Caccia alle vipere vive nell'Ossola con un imitatore di don Ruscetta

Caccia alle vipere vive nell'Ossola con un imitatore di don Ruscetta In attesa deUa legse che ristabilisca ^equilibrio ecologico Caccia alle vipere vive nell'Ossola con un imitatore di don Ruscetta In tutte le valli i pericolosi rettili sono in aumento e i sindaci sono preoccupati per le conseguenze sull'economia turistica - Un operaio' di Baceno passa le giornate a catturarle vive per rifornire l'Istituto sieroterapico milanese «Dal nostro inviato speciale) . Baceno, 11 agosto. Le vipere sono in aumento in tutte le valli dell'Ossola, Del fenomeno, che sta assu mendo dimensioni sempre più impressionanti, si stanno occupando amministratori comunali e naturalisti. Si ricercano le cause, ormai comunemente indicate nella scomparsa dei rapaci e nell'abbandono delle terre di montagna, e si studiano rimedi. Molti comuni dell'Ossola, dove la diffusione dei rettili può avere conseguenze preoccupanti sull'economia turistica, sono corsi fra i primi ai ripari con la proposta di legge, di cui abbiamo già parlato, che tende a ristàbilire, almeno su una parte di ogni territorio comunale, il primitivo equilibrio ecologico. Nell'Ossola c'è però anche chi non ha paura delle vipere, anzi passa le sue giornate a rincorrerle, a snidarle nelle località più impervie per catturarle vive. Il «nemico» numero uno di questi rettili si chiama Diovuole Proletti, è operaio alle terme di'Crodo, abita a Croveo di Baceno ed è sposato con tre figli. La sua è un'opera umanitaria: dalle vipere vive che cattura viene estratto U veleno che si usa per fabbricare il siero che viene impiegato come antidoto per le morsicature. Proletti è-un allievo di don Ruscetta, il popolarissimo «prete viperaio» di Croveo che aveva iniziato la cattura delle vipere in valle Antigono e le inviava, per le stesse finalità, all'istituto «Pasteur». Don Ruscetta aveva dedicato gran parte della sua vita allo studio di questi rettili e ne aveva imbalsamato centinaia di esemplari, che sono ora esposti all'istituto «Rosmini» di Domodossola. Dopo la sua morte, la popolazione di Croveo gli ha dedicato un monumento, eretto al centro del paese. Ora. Proletti è diventato il legittimo erede di questa «tradizione». «Ho cominciato a catturare le prime vipere a 11 anni — racconta.— proprio-sotto la guida di don Ruscetta che insegnava a non temerle a tutti i ragazzi del paese, con lezioni "dal vivo" che avvenivano di fronte alla scuola. Proprio in seguito all'enorme proliferazione dei rettili ed atte crescenti necessità di siero, l'istituto sieroterapico di Milano paga 5000 lire per ogni vipera viva che viene Inviata. In valle Antigoro è stata bandita una vera e propria «cacchi» alle vipere. Come si prende una vipera viva? Proletti ce lo fa vedere in piazza, liberando due grosse «aspis» (la specie più comune e diffusa nell'Osso la) che si era portato da casa in un vaso di vetro. Là gente si tiene prudentemente a distanza, mentre il «viperaio» segue il rettile, lo ferma premendogli un bastoncino sulla coda e la prende tranquillamente con una mano, con due dita serrate sulla testa. La vipera, lunga più di mezzo metro, si dimena e la gente continua ad allonta- narsi. «Questa è particola!niente cattiva — dice Prdlet- ti tenendola ben salda di fronte all'obiettivo del foto, grafo — in montagna, comunque, non è così facile. Quante vipere ha catturato sinora? «Da quando ho cominciato, migliaia. Quesfanno ne ho già prese 150. Quando torna dalle sue battute dove tiene le vipere? «A casa in un bidone. Per la spedizione le metto in sacchetti di juta e poi in cassette chiuse ermeticamente. Non ha 'paura per i suoi bambini con tutte quelle vipere in casa? «No, non c'è alcun pericolo: la vipera pub alzarsi al massimo mezzo metro ma non può raggiungere l'orlo del bidone. Ai miei bambini comunque sto già insegnando come si fà a catturarle. Che consigli puri dare ai gitanti e ai turisti per evitare le morsicature? «Portare anzitutto — dice Proletti — scarpe molto alte oppure calzettoni. Evitare il più possibile i prati vicini ai corsi d'acqua. Non procedere con le mani a tentoni nei cespugli e nei rododendri: c'è una vipera, chiamata appunto "del rododendro", che abitualmente vi si nasconde». Adriano Velli Baceno. Diovuole Proletti con uria vipera viva che ha appena catturato (Foto Falciola)

Luoghi citati: Baceno, Domodossola, Milano, Ossola