Macchine ferme alla Bemberg di Gozzano Dialogo interrotto tra le parti in causa di Francesco Allegra

Macchine ferme alla Bemberg di Gozzano Dialogo interrotto tra le parti in causa Macchine ferme alla Bemberg di Gozzano Dialogo interrotto tra le parti in causa La direzione ha mantenuto fermo il proposito di licenziare trenta impiegati - Il consiglio di fabbrica ha risposto con una dichiarazione di sciopero a oltranza - Nessun incidente ha turbato la giornata (Dal nostro corrispondente) Gozzano. 9 febbraio. La Bemberg è ferma da questa mattina. Lo sciopero a oltranza proclamato ieri all'arrivo delle lettere di licenziamento, è controllato dal consiglio di fabbrica che si trova riunito in seduta permanente. Lo stabilimento è bloccato in tutti i suoi reparti, compresi i magazzini di spedizione. L'arresto delle macchine è avvenuto tra le sei e le otto di stamane. Secondo i sindacati i dirigenti avrebbero dovuto disporre tempestivamente per la fermata: «I tempi tecnici per fermare i macchinari — dicono — sono di una decina di ore, ma l'azienda ha evidentemente sperato fino all'ultimo nella possibilità di un rientro dello sciopero e non ha provveduto come doveva. Per evitare danni troppo gravi abbiamo così invitato gli operai del terzo turno a rimanere in reparto per due ore oltre l'orario: ma anche in questo modo non si sono potute osservare tutte le misure prudenziali richieste e la ripresa presenterà certamente non poche difficoltà. Di questo noi facciamo colpa alla direzione». Di ripresa, tuttavia, non si parla. La spaccatura nel dibattito tra le due parti questa volta è stata netta e la possibilità di riallacciare un qualunque dialogo costruttivo in un tempo relativamente breve, non appaiono immediate, senza una mediazione ad alto livello. La vertenza tra l'azienda e i duemila dipendenti si trascinava ormai da troppo tempo e dopo le ultime vicende, aveva assunto indùbbiamente un tono di particolare asprezza. I licenziamenti (238 per il momento) erano stati annunciati fin dal 25 novembre i a n n o n 8 a scorso. La conseguente procedura sindacale era poi stata più volte avviata e sospesa, le lettere ufficiali con il fatale annuncio erano state fermate a metà strada o, addirittura, annullate per vari motivi, in un caso persino erano state spedite per «errore» f così almeno aveva sostenuto la direzione). Recentemente l'azienda aveva interrotto e rinviato l'intera procedura, mantenendola solo per trenta impiegati ma il consiglio di fabbrica aveva respinto questa soluzione temporànea, die confermava U principio di una ristrutturazione dell'azienda medmnte licenziamenti e lasciava, comunque, aperta la porta ad un possibile, massiccio licenziamento al termine del periodo della cassa di integrazione, e cioè tra pochi mesi. Su questo punto si è rotto. L'azienda ha confermato il suo proposito, facendo recapitare ieri mattina la lettera di congedo a trenta impiegati, e il consiglio di fabbrica ha risposto nel pomeriggio con la dichiarazione di sciopero ad oltranza La decisione consiliare è stata puntualmente attuata questa mattina. La cronaca della giornata. Non vi sono stati incidenti: le manifestazioni davanti ai cancelli sono iniziate fin dalle primissime ore del mattino, i dipendenti sono giunti all'ingresso della fabbrica, ma non sono entrati Alle otto sono usciti gli operai del turno di notte, che si erano trattenuti nello stabilimento per fermare le macchine. Alle otto e trenta, una delegazione è stata ricevuta in municipio, dove il sindaco ha annunciato una riunione straordinaria del Consiglio comunale sul problema dell'occupazione locale, per venerdì sera. Alla stessa ora. si è riunita l'assemblea di fàbbrica con l'intervento di circa 1500 dipendenti. L'assemblea ha discusso le modalità della lotta che non si prevede di breve durata. Mentre il consiglio di fàbbrica rimarrà riunito per il controllo della situazione, .delegazioni del consiglio e dei sindacati, interverranno ad incontri a diverso livello. . Una rappresentanza gozzanese visiterà a Grezzago (Milano) le maestranze dello stabilimento di proprietà dell'amministratore della Bemberg, Giancarlo Zoja, per illustrare a quei dipendenti il significato della lotta Una seconda delegazione si recherà a Milano nella sede centrale della società, ma gli incontri più .mportanti sono quelli in programma per venerdì a Roma con i ministri Giolitti e Donat-Cattin. In un volantino che verrà distribuito domani, il consiglio di fàbbrica spiega che «la Bemberg è ferma perché l'ingegner Zoja ha licenziato e non assicura il futuro dell'azienda. Una azienda che si rispetti — si legge — non assume a luglio per licenziare nel febbraio seguente». Le ragioni della Bemberg sotto, invece, esposte in un manifesto fiume dì colore piallo che ha. fatto V sua apparizione oggi in tutti i possi della zona. In esso la società ricorda che il processo cuproammoniacale è minacciato dall'età: «Il prodotto che fu un tempo chiamato seta Bemberg ha compiuto i 45 anni nel febbraio scorso e la sua produzione in matasse èInrstsrlai è stata da tempo interrotta in Inghilterra, in Germania e negli Stati Uniti perché superata dalle caratteristiche tessili e dai costi minori di altre tecnofìbre scoperte dopo la seconda guerra mondiale». L'azienda — è scritto ancora — lotta ara «per ristabilire l'equilibrio costo-ricavi, premessa indispensabile di ogni attività economica». Essa ribadisce, pertanto, il suo diritto a licenziare e à diminuire del 30 per cento le paghe dei dipendenti, del reparto torcitura che sono circa 800. «E' venuto il momento in cui -— afferma la Bemberg — le lavoratrici della torcitura dovrebbero sentire il dovere di valutare a fondo ciò che esse negli ultimi venticinque anni hanno ricevuto in più rispetto alle lavoratrici di altre torci¬ tnoininmnnmiiniiiiiiiiiniiHiiniiiiiirunimiinii ture non lontane da Gozzano». / commenti più duri li ha ottenuti quest'ultima frase. Francesco Allegra Gozzano. Un folto gruppo di operai, sotto il nevischio, ai cancelli della « Bemberg » (Telefoto)

Persone citate: Donat-cattin, Giancarlo Zoja, Giolitti, Zoja

Luoghi citati: Germania, Gozzano, Grezzago, Inghilterra, Milano, Roma, Stati Uniti