi hanno neppure risposto». L'amministrazione ha emanato norme particolarmente severe per la raccolta dei fiori. La lotta ai devastatori di flora alpina è spietata: una volta un intero autotreno carico di piante di genepy che erano state rubate dall'Alpe Veglia è stato inseguito lungo la statale del Sempione e raggiunto; in altre occasioni, « raccoglitori.» in grande stile sono riusciti, invece, a farla franca. «Non voglùimo, però, che U Veglùi diventi un'altra Valgrande — dice ancora il sindaco — dove la vegetazione ha coperto tutto e si può entrare solo se accompagnati dalle guardie forestali. La condizione indispensabile per la conservazione dell'Alpe è la presenza dei valligiani. Senza di loro, a parte l'importanza della zootecnìa nell'economùT. del nostro comune, andrebbe ben presto tutto in rovina. Da quando il numero degli alpigiani è calato le erbacce sono già avanzate anche nel pianoro di Veglia». L'amministrazione comunale non esciude che nel futuro del «Veglia ci sia posto anche per le attività sportive, «Non I si tratterà, ovviamente, di\ grossi impianti di risalita — si osserva — ma piuttosto di dare la possibilità cà visitatori di scendere con gli sci lungo le piste naturali che già ci sono. Il Veglia è incantevole soprattutto d'inferno e non si vede la ragione per limitarne la visione ai due soli mesi estivi, come in pratica avviene ora». Ovviamente, il problema che andrà studiato con maggior cura è quello dell'accesso al pianoro. Il comune di Varzo ha già chiesto alla Regione un contributo per alcuni studi che, partendo dai rilievi aerofotogrammetrici della zona, consentiranno di indicare le principali direttrici dello sviluppo futuro. L'amministrazione comunale è intenzionata a creare una nuova stazione invernale all'Alpe Ciamporino, che presenta notevoli possibilità di sfruttamento sciistico per la sua felice posizione, con la costruzione di un impianto funiviario che dovrebbe salire da San Domenico. L'idea sarebbe, poi, quella di creare un secondo collegamento funiviario fra Ciamporino e il Veglia. a. v. « Gtà orgconsegMl'esdraJuv