"Brindiamo tutti col vino dei nostri padri maturato sui moderni filari della Bassa,,

"Brindiamo tutti col vino dei nostri padri maturato sui moderni filari della Bassa,, Successo dell'iniziativa di rilancio promossa dall'Unione agricoltori "Brindiamo tutti col vino dei nostri padri maturato sui moderni filari della Bassa,, Le bottiglie offerte ai clienti dei 24 ristoranti che hanno aderito, tutte rigorosamente genuine, si stanno rivelando un ottimo veicolo di propaganda - Un capitolo dell'economia locale che riafferma di giorno in giorno la sua importanza j no» e il «Ghemme», un'ante- (Nostro servizio particolare) Ghemme, 1 giugno. Il lancio dei vini novaresi ha trovato pronta rispondenza nel pubblico che affolla i ristoranti dove per una settimana non si possono bere se non bottiglie riempite con i prodotti genuini delle colline novaresi. I locali che hanno aderito all'iniziativa sono 24, ma molti altri hanno seguito l'esempio e in questi giorni quasi dappertutto i vini offerti ai clienti hanno etichette locali. L'iniziativa promozionale è stata presa dalla sezione economica provinciale della viticoltura dell'Unione degli agricolfori, presieduta dal dottor Cesare Ponti. « Dopo l'avvenuto riconoscimento di origine per i quattro vini novaresi (Fara, Sizzano, Ghemme, Boca) — spiega Ponti — era doveroso fare qualcosa in quanto la" vitivinicoltura è una componente notevole dell'economia di tutta la fascia collinare che, a nord di Novara, si estende tra il Sesia e il Ticino. Si può, anzi, ritenere che negli ultimi anni questo settore si stia sempre più affermando. Si è avuto infatti un ritorno alla vitivinicoltura nonostante l'esodo e rmvecchiarrento dei coltivatori ». Il fenomeno è significativo soprattutto nella Bassa, una plaga dove l'agricoltura è caratterizzata da una situazione fondiaria afflitta contemporaneamente dalla polverizzazione e dalla dispersione. Eppure è proprio qui che da qualche anno si sono tentate con successo coltivazioni secondo le più moderne tecniche con ottimi risultati'qualitativi. Il ritorno alla coltivazione della vite è pertanto da intendere come un risvegliato interesse che si manifesta nel rinnovamento e neU'ampUamento degli impuniti, nell'adozione di nuovi sistemi di coltivazione (il tipico e tradizionale «maggiolino» sta cedendo il passo al «filare») e delle moderne tecniche colturali, oltre all'attuazione di inizùitive di trasformazione e commercializzazione del prodotto. Appunto per commercwlizzare il prodotto è nata l'idea della «Settimana dei vini novaresi» che si sta svolgendo in tutta la provincia, dalla «Bassa» ai laghi, sino alle porte dell'Ossola. Dopo la presentazione ufficiale al ristorante «La Noce» di Novara, la manifestazione ha già avuto sviluppi di rilievo. In occasione della conferenza stampa per il centenario della Banca Popolare di Novara, un folio gruppo di giornalisti e operatori economici ha accompagnato, il «pranzo di lavoro» al ristorante «Borsa» con il «Sizza- prima che ha permesso a molti di scoprire nel vero senso della parola vini sconosciuti. Lunedì scorso assaggio internazionale offerto ai funamboli del basket, gli «Harlem Globetrotters» ospiti di Novara. Dopo questi lanci fuori programma, il dottor Vittorio Olivelli, promotore dell'iniziativa ha fornito qualche indicazione sulle prime giornate: «Le notizie che ci giungono dai 24 ristoranti sono tutte soddisfacenti. I "nostri" vini raccolgono ovunque l'incondizionato favore e dopo tutti questi giorni, di festa tireremo le somme di questo primo "passo". Continueremo poi nella ricerca di iniziative atte a dare giusto spazio alla produzione novarese che è seconda a poche in fatto di qualità». Un esempio. Ieri sera ' a Ghemme, una località centrale della produzione vitivinicola novarese, il «Gufo Nero» è slato preso d'assalto da tre tavo¬ late di studenti e studentesse di Romagnano e di Borgomanero che festeggiavano la fine delle fatiche scolastiche. 1 giovani che frequentano l'istiiuto tecnico industriale e la scuola per segretarie d'azienda hanno commentato: «Abbiamo ora un momento di pausa e poi ci tocca riprendere con gli esami. Se "in vino veritas" noi da stasera saremo i portatori della verità perché abbiamo brindato ripetutamente con vino genuino nella speranza che ciò ci porti anche fortuna». Si trat¬ tava naturalmente di prelibato Ghemme D.O.C. Il proprietario del locale Francesco Rovellotti, è un personaggio caratteristico. Sino a qualche tempo fa faceva il meccanico e aveva un garage con distributore di benzina nel centro del paese. La costruzione della circonvallazione ha creato l'opportunità di una nuova stazione di servizio e il Rovellotti ha traslocato, piazzandosi all'ingresso di Ghemme. Il distributore da solo non bastava ed è così nata la «Taverna del gufo»; nome scelto dal cuoco, Vincenzo Dadallo, al quale è affidata la responsabilità del successo del locale. Un discorso gastronomico trova sempre pubblico, specie d'estate quando la campagna si popola di villeggianti. In un itinerario gastronomico, il locale non sfigurerebbe per merito del suo carrello ricco di portate che vanno dal gustoso stufato dì asino a tutte le qualità di arrosti, senza contare ì primi piatti tra i quali il «risotto allo champagne». Inutile aggiungere che al «Gu¬ fo» (diventato anche «nero» dopo l'apertura nei pressi di Nibbio di un altro locale chiamato «Gufo») il vino novarese è di casa e si possono degustare tutte le migliori annate in bottiglie confezionate da noti produttori e da privati, tutte di indubbio pregio. Per questo Ghemme è considerata la capitale del vino novarese e aspetta che, sul suo territorio, sorga al più presto il «Museo del vino novarese» che però Romagnano Sesùi le contende. Lìliano Laurenzi Ghemme. Una tavolata di studenti di Romagnano Sesia ha brindato con prelibato vino locale agli esami che li attendono nei prossimi giorni (Giovetti)