Coldiretti novaresi propongono un "ente di sviluppo agricolo,,

Coldiretti novaresi propongono un "ente di sviluppo agricolo,, Per la ristrutturazione dell'importante settore Coldiretti novaresi propongono un "ente di sviluppo agricolo,, Il "piano" di interventi in uno studio di Dante Graziosi e di Remigio Bermond L'esodo dalle campagne, la programmazione di zona e l'istruzione professionale (Dal nostro corrispondente) Novara, 28 febbraio. Dove va l'agricoltura novarese? La domanda si pone seguendo, lo studio promosso dalla Confederazione provinciale dei coltivatori diretti che recti le .firme del presidente. Dante Graziosi e del direttore Remigio Bermond, e che è staio trasmesso alllres, quale rapporto preliminare per il piano di sviluppo del Piemonte. Tutti i problemi e i «fenomeni» che caratterizzano l'agricoltura nel nostro Paese sono presenti nella nostra provincia; ma taluni — come ed esempio l'esodo dalle campagne — sano qui più evidenziati che altrove. Basta dare un'occhiata alle cifre; negli ultimi dieci anni la popolazione agricola è scesa da 30 mila 735 a 13 mila 823 unità, con una diminuzione del 55 per cento. Se voghamo fare un raffronto percentuale possiamo dire che la popolazione occupata in agricoltura, che dieci anni fa era pari al 15 per cento, è oggi appena del 7 per cento contro la media piemontese che è del 12 per cento e quella nazionale che supera il 17 per cento Quella che fu la provincia del riso (insieme a Vercelli), del foraggio, dei cereali in genere, e della zootecnia, può essere considerata oggi una delle «meno agricole». Se questo sia un bene o un male, rimane tutto da dimostrare. Negativo è indubbiamente il bilancio rappresentato dall'abbandono dei campi da parte dei giovani che ha con tribuno a modificare sensibil mente le strutture aziendali. Dieci anni fa oltre 46 mila aziende agricole coltivavano 307 nula ettari; oggi la superficie'è lievemente ridotta: 286 mila ettari, ma le aziende sono appena 28 mila. Ne consegue che mentre in passato la Bsrvmulotiinrdnera di 6 ettari e mezzo, adesso è salita a 10 ettari e mezzo. A questo proposito,- il discorso del «positivo» e del «negativo» si farebbe troppo lungo: da più parti si va da tempo sostenendo che l'ecces. sivo frazionamento, in un'epoca in cui la meccanizzazione, anche in agricoltura, è un fattore determinante, è deleterio e quindi,- «unità» agricole più vaste dovrebbero rappresentare «l'optimum». Si fa, però, osservare che nelle aziende a conduzione cosiddetta diretta, la composizione media del nucleo famigliare è nel Novarese la più bassa del Piemonte: appena 2,28 unità. là dove il «fenomeno» è certamente negativo è nel settore zootecnico. Lo studio della «ColdirettiB evidenzia che ancora dieci anni fa, 21 nula aziende avevano una dotazione complessiva di bestiame di oltre 107 mila capi. Og gi le aziende che dispongono di bestiame sono appena 9 mila e i capi si sano ridotti a 88 mila. «Difficoltà di reperire mano d'opera agricola specializzata, carenza di incentivi pubblici, atti costi di produzione, difficoltà di attuare la bonifica sanitaria degli allevamenti, sono le cause principali — è detto nel rapporto all'Ires — della precarietà di un settore che per lunghi anni è stato un "supporto".dell'economia agrìcola novarese». Delineata la situazione dell'agricoltura novarese, lo studio, dovuto a Graziosi e a Bermond, suggerisce le diverse direttrici sulle quali indirizzare gli interventi per risolvere annosi problemi. Al primo posto vi è la creazione di un «Ente di sviluppo agricolo» che esplichi la propria attività in forma sussi dicria e integrativa a quella privata, rifuggendo da ogni intervento di tipo paternalistico. Vengono, poi, 1 «piani agricoli» di zona; gli interventi per le infrastrutture civili e per i servizi sociali; il credito agrario di esercizio e di miglioramento e l'istruzione professionale. Ci sono altri punti, uno dei quali rappresenta, almeno per i profani, una novità: l'istituzione di un «albo professionale» degU imprenditori agricoli. A tale riguardo lo «studio» dice testualmente: «Una effi¬ cace e valida politica agricola per essere veramente tale deve poggiare sulla "professionalità" dell'imprenditore con carattere selettivo. Ai soli iscritti all'albo — propone la "Coldiretti" novarese — debbono essere riservati i provvedimenti incentivanti via via disposti dal governo regionale a favore dell'agricoltura». Piero Barbe

Persone citate: Bermond, Dante Graziosi, Novarese, Piero Barbe, Remigio Bermond

Luoghi citati: Novara, Piemonte, Vercelli