"Racket delle braccia,, Forse clamorose novità

"Racket delle braccia,, Forse clamorose novità Ad Arona allarme nei cantieri "Racket delle braccia,, Forse clamorose novità In città corre voce che tra qualche giorno vi saranno altre denunce contro imprenditori edili del Verbano (Nostro servizio particolare) Arona, 8 marzo. Nuovi clamorosi sviluppi starebbero per avere le indagini che da più di un mese le autorità conducono sul presunto «racket delle braccia» nei cantieri edili di Arona. Voci che circolano con insistenza in città danno per certo che, nel giro di qualche giorno, ima serie di denunce verrebbe inoltrata nei confronti di imprenditori di Arona, alcuni dei quali noti titolari di cantieri con ramificazioni in tutta la zona'del Verbano. Non è dato sapere ulteriori particolari per il momento, poiché le indagini proseguono nel massimo riserbo. Tuttavia in questi ultimi giorni i carabinieri di Arona, al comando del tenente Regna, hanno intensificato i sopralluoghi nei cantieri della citta, controllando la posizione di centinaia di dipendenti Si cerca, in ogni modo, di rompere l'omertà che favorisce l'espandersi delle organizzazioni per lo sfruttamento della manodopera, anche minorile. L'inchiesta, che è andata via via allargandosi a macchia d'olio, si era iniziata verso la fine di gennaio con l'arresto, avvenuto ad Arona, dell'impresario edile Salvatore Resta, e di due presunti complici (poi scarcerati), Ciro Miranda e Raffaele Buonincontro. Tutti e tre erano stati accusati di violenza privata continuata, un reato che prevede da quattro a dieci anni di .reclusione. Proseguendo nei controlli, quindici giorni dopo erano stati denunciati due geometri di Novara, Domenico De Ambrogio, 50 anni, e Giuseppe Bossolino. 49 anni, titolari di un cantiere in zona Valle Vevera di Arona. Secondo la denuncia avrebbero-chiesto per alcuni dipendenti la cassa integrazione e successivamente avrebbero fatto lavorare gli stessi operai retribuendoli lautamente (consegnando cioè anche la quota prevista dalla cassa integrazione). Avrebbero però tralasciato di versare i contributi. Denunciati alla magistratura per. tentata truffa aggravata ai* danni dello Stato, hanno sempre negato ogni addebito. Nel loro caso non si poteva certamente parlare di «racket», ma le irregolarità erano state comunque indicate dai sindacati. L'inchiesta sembrava circoscritta a questi due episodi. Ma le organizzazioni sindacali, che si sono fatte parti attive nelle indagini, collaborando con le autorità con la segnalazione dei casi irregolari, assicurano nuove imminenti rivelazioni, tali da portare ad una svolta decisiva. Impresari, muratori, molti immigrati ingaggiati dal Sud, vivono ore d'apprensione. Gli imprenditori temono di dover chiudere i cantieri, i dipendenti rischiano di rimanere senza lavoro per parecchio tempo, sino a quando non giungerà al termine dell'inchiesta." A suffragare queste ipotesi sarebbe anche un intenso movimento di persone che in questi lutimi giorni è stato notato sia alla caserma dei carabinieri, sia presso le sedi si giungerà al termine delllnsia nei cantieri, che sono stati passati al setaccio. Sono stati interrogati muratori, cottimisti, imprenditori. I li. bri paga vengono controllati nsadkjnedmNcpcndsp nùnuziosamente. Anche ITspettorato del Lavoro ha aperto un'inchiesta. Si cerca di risalire alla radice del «racket». g. f. q.

Persone citate: Ciro Miranda, Domenico De Ambrogio, Giuseppe Bossolino, Raffaele Buonincontro

Luoghi citati: Arona, Novara