Comunità montane: polemiche

Comunità montane: polemiche Nell'Ossola tutti discutono su come dovranno essere Comunità montane: polemiche Gestiranno i fondi assegnati dalla .recente legge sulla montagna - Gli amministratori dei centri del fondovalie ne vorrebbero una sola per tutta la zona, mentre quelli delle valli dicono che dovranno essere numerose (Dal nostro corrispondente) f Domodossola, 1 gennaio. Il 1973 sarà l'anno delle «comunità montane»? Nell'Ossola si parla molto di questi organismi, previsti dalla nuova legge sulla montagna come veri e propri organi di «programmazione» locale. Alle «comunità», che saranno istituite con decreto della Regione, sarà affidato il compito dì realizzare i piani di sviluppo territoriali, che sono già stati finanziati e sono in corso di elaborazione quasi dovunque. In altre parole, le comunità montane gestiranno i fondi assegnati dalla legge sulla montagna e dovranno operare per rilanciare l'economia delle vallate alpine. Appena la legge è divenuta operante, nell'Ossola sono sorte subito accese polemiche su come dovranno essere queste comunità. I cornimi interessati sono infatti stati invitati ad esprimere il loro parere sulla delimitazione di «zone omogenee» che, con il decreto della Regione, diventeranno poi le comunità. Sono venute fuori tesi contrastanti. C'è chi sostiene, soprattutto Ira gli amministratori dei cehtri del fondovalie, che ci dovrà essere una sola,.grande comunità montana per tutta la zona dell'Ossola, con alle spalle una forza di 38 comuni, un territorio che è quasi la metà di tutta la provincia di Novara ed una popolazione di oltre ottantamila abitanti. Gli amministratori delle valli invece dicono che le comunità dovranno essere numerose, praticamente una per ogni consiglio di valle. Dicono i fautori della prima tesi: « Solo con la grande comunità avremo la forza di affrontare e di imporre la soluzione dei problemi strutturali che si trascinano da anni, l'occupazione, la recessione industriale, ì trasporti, il turismo, l'assistenza, il rilancio dell'attività agricola e zootecnica su basi solide. Se ci dividiamo, i fondi assegnati dalla legge sulla montagna serviranno ancora una volta alla realizzazione di opere, di interesse locale e municipale e avremo-. perso un'altra grande occasione ». « Una comunità unica per tutta l'Ossola — replicano i sostenitori della tesi opposta — finirebbe col soffocare l'autonomia delle valli nei confronti dei più grossi centri della piana. Morirebbero ; consigli di valle chz attualmente funzionano a favore delle attività e per la soluzione dei problemi locali». Fra coloro che si battono per la «grande comunità» c'è il presidente del consiglio di valle Alta Ossola, Ezio Morelli, che aveva proposto ai presidenti degli altri enti di redigere almeno un piano di sviluppo unico per tutta la zona, data la comunanza di interessi e di problemi. La proposta era stata però respinta. « Lo spezzettamento in Quattro comunità diverse è assurdo — dice Morelli —. Oltretutto, quella che fa capo al consiglio di valle Ossola comprende già una ventina di comuni e più di sessantacinquemila abitanti e la sua attività finirà per ripercuotersi, in bene o in male, anche sui comuni che ne rimarranno fuori ». Gli « autonomisti » vedono invece in prima fila i presidenti del consiglio di valle Vigezzo, Gian Attilio Corti, di valle Anzasca Guido Vittani e di valle Antigono e Formazza Luigi Anderlini. «La vai Vigezzo — dice Corti — non si vuole certamente staccare dall'Ossola; per risolvere i problemi più vasti che interessano tutta la zona ci sarebbe sempre la possibilità di un consorzio volontario fra i comuni. Secondo noi. la nuova legge sulla montagna ha però fi■ naìità di sviluppo più immerìicte ed ogni valle deve po- ! ter approfittarne a seconda delle sue esigenze e neces- testlomzotanvoMMvcnbsclacmdgtCtVzzppvldsArtdspaipicgLrmBsvèi sita » Per vederci dìù chiaro !sua», rer veaerci più cmaro, ; la Regione ha promosso re- ...I centemente un convegno a Stresa, dove i presidenti dei consigli di valle hanno presentato un- documento concordato fra loro e gli am- r^^n^CHS^ I S'S^&^^\ÙSB^\sola hanno ribadito le loro!tesi. Il « fronte » dei consigli di valle in questi ultimi tempi ha comunque subito qualche incrinatura. I] sindaco di Malesco, un grosso comune della Val Vigezzo, Albino Barazzetti, si è infatti pronunciato a favore della « grande » comunità. « Ci sono problemi dice Barazzetti — lo dei frontalieri, le scuole, che pur non sviluppandosi in , valle condizionano l'avvenire dette nostre popolazioni. Credo che non riusciremo mai a ; risolverli da soli ». Un altro comune che faceva parte del consiglio di Valle Vigezzo. I Trontano. ha aderito alla comunità dell'Alta Ossola. Sempre in Val Vigezzo, si , è costituito addirittura un ] « comitato di iniziativa per la comunità montana dett'Ossola », che si pone in eviden- ; come quel- te contrasto con le tesi sostenute dagli amministratori locali, accusati di « scarsa democraticità». «In Val Vigezzo — rileva tra l'altro una nota diffusa dal comitato — non c'è partecipazione dei lavoratori e dei cittadini alle decisioni pubbliche ». Il comitato ha quindi proposto la convocazione in tutta la valle di consigli comunali «aperti » « dove ogni cittadino possa esprimere il proprio parere sulla questione». La proposta sarebbe stata accolta dagli amministratori. « Non abbiamo nessuna remora — dicono — a ribadire le nostre tesi di fronte ai nostri amministrati ». . . In Valle Anzasca, invece, il Consiglio comunale di Macugnaga ha espresso parere fa¬ vorevole ponendo alla comunità locale precise condizioni, alle quali sinora non sembra sia stata data una risposta. Le condizioni sono che la sede del consiglio di valle sia portata a Macugnaga. quale centro più importante, e che la presidenza sia affidata a rotazione a tutti. > a. v. ——- * sindaci di Malesco, Barazzetti, e dì Formazza, Anderlini, e Gian Attilio Corti

Persone citate: Anderlini, Ezio Morelli, Gian Attilio, Gian Attilio Corti, Luigi Anderlini, Morelli, Vittani