Dalla parrocchia di Vintebbio al conventino di Santa Cristina di Francesco Allegra
Dalla parrocchia di Vintebbio al conventino di Santa Cristina Rapida carriera del guaritore promosso cardinale Dalla parrocchia di Vintebbio al conventino di Santa Cristina Don Rino celebra messa nell'interno della villa, e molti fedeli assistono sia alle funzioni dell'ordine dell'antipapa, sia a quelle della Chiesa romana - «Sono eretici» dice il prevosto di Borgomanero - La Procura sta esaminando la denuncia per oltraggio (Dal nostro corrispondente) Borgomanero, 23 sett. Tempi duri si annunciano per i discepoli locali di Michel Collin, lo spretato francese che si fa chiamare papa con il nome di Clemente XV. A metterli nei guai- con la giustizia e, in un certo senso, con l'autorità cattolica è stata soprattutto la venuta del ti cardinale » Emanuel, « vescovo» della cattedrale di Chartres (in realtà, ex parroco a Marsiglia). La visita del «presule» ha coinciso con la distribuzione e la spedizione per posta di telegrammi di scomunica e di altri volantini contenenti frasi ingiuriose nei riguardi di Paolo VI, definito «scaltro usurpatore, eretico camaleonte, anticristo, falso profeta e falso capo di Stato». In seguito a un sequestro fatto eseguire dal pretare di Borgomanero alle Poste locali, è in corso infatti un'azione legale contro i firmatari degli stampati: Clemente XV e il «Regno di Maria Corredentrice», che ha sede a Milano La pratica è stata trasmes sa per competenza dotta pretura borgomanerese atta Procura detta Repubblica di Novara, con la rubricazione ge nerica di «oltraggio aggravato», ma è possibile che l'autorità giudiziaria proceda più specificatamente anche a norma dell'articolo 297 del codice penale, òhe prevede pene da uno a tre anni per le offese recate all'onore e al prestigio dei capi di Stato estero. Proprio questa qualifica di capo di Stato oltre che di capo della Chiesa si intende negare nei ■messaggi del «Re- ono» a Paolo VI. «In nome di Dio — predica l'ex abate di Clemery attraverso un foglietto rosa giunto per posta in questi giorni a molti borgo maneresi — io Clemente XV, solo vero successore di Pio XII e di Giovanni XXIII"sul seggio di San Pietro, ho la missione di proclamare la verità nel mondo». £ come se ciò non bastasse, aggiunge: «Io ripeto che il seggio pontificale a Roma e le funzioni ecclesiastiche sono in mano àgli usurpatori, agli eretici e ai ladri di coscienze». Il testo dei manifestini — che stando all'indicazione apposta in ance a ciascuno di essi, dovrebbero essere stati stampati a Nancy — è piuttosto confuso, spesso addirittura caotico o quanto meno incomprensibile. Si capisce tuttavia di un certo progetto da parte di non meglio identificati framassoni di distruggere 18 mila chiese in Francia e di altre disgrazie: «Che scandalo? Noi abbiamo saputo che Paolo VI tende la mano e sostiene la massoneria». Le notizie calamitose sono mitigate dalla precisazione che «dopo la distruzione di alcune nazioni ritornerà la pace e noi. vivremo tempi di parat'ìso». Nell'attesa Clemente XV, «il solo vero successore di Pietro», combatte la sua guerra con mucchi di volantini. Che cosa ne pensano i suoi «nemici»? «La gente — ci dice don Luciano Litta, rettore di San Cristina — incomincia a chiedersi se è lecito insultare impunen temente il Papa. Anche se si tratta evidentemente di esaltati, è chiaro che non è possibile andare oltre una certa misura». Anche don Gianni Cavigioli, prevosto di Borgomanero, ci ripete più o meno le'stesse parole: «A sporgere denuncia non siamo stati noi, ma ha provveduto d'ufficio l'autorità giudiziaria. Certo è che molti parrocchiani ci manifestano la loro preoccupazione e ci chiedono di intervenire. La cosa però in sé è poco più d'una bolla di sapone: solo questo fatto degli insulti noti potrà essere tollerato a lungo». Quanti siano i convertiti n i e , a a a i i o atta «chiesa di Fatima» netta nostra zona non sono m grado di indicarlo nemmeno i parroci Alcuni fedeli di Clemery continuano a frequentare le funzioni religiose come se appartenessero ancora alla Chiesa dt Roma: «Questo — ci dice don Luciano — non può dirsi ortodosso». «Si tratta di eretici veri e propri», aggiunge don Gianni Contro di essi la Chiesa non rispolvererà tuttavia vecchi metodi repressivi, ma qualche misura — a quanto pare — verrà presa. Del resto il famoso «don Rino» di Vintebbio e gli altri cinque o sei ex preti che, come ci ha detto Giuseppe Franco Milionario (il factotum del «regno») «hanno saltato il fosso», continuano tutti ad officiare co me se niente fosse accaduto. «Don Sino», ex guaritore e ora «cardinale» o qualcosa di simile, ha celebrato più volte la messa al «conventino» di Santa Cristina. «I nostri sono tutti preti patentati — ci ha detto Milionario — e come tali si comportano. In fondo c'è ben poca differenza tra la nostra chiesa e quella di Roma». Ed è forse questa confusione che meno piace all'autorità cattolica e che probabilmente la costringerà a prendere provvedimenti al di fuori di quelli dell'autorità giudiziaria. Francesco Allegra ♦ Craveggia. Don Rino Ferraio, ex parroco di Vintebbio, in abito talare dorante una visita alla « santa » (Foto Moisio)
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