Tre novaresi si stanno cimentando sulla parete Est dello Stralhorn
Tre novaresi si stanno cimentando sulla parete Est dello Stralhorn Una prima invernale ritenuta eccezionalmente difficile Tre novaresi si stanno cimentando sulla parete Est dello Stralhorn Sono uno di Borgomanero e due di Verbania - Partiti l'altro ieri mattana dal Monte Moro - A Macugnaga turisti e sciatori seguono col binocolo l'ascensione (Dal nostro corrispondente) Macugnaga, 11 gennaio. Tre alpinisti novaresi stanno tentando la scalata, in «prima», invernale assoluta, della parete est dello Stralhorn, un massiccio alpino che si staglia a 4180 metri di quota in territorio svizzero, appena al di là del valico di confine del Monte Moro, I tre protagonisti dell'impresa, che è seguita con molto interesse in tutti gli ambienti alpinistici, sono Piero Signini dì Borgomanero, Luigi Montani e Pierino Sartor di Verbania. Signini e Sartor sono istruttori nazionali di alpinismo del Cai 9 Lo «Stralhorn» (in dialetto vallesano la parola significa «corno fulgente») è una montagna particolarmente infida.. La «parete est» lungo la quale i tre alpinisti novaresi stanno salendo in «direttissima» ha un dislivello di circa 800 metri ed è quasi verticale. La scalata di questa parete è classificata «straordinariamente difficile» dalle guide del Cai in estate, la prima ascensione è stata fatta nel 1951 da una cordata di alpinisti francesi e tedeschi che però superò la parete in due tempi diversi L'impresa è stata ripetuta una volta sola da und cordata italiana guidata dal verbanese Tino Micotti, accademico del Cai, che riuscì a compiere la «direttissima». 1 pochi tentativi di scafarla in inverno sinora erano'tutti falmi. I tre alpinisti novaresi sono partiti ieri mattina con gli sci ai piedi dalla stazione superiore delle funivie del Monte Moro, a tremila metri di quota In giornata, hanno raggiunto la-base della "terrìbile" parete. Questa notte hanno bivaccato sul ghiacciaio dello Stralhorn, scavandosi un buco nel ghiaccio. Stamane, hanno «attaccato», la scalata che presenta difficoltà di quinto e sesto grado. Numerosi turisti, sciatori, vallujuini, li hanno seguiti con i binocoli: in alta montagna la giornata è infatti stata eccezionalmente tersa e serena, ma caratterizzata da un gran freddo. I tre sono stati visti salire molto lentamente; la parete strapiombante che devono superare è interamente rocciosa, inframmezzata da lastroni di ghiaccio «vivo» che, in certi punti, sembrano renderla di vetro. In serata, i tre avrebbero compiuto metà del percorso. Questa notte, bivaccheranno in parete. Dovranno resistere ài freddo, ai morsi del gelo (si calcola che a quella quota la temperatura sia sui trenta gradi sotto zero) e nelle prime óre di domani mattina riprenderanno l'ascensione. A Macugnaga è opinione comune che ben difficilmente i tre alpinisti possano raggiungere la vetta nella giornata di domani. «Fa troppo freddo — dicono gli esperti — e a quella quota riesce persino difficile piantare i chiodi nel ghiaccio. Bisogna salire molto lèntamente». C'è anche da considerare che l'ultimo tratto della parete è quello che presenta maggiori pericoli e difficoltà. I tre protagonisti dell'eccezionale impresa sono comunque perfettamente equipaggiati ed allenati. Adriano Velli Macugnaga. Piero Signini, di Borgomanero (a sinistra), assieme a Tino Micotti, accademico del Cai, che guidò la vittoriosa cordata lungo la "direttissima" allo "Strahlhorn"
Persone citate: Adriano Velli, Luigi Montani, Pierino Sartor, Piero Signini, Sartor, Signini, Tino Micotti
Luoghi citati: Borgomanero, Macugnaga, Verbania
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