Cala il sipario (senza, soluzione) per il "giallo di Johannerburg"

Cala il sipario (senza, soluzione) per il "giallo di Johannerburg" I periti non spiegano la morte dell'operaio verbanese Cala il sipario (senza, soluzione) per il "giallo di Johannerburg" Giuseppe Gagliardi mori precipitando da un grattacielo - Suicidio, disgrazia, delitto? - La sorella sosteneva questa tesi ma non si è riusciti a provarla (Dal nostro corrispondente) Verbania, 29 settembre. (a. c.) E' stata archiviata non essendo emersi elementi tali da giustificare qualsiasi provvedimento giudiziario, la pratica relativa alla morte avvenuta il 29 settembre 1968 in Sud Africa dell'operaio verbanese quarantenne Giuseppe Gagliardi. Come abbiamo pubblicato, l'operaio fu trovato sfracellato all'alba del cortile del grattacielo in cui abitava in Fattis Mansions a Johannesburg. Le autorità del luogo conclusero in breve l'inchiesta. La tesi del suicidio era stata prospettata dalla polizia e avvalorata da alcuni elementi venuti alla luce nei giorni immediatamente successivi al rinvenimento del cadavere, ma non si poteva escludere anche la tesi della disgrazia. La sorella della vittima, Giuseppina di 43 anni, dopo un fitto scambio di corrispondenza con amici residenti a Johannesburg e dopo aver curato il trasporto a Verbania della salma del fratello, para per il Sud Africa cercando di sapere qualcosa di più sulla «disgrazia». Tornata a casa e convinta che il fratello fosse stato ucciso, riuscì ad ottenere la riapertura dell'inchiesta e più tardi la riesumazione della salma, avvenuta il maggio scorso. I periti legali (professor Erminio Bossi dell'Università di Milano, il perito settore Giuseppe Giardini e professor Petassi) hanno confermato le conclusioni a cui era già pervenuta la magistratura sudafricana e cioè che la morte di Giuseppe Gagliardi era stata provocata da fratture multiple al cranio e da altre lesioni letali pari a quelle riscontrabili su un corpo precipitato dal quattordicesimo piano. Impossibile perciò affermare se il corpo sia caduto per volontà propria o perché spinto nel vuoto da altri e impossibile anche arrivare con certezza ad accusare di qualche responsabilità le persone che in qualche modo ebbero contatti con la vittima soprattutto nelle ore precedenti la morte. Anche se Giuseppina Gagliardi insiste nella sua ipotesi: «Afio fratello amava troppo la vita .per giungere al suicidio», la decisione della procura della Repubblica di Verbania ha fatto il punto alla vicenda.

Persone citate: Erminio Bossi, Giuseppe Gagliardi, Giuseppe Giardini, Giuseppina Gagliardi

Luoghi citati: Milano, Sud Africa, Verbania