A marzo anche l'ospedale di Novara avrà un attrezzato "Centro dialisi,,

A marzo anche l'ospedale di Novara avrà un attrezzato "Centro dialisi,, In attesa che siano possibili anche i trapianti dei reni A marzo anche l'ospedale di Novara avrà un attrezzato "Centro dialisi,, L'annuncio dato dal presidente ingegner Antonini, a una tavola rotonda promossa dalla Società di cultura medica - Accanto al nuovo reparto sorgerà poi il centro nefrologico, premessa per i più arditi interventi chirurgici (Dal nostro corrispondente) Novara, 12 dicembre. Probabilmente, fra qualche anno, saranno possibili, all'Ospedale Maggiore di Novara, del resto già all'avanguardia in alcuni settori, interventi di alta chirurgia come i trapianti di organi umani. Se ne è discusso questa sera in una tavola rotonda promossa dalla società di cultura medica novarese presieduta dal professor Giovanni Pisani. Il tema («Il trapianto del rene: problemi di oggi e di domani») è stato esaminato sotto diversi punti di vista da quattro medici: Salvatore Macinìi che ha acquisito in questi giorni la specializzazione in nefrologia; Giorgio Perrone, anatomopatologo; Alberto Stangalini, biologo e Achille' Gramegna, chirurgo. Due primari dell'Ospedale Maggiore, i professori Alberto Gambigliani Zoccoli e Vittorio Sulas, hanno fatto da moderatori. I relatori hanno trattato il problema sotto il profilo scientifico evidenziando come, nonostante tante difficoltà, il trapianto del rene sia oggi possibile anche in Italia (ne sono stati eseguiti con successo una cinquantina) e che in futuro relativamente prossimo questo genere di intervento potrebbe essere fatto anche presso l'Ospedale Maggiore di Novara. «Occorre però — è stato detto — predisporre per tempo una vasta organizzazione sia tecnica sia scientifica alla base della quale deve esserci un centro dialisi efficiente». Non si può infatti parlare di trapianto senza un'adeguata preparazione del paziente attraverso il rene artificiale al quale si deve fare anche ricorso nei casi di rigetto. I cosidetti «centri dialisi» dotati cioè di rene artificiale, non solo sono oggi insufficienti ma, se in un prossimo futuro venissero moltiplicati, non risolverebbero il problema. I colpiti da nefropatie più o meno gravi sono ogni anno, in Italia, più di diecimila e secondo i medici la questione andrebbe affrontata non solo con il ricambio del sangue, cioè la dialisi, che non guarisce il male, ma sovente con il trapianto renale. A Novara un «centro dialisi» ancora non esiste. Ce n'è uno a Borgomanero allestito con ltuigimiranza da alcuni anni dagli amministratori dell'ospedale Santissima Trinità ed è il solo della provincia E' mai possibile, abbiamo chiesto al presidente del nosocomio novarese, ingegner Carlo Antonini, che un ospedale che aspira alla qualifica di «regionale» non disponga nemmeno di un rene artificiale? Per la verità la domanda è stata posta da più parti, non soltanto adesso e pare che dopo tante promesse sia venuta la volta buona. Antonini ci ha detto, infatti: «L'attrezzatura completa relativa a sei letti è già stata ordinata e i locali destinati ad ospitare il "centro" saranno pronti a marzo. Entro il 1973 con l'aggiunta di altri cinque letti, i posti saliranno a undici. Arriviamo in ritardo, è vero, ma quello di Novara, ordinato su una superficie di 20U metri quadrati, sarà uno dei "centri dialisi' più moderni, addirittura all'avanguardia». Troverà posto nel seminterrato del padiglione di medicina attualmente occupato dagli ambulatori di dermatologia che verranno trasferiti in altra sede, per fare anche posto alla istituenda «unità coronarica». Nel corso del dibattito di questa sera è stato preso atto con soddisfazione delle dichiarazioni del presidente, Antonini che preludono al sorgere, accanto a quello del¬ la dialisi, di un Centro nefrologico vero e proprio, una premessa questa, indispensabile, per una eventuale sezione «trapianti», per la quale — è inutile farsi illusioni — passeranno anni. Come è stato evidenziato questa sera ai trapianti di organi umani si frappongono più che difficoltà di carattere scientifico, altre di natura legislativa e organizzativa. Ammesso che la apposita legge venga -approvata bisognerà costituire una specie di «banca del rene» cui fare ricorso per i trapianti. In Europa già funziona «l'Eurotrasplant» e alcuni ospedali italiani dove vengono eseguiti i trapianti sono collegati fra loro. Come per le trasfusioni di sangue, anche per i reni (e in misura ancora maggiore) sono necessarie classificazioni, dei veri e propri «test». Non è detto che trovato un donatore, l'organo sia adatto al soggetto previsto; andrà ad un altro che presenta caratteristiche di analogia, magari degente presso una clinica lontana centinaia di chilometri. La classificazione potrà essere affidata ai computer che in pochi secondi atrovano» il soggetto adatto. «Aron c'è niente di avveniristico in tutto questo». La frase ha suggellato la tavola rotonda di questa sera. p. b. Novara. Il prof. Vittorio Sulas e il dott. Salvatore Maduli

Luoghi citati: Borgomanero, Europa, Italia, Novara