Nyco: salari (ridotti) speranze per la Fiasa

Nyco: salari (ridotti) speranze per la Fiasa Tre incontri sindacali a Grignasco Nyco: salari (ridotti) speranze per la Fiasa Il ministro Donat-Cattin conferma che i 130 dipendenti della fabbrica verbanese saranno messi in cassa integrazione - Le maestranze dello stabilimento ossolano di abrasivi non dovrebbero temere disoccupazione - Per il maglificio Alena di Vicolungo il prefetto farà un rapporto (Dal nostro inviato speciale) Grignasco, 2 agosto. Tre incontri hanno concluso ieri la visita del ministro Donat-Cattin alla undicesima edizione della Mostra del mobile. Dopo aver visitato accuratamente la rassegna degli artigiani del legno esprimendo lusinghieri apprezzamenti, il ministro ha ricevuto tre delegazioni per le vertenze della «Nyco» di Verbania, della «Fiasa» di Domodossola e del maglificio «Alena» di Vicolungo. Da Verbania per la «Nyco» erano venuti il sindaco, Pietro Mazzola, i sindacalisti Richetti. Alberganti e Pezzana e, in rappresentanza delle maestranze, i membri della commissione interna, Luini e Felletti, che erano accompagnati dall'onorevole Maulini (pei). All'incontro, che si è protratto per circa un'ora, erano pure presenti il senatore Bermani (psi) e l'onorevole Giordano (de). Com'è, noto in questi ultimi giorni, intorno alla « Nyco » era sorta une polemica. I sindacalisti avevano dichiaiato che secondo una affermazione dei ministro del Lavoro le trattative per la cessione dell'azienda all'Ammi (partecipazioni statali) erano fallite perché era stato chiesto un prezzo troppo alto. C'era stata al riguardo, una netta presa di posizione del liquidatore della «Nyco», ragionier Alfredo Lodari, il quale, in un telegramma al ministro, lo smentiva, sostenendo che, «nell'unico incontro delle parti, non si era assolutamente parlato di cifre». Uscendo ieri dopo aver discusso con l'onorevole Donat-Cattin, il sindaco di Verbania Mazzola e gli altri membri della delegazione ci hanno detto che, almeno ufficialmente, della polemica a distanza tra il ministro e il ragionier Lodari non s'è par' lato. Un portavoce del ministro, tuttavia, ha lasciato trapelare come stanno al riguardo le cose. Sarebbe vero, in sostanza, che da parte del liquidatore della «Nyco» r.on sarebbe stato chiesto «un prezzo» ma che questo era implicito e desumibile dalla presentazione di una contabi lità riferentesi al costo dei macchinari e ad altre «voci», Un risultato positivo, comunque, rincontro di ieri l'ha avuto: l'onorevole Donat-Cattin ha détto che le pratiche per l'ammissione al la procedura della «cassa integrazione» per tutti i 130 dopendenti della «Nyco» sono ormai avviate. Si spera, nei prossimi giorni, di varare la procedura cosicché per i cinque mesi passati e ancora per agosto le maestranze otterranno l'ottanta per cento del salario. Sembra anche che le trattative per la cessione dell'azienda riprenderanno nei prossimi giorni. 'All'incontro per la «Fiasa» erano di scena i dirigenti: il presidente della società, dottor Galtarossa, assistito dal suo legale e accompagnato del sindaco di Domodossola dottor Ferrari. Il ministro dal canto suo, era assistito dall'amministratore dell'Ani mi, avvocato Giasolli. La situazione è assai delicata: la «Fiasa» opera in un set toro (quello degli abrasivi) in cui un'altra azienda del Trentino, in crisi, è stata asoccorsa» dall'Ammi, creando, almeno nelle prospettive, un'assurda situazione concorrenziale. Come uscirne? Nella riunione di ieri sarebbero state gettate le basi per giungere a una soluzione. Di più non si è saputo. Abbiamo psDspmqsl«espGsetdi! però sentito l'avvocato Giasolli assicurare il sindaco di Domodossola: «E' fuori discussione-la situazione occupazionale» intesa evidentemente nel senso che, comunque, le maestranze della «Fiasa» rimarranno al loro posto. Terzo incontro, quello con la delegazione del maglificio «Alena»: una decina di operai e operaie, accompagnati dal sindaco di Vicolungo, Giuseppe Manica e dal vicesindaco, Giuseppe Catino. Venerdì scorso mentre le maestranze erano al lavoro, alla loro abitazione era giunta la lettera di licenziamento. L'azienda, in attività da appena sei me¬ nalarodavibadid'quMAnemto si, non era in grado di continuare. -Le maestranze hanno esposto al ministro una situazione assurda: per cento operai, più di trenta impiegati e il fatto che sino alla scorsa settimana tutto il personale era impegnato in due ore quotidiane di «straordinario». Perché, allora, chiudere da un giorno all'altro? hanno chiesto i membri della delegazione. Il ministro non ha saputo loro rispondere. Ha detto che , chi ed era un «rapporto» al prefetto di Novara e che si riserva di convocare a Roma il datore di lavoro. Piero Barbe Grignasco. La delegazione dèlia Alena di Vicolungo in attesa di essere ricevuta dal ministro (f. Record-Gozzano)