"Non è il cemento a far morire le vigne ma il disinteresse di chi ha la terra,, di Gianfranco Quaglia

"Non è il cemento a far morire le vigne ma il disinteresse di chi ha la terra,, Salvare la collina: il sindaco di Ghemme si difende "Non è il cemento a far morire le vigne ma il disinteresse di chi ha la terra,, L'iniziativa della Pro Loco .ghemmese ha messo sotto accusa i pubblici amministratori che concedono troppe licenze edilizie - Agabio sostiene che bisogna invece trattenere la gente contadina attirata dalle città (Nostro servizio particolare) Ghemme, 21 novembre. Il sindaco di Ghemme, Gianfranco Agabio, è sotto accusa. L'iniziativa intrapresa dalla «Pro loco» per salvare la collina, lo vede al centro di una polemica che, nel corso di una prima tavola rotonda, è sfociata in pesanti critiche sull'operato dell'amministra, zione del centro vitivinicolo. ((Troppe licenze — è stato detto — sono state rilasciate negli ultimi anni. Il risultato: ville e costruzióni varie, che nulla hanno a che vedere con abitazioni rurali, sono sorte sulle pendici della fascia collinare, deturpando irrimediabilmente il paesaggio». Gli amanti della natura parlano di abusi edilizi che sarebbero stati favoriti in particolare modo a Ghemme. Il dito, naturalmente', è stato puntato sul primo cittadino. «Tutti vogliono salvare la collina — dice Gianfranco Agabio — ma pochi hanno te idee chiare. Parlano del prò blema senza conoscerlo a fondo. La salvaguardia della zona non si attua limitando esclusivamente il sorgere di nuove abitazioni. I difensori della natura vorrebbero mantenere integra la collina, così come lo è stata per secoli, perpetuando tutte le antiche tradizioni, magari facendo rivivere il contadino con la zap ■pa e la fanciulla che pigia l'uva con i piedi. E' così comodo assaporare questi quadretti bucolici, per un giorno, e poi tornare agli agi della città. La realtà invece, è un'altra: la collina sta perdendo la gente, proprio perché gli abitanti non vogliono più stare curvi con la zappa ed invidiano la vita delle città. A Ghemme, centro della viticoltura per eccellenza, sono rimaste in tutto 15 famiglie che vivono esclusivamente sulla coltivazione della vite». Quattromila abitanti, 15 famiglie dedite all'agricoltura Un po' poche per poter continuare una tradizione, come si vorrebbe. Gli altri nuclei familiari hanno conservato, per l'uva soltanto un antico amore e coltivano piccoli appezzamenti, in proprio, per ricavarsi qualche centinaio di bottiglie. «Ecco — si difende il sindaco — la disgregazione della collina, se di disgregazione si può parlare, è cominciata qui, con l'abbandono dei campi. Cinque, sei anni fa interi appezzamenti sono stati lasciati completamente al gerbido» n fenomeno è tipico in tutta la fascia collinare che sovrasta il capoluogo e corre verso la Valsesia da Briona a Grignasco. «Allora — aggiunge Gianfranco Agabio — le amministrazioni sono intervenute per cercare di sbloccare la situazione, valorizzando i paesi». • Ghemme è l'esempio più classico di questa trasformazione. L'agricoltura in declino è stata rimpiazzata da qual¬ che insediamento industriale. La circonvallazione, a est del paese, che evita agli automobilisti l'attraversamento dell'abitato, ha aperto nuove prospettive. Novaresi e milanesi hanno scoperto un nuovo polmone di verde, appunto la collina, in una posizione strategica, tra la montagna e la pianura, a due passi dalla città e a un tiro di schioppo dal monte Rosa. «I contadini abbandonano i campi — dice il sindaco — e li vendono. Non siamo certo noi a favorire queste operazioni ma nemmeno possiamo impedirle». I In alcuni tratti, dove prima j c'erano lunghe teorie di filari, adesso ci sono case. E' il cemento che ha invaso la collina, sostengono i difensori del paesaggio. Ribatte il sindaco: «Con i mezzi attualmente a disposi- ■ 2ione le amministrazioni non possono risolvere il proble- ma. Comunque, a mio avviso, non tutto il male viene per nuocere: dove sorgono abita- zioni anche i terreni annessi sono coltivati. Altrimenti la ! collina sarebbe una scacchie-1 ra obbrobriosa, con filari alternati a rovi e sterpi. Perlomeno dove viene costruita una casa la collina non muore. Non sarà molto ortodosso ma questo, al momento, è l'unico modo per valorizzare la zona». . In tutto ciò ci sono gli I estremi per parlare di abuso j edilizio? «Il piano regolatore — dice Agabio —. Prevede che il tratto di collina "incriminato" sia destinato a zona agricola. Queste condizioni sono state tutte quante rispettate da chi si è fatto la casa. erigendo, accanto all'abitazio- ■ ne, ripostigli ed attrezzature varie che potrebbero vera- mente essere utilizzati per scopi rurali». i Strutture, piano regolatore, j pianificazione. «Ma quale pia- j nificazione — ribatte il primo ; cittadino di Ghemme — se le \ amministrazioni non hanno I praticamente poteri? Pianifi- \ care con quali strumenti? L'intervento deve venire dal l'alto, magari dalla Regione. Noi tacciamo tutto il possibi- le per evitare scempi e brut-1 ture. Le ville sono sorte ai \ piedi, sul fianco, mai in cima \ alla collina. E poi. via, non esageriamo, nell'arco di cinque anni abbiamo rilasciato, al massimo una decina di licenze». Altro punto di dissenso è costituito dall'autostrada Voi tri-Sempione, il cui tracciato «taglierà» proprio la collina nei pressi di Ghemme. «Ci siamo battuti perché passasse qui — dice il sindaco —. Ed ora mi è stato anche comuni- cato che l'arteria non detur perà proprio niente. Attraver sera la collina in galleria. 650 metri, tutti sotto le viti. Il progetto è stato studiato in modo da tenere in considera zione proprio il patrimonio» Per il sindaco di Ghemme il cemento è solo un guasto limitato. «Se vogliamo salvare la collina dobbiamo trasfor mare l'agricoltura. Fermare la gente e cominciare un di- scorso nuovo. Ristrutturare le aziende, prima di lutto, allora la pianificazione sarà automatica. C'è però da ricorrere alla cooperazione, un argomento ancora tabù, da queste parti. Ad ogni modo l'amministrazione si sta battendo anche in questo senso, non pensa solo al cemento. In questi giorni ci stiamo interessando per costituire nella zona un'enoteca dei vini novaresi. Speriamo proprio di averla a Ghemme». Gianfranco Quaglia

Persone citate: Agabio, Gianfranco Agabio, Valsesia

Luoghi citati: Briona, Ghemme, Grignasco