Sparò (ma con lo scacciacani) al nipote che gli aveva fatto la serenata: assolto

Sparò (ma con lo scacciacani) al nipote che gli aveva fatto la serenata: assolto Processi per una festa di San Giuseppe, un muretto, un coltello Sparò (ma con lo scacciacani) al nipote che gli aveva fatto la serenata: assolto Nella seconda vicenda il pretore di Borgomanero condanna sia il costruttore abusivo della parete divisoria sia il querelante che si era fatto giustizia - Un anno all'imputato che si fabbricò il pugnale Borgomanero, 30 novembre. Uno zio che ha sparato «per scherzo» al nipote, un proprietario che ha querelato il vicino di casa che gli aveva demolito il muro di cinta (che egli aveva fabbricato senza licenza) e un pregiudicato che si è costruito un coltellaccio «per i lavoretti in cucina» sono stati protagonisti dei tre processi che si sono svolti alla pretura, di Borgomanero. Assolto il primo, condannati tutti e due i secondi, in carcere il terzo. Domenico Grandinetti, 56 anni, un operaio abitante a Pogno in via per Alzo 9, im- migrato da Nocera Tirinese (Catanzaro), era accusato di minaccia a mano armata, detenzione e porto d'arma da fuoco, sparò in luogo pubblico. Il fatto che ha portato al procedimento penale risale al 19 marzo, festa di S. Giuseppe. Quel giorno, un nipote del [Grandinetti, Giuseppe Vaccaro, 33 anni, abitante a Pella, via Torchio 33, aveva festeggiato l'onomastico con un'intera giornata di baldoria, in compagnia di tre suoi compaesani di Nocera: Nicola Valentino, abitante a Cesara, Pasquale Martire, abitante a Berzogno di Pogno, Ernesto Ghido, abitante a Pella. La sera, passando accanto alla casa dello zio del Vaccaro, i quattro giovani calabresi avevano avuto l'idea di improvvisare una specie di serenata: uno suonava la fisarmonica, gli altri cantavano. . La cosa non è piaciuta al Grandinetti che,, comparso sulla porta di casa, ha sparato un colpo verso i quattro menestrelli. L'arma, però, non fu mai trovata, e davanti al pretore l'accusato ha mostrato una pistola-giocattolo: «Era questa la pistola — ha dichiarato il Grandinetti —: volevo solo spaventarli». L'imputazione di minaccia aggravata è stata degradata in quella di minaccia semplice e, mancando la querela di parte, l'imputato è stato prosciolto da tutte le accuse. Per il secondo processo sono comparsi davanti al giudice Francesco Esposito, nato 50 anni fa a Pietravairano (Caserta), abitante a Varallo Pombia in via Porto 12, manovale, e Bruno Besostri, 52 anni, aggiustatore meccanico milanese, proprietario di una casa a Varallo Pombia, confinante con quella dell'Esposi. tO; La sera del 6 marzo scorso l'Esposito, rientrando verso le 20, notò che il vicino aveva incominciato a costruire un muretto divisorio tra le due proprietà lungo 23 metri: ritenendosi danneggiato, si mise senz'altro ad abbattere il muro. Di qui la querela contro l'Esposito, accusato di essersi fatto giustizia da solo. Nel corso dell'istruttoria si è però scoperto che il Besostri non aveva chiesto la licenza edilizia per costruire il muro, e il querelante è finito a sua volta sul banco degli imputati. Ora il pretore ha pronunciato due sentenze di condanna: 40 mila lire di multa più le spese processuali e i danni all'Esposito, 10 giorni di arresto, (con i benefici) e 40 mila lire di ammenda per il Besostri. Terzo processo: Nicola Cosentino, di 33 anni, nativo di Trecchina (Potenza), abitante a Castelletto Ticino, con a carico già una decina di condanne per furti, rapine, violenze, lesioni ed altri reati, ne è il protagonista. Doveva rispondere di porto abusivo di un pugnale lungo centimetri di cui 32 centimetri di lama affilata da entrambi i lati. I carabinieri di Castelletto l'avevano trovato sotto il sellino della sua Lambretta: «Me lo sono fatto da solo nell'officina di Rescaldina dove lavoro», ha spiegato il Cosentino. «Volevo usarlo in cucina», ha assicurato. Il p.m. non gli ha creduto ed ha chiesto nove mesi di arresto. Il pretore ha rincarato la dose: un anno senza benefici. Il condannato si è appellato, f. a. :—♦