"Quella notte di settembre ad Arona in una saletta dell'albergo Spagna," di Umberto Gottardello

"Quella notte di settembre ad Arona in una saletta dell'albergo Spagna," Episodi e speranze nel ricordo dei primi partigiani "Quella notte di settembre ad Arona in una saletta dell'albergo Spagna," (Dal nostro corrispondente) Oleggio, 22 aprile. L'8 settembre 1943, con l'annuncio di Badoglio che le richieste di un armistizio erano stale accolte dal generale Eisenhower, ha segnato per le terre TKYoaresiVmizUlrdel periodo più tragico della guerra. I tedeschi si installano nella caserma «Perrone» di Novara, mentre gli antifascisti cercano di accordarsi per costituire un ente che serva da ponte con quelli che già esistono fuori i confini del Novarese. «La prima riunione introduttiva — ricorda il dottor Pio Cerutti, un farmacista ora in pensione che fu membro del Cln — si svolse in una casa di piazza Martin ad Oleggio messa a disposizione da Mario Segatto (un socialista divenuto primo sindaco di Oleggio nel dopoguerra), presenti Alberto Jacometti («Andrea»), Carlo Torelli («Cesare»), e Carlo Leonardi («Carletto») morto poi in un campo di sterminio tedesco. Questi primi «cospiratori». ricorda, si ritrovarono poi, nella notte del 21 settembre 1943, in una saletta dell'albergo- Spagna ad Arona. Fu in quella riunione clandestina che ebbe inizio l'attività militare che portò alla formazione delle molte bande partigìa, j T^8jÌ^.»roj?inc^-., ■ Come ricordano, 27 anni dopo, quelle giornate i protagonisti, ora uomini maturi? Enrico Massaro, già assessore al comune di Novara, ora presidente della Gescal, fu comandante della divisione Valtoce. Dice: «Oggi ci chiediamo se le speranze si sono tradotte in realtà, se lo spirito della Resistenza si è dissipato. Vi è stata soprattutto carenza legislativa, sono mancate le leggi necessarie all'attuazione della Costituzione. Ma è certo che non si è tornati indietro». L'architetto novarese Arrigo Gruppi, il «Comandante Mo ro », che fu prima alla guida del battaglione Crevola poi, con la 81' brigata garibaldino volante Loss. « Scelsi il nome di battaglia Moro come testimonianza di antirazzismo » ricorda. Per lui i 27 anni non hanno risolto i problemi prò posti dalla Resistenza. «Con amarezza profonda — confessa — devo constatare che i valori morali, le speranze della resistenza non sono stati sufficientemente applicati ». E' sentita la data del 25 aprile? Alcuni sostengono che è meglio dimenticarla in quanto ricorda agli italiani una guerra civile, nella quale si trovarono su fronti avversi, amici e a volte anche fratelli. Non è di questo parere il dottor Pio Cerutti. ora presidente dell'ospedale di Oleggio. Per lui, che fece parte del Comitato di Liberazio ne, se è giusto guardare all'avvenire per non più riaprire le piaghe di un triste passato, è altrettanto giusto ricordare le sanguinose esperienze del passato, per non cadere in una altra tragedia. «Doverose e dignitose commemorazioni — spiega — senza retorica di divise, senza minacce, senza timore di confino o di esilio, non più cartoline precetto. Cosi l'hanno sognata quelli che hanno combattuto e sono caduti. Un largo respiro di libertà. Poter pensare, parlare, discutere con un senso di sicurezza. Ecco il vero significato della data del 25 aprile, festa della Liberazione ». Umberto Gottardello ♦ Oleggio. Il dott. Arrigo Gruppi, il .comandante «Moro» Novara. AI corteo si sono risentile, per bocca dei giovani, le canzoni che i padri partigiani hanno cantato sui monti durante la guerra di Liberazione (Foto Giovetti)