Assolte le operaie della Clifford che si erano radunate ai cancelli
Assolte le operaie della Clifford che si erano radunate ai cancelli Applausi alla pretura di Domodossola per una sentenza Assolte le operaie della Clifford che si erano radunate ai cancelli Davanti alla fabbrica c'erano stati tafferugli - Per le imputate erano stati indetti dalle organizzazioni sindacali scioperi di solidarietà - Condannate a una multa, si erano opposte (Dal nostro corrispondente) Domodossola, 5 ottobre. Sciopero generale oggi in tutta la sona dell'Ossola per « solidarietà » nei confronti di 7 operaie della «Clifford e Williams» di Villadossola processate in pretura a Domodossola per gli episodi avvenuti nell'autunno scorso, durante gli scioperi contro i licenziamenti annunciati dall'azienda. Le operaie comparse sul banco degli imputati sono: Caterina Fiocca, 24 anni. Domodossola, piazza Matteotti 38; Manuela Onor, 20 anni, Villadossola, via Gramsci 57: Rita Brambilla, 26 anni, Vogogna; Clementina So- liani. 29 anni, Villadossola, via Bosco 32; Antonia Garau, 36 anni. Pieve Vergante Villaggio Rumianca; Cornelia Marzocchi. Villadossola, Villaggio Sisma; Giovanna Caridi, 35 anni, Villadossola, via Beltrami 14. Cinque delle imputate ricoprono cariche sindacali all'interno dell'azienda. Le operaie dovevano rispondere di non aver eseguito «l'ordine dato dai carabinieri che, per gravi motivi di ordine pubblico, avevano ingiunto di sgomberare gli spazi antistanti l'uscita dello stabilimento ». Per questo reato erano già state condannate a 7 mila lire ciascuna di ammenda, ma hanno preferito opporsi e affrontare il processo e U pretore di Domodossola le ha assolte oggi per insufficienza di prove. Con loro erano stati condannati anche due studenti che hanno pagato la multa. I fatti che avevano dato luogo alla denuncia dei carabinieri di Villadossola erano avvenuti dopo che la «Clifford e Williams», -un'industria tessile che occupa manodopera esclusivamente femminile (220 operaie), aveva annunciato una pesante riduzione dell'organico (più di trenta licenziamenti) e la richiesta della cassa d'integrazione per il resto delle mae strame. Le operaie erano insorte ed avevano proclamato subito uno sciopero a tempo indeterminato. Durante gli sòoperi i carabinieri erano intervenuti più volte. In una occasione, le operaie si erano radunate attorno ai cancelli dello stabilimento mentre sta va uscendo un camion. Altri incidenti erano avvenuti nelle ore d'entrata e di uscita delle operaie che non avevano aderito allo scalperò. Secondo l'accusa, i carabinieri avevano ordinato alle scioperanti di disperdersi per consentire l'uscita dell'autotreno ed il passaggio delle operaie che si erano recate al lavoro. Le imputate erano ripiaste davanti alla fabbrica e c'erano stati tafferugli, al termine dei quali alcune operaie dissero di essere state picchiate. La vertenza si concluse poi in modo favorevole Olle maestranze: i licenzùvmenti ed il provvedimento della cassa d'integrazione furono revocati dall'azienda. Stamane, al processo, tutte le sette imputate hanno detto « di non aver sentito l'ordine di sgomberare ». « I carabinieri ci sono venuti ad¬ dosso senza preavviso — ha detto un'operaia — e alcune di noi sono state malmenate». Al termine dei tafferugli, due delle imputate si presentarono da un medico che rilasciò loro certificati che stamane sono stati mostrati in aula dal difensore, avvocato Ric¬ cardo Borgna di Borgomanero. « Non è neppure vero che cercassimo di impedire l'entrata o l'uscita delle nostre colleghe — ha sostenuto in aula Caterina Fiocca — abbiamo solo cercato di avvicinarle per convincerle a non entrare in fabbrica». «Per quel che riguarda il camion — ha detto Rita Brambilla — ci eravamo raggruppate attorno ai cancelli per parlare con l'autista e fargli capire che stavamo lottando contro i licenziamenti e l'azienda, per tutta risposta, inviava il lavoro presso altre ditte di Borgomanero. Quando l'autotreno stava per partire abbiamo cercato di aggrapparci, ma solo per la rabbia: non potevamo certo fermarlo». fi comandante della stazione dei carabinieri di Villadossola ha detto: «Ho dato più volte alle scioperanti l'ordine di allargare le file per lasciare passare il camion e le altre, operaie. C'era molta confusione. Loro non hanno risposto. Allora noi abbiamo cominciato a spingere verso l'esterno. Loro spingevano dalla parte opposta». Sono poi sfilate altre operaie che facevano parte del gruppo delle scioperanti, che hanno confermato la versùyne fornita dalle imputate. Il p.m. ha chiesto la condanna delle operaie a ventimila lire di multa. Il difensore ha invece sostenuto che «in ogni caso l'ordine di sgombero non è stato dato nei modi voluti dalla legge». Alla sentenza del pretore, ha fatto seguito un lungo applauso del folto pubblico presente in aula, formato da operai e sindacalisti delle fabbriche di tutta l'Ossola che hanno effettuato, con tempi e modalità, diverse, scioperi di solidarietà. Ai chimici della « Rumianca» di Pieve Vergonte e della « Rhodiatoce » di Villadossola, che hanno attuato uno sciopero d'un giorno per il rinnovo del contratto nazionale, si sono aggiunti gli edili di molti cantieri che hanno scioperato per tre ore ed i metalmeccanici della «Sisma» e della «Ceretti» di Villadossola, che hanno incrociato le braccia per tre ore. a. v. Domodossola. Le operaie della « Clifford e Williams» in pretura: sono state tutte assolte (Foto Falciola)
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