"Monito per la gioventù bruciata"

"Monito per la gioventù bruciata" I commenti del pubblico alla severa condanna dei tre rapinatóri di Fontaneto "Monito per la gioventù bruciata" L'aula in assise era gremita di curiosi e di amici dei giovani imputati - Per la capobanda ventenne anche parole di pietà - «Se avessi potuto avrei preso io la sua colpa» dice il fratello capellone - Consensi alla rapidità con cui è avvenuto il giudizio, pochi giorni dopo l'assalto alla banca (Nostro servizio particolare) Novara, 24 novembre. molto pubbUcéche gremiva l'aula della Corte l'assise ha accolto la severa condanna di Margherita Talamona (7 armi). Teresio Gramoni (12 anni) e Leonardo Leone (7 anni e 6 mesi) con un moto di sorpresa. «Che stangata!» è stato il primo commento. Il pubblico era in gran parte costituito dagli amici dei tre imputati. Qualcuno, anzi, è stato protagonista, insieme a loro, di qualche episodio di cui hanno parlato le cronache, a Per me — ci ha detto un giovane dai lunghi capelli — hanno calcato un po' la mano ». Per altri, invece, la sentenza è sfata « un salutare esempio che deve servire da monito per quella gioventù bruchila che si è incamminata su una cattiva strada ». Tra il pubblico femminile si è sentito commentare: «La Talamona si è condannata da sola, con il suo atteggiamento. Probabilmente è meno cattiva di quanto sembra. Comunque è una ragazza e forse con più comprensione poteva essere recuperata ». Anche il fratello capello ne, Ernesto, prova pena per la ragazza: alo e lei ci assomigliamo, ma se avessi potuto incontrarla in questi ultimi tempi non le avrei lasciato commettere ima rapina. La libertà va bene, ma non bisogna abusarne. E' vero, anch'io sono stato condannato, ma ero innocente. Se avessi potuto, avrei preso io la colpa per lei, sarei andato in galera al posto suo ». Senza pietà, invece la madre dei fratelli Marcon che hanno sposato uno la ma dre di Margherita e uno una sorella: «Quella ladra? Stia in galera: è molto meglio per tutti-»: : —-v~-j-4ì~-~- Il pubblico in genere.'inaipendentemente dalle pene inflitte ai tre giovani imputati, ha favorevolmente accolto la solerzia con la quale sono stati giudicati. Il processo per direttissima, cosi come previsto dall'articolo 502 del Codice di procedura, può essere instaurato soltanto nei casi di arresto in flagranza di reato. L'imputato deve essere portato davanti ai giudici entro cinque giorni. Se il reato è di competenza della corte d'assise, occorre che questa si trovi convocata in «sessione ». A Novara le a sessioni » di corte d'assise sono tre o quattro, nel corso dell'anno ed è stato un caso che per i rapinatori della banca di Fontaneto. sui stata possibile la a direttissima ». (A pag. 7: il servizio dell'inviato Remo Lugli). + Novara. Un aspetto dell'aula delle Assise durante il processo per la rapina alla banca di Fontaneto d'Agogna. In primo piano, Margherita Talamona, che indossa sulla minigonna una giubba di pelle imprestata da uno dei presenti, parla con il difensore. Dietro da sinistra: i complici, Teresio Gramoni e Leonardo Leone (Fotoservizio Giovati) Novara. La rapinatrice viene portata via di peso dall'aula I Novara. L'aw. Ferdinando Cardinali parla con la madre dell'imputata tra il pubblico Novara. Rosa Anna Talamona, madre della rapinatrice, svenuta su una panca del corridoio per il dolore provato nell'ascoltare la dura condanna. Accanto: il dottor Francesco Bertone, che ha presieduto il processo per la rapina di Fontaneto d'Agogna

Luoghi citati: Novara