Un piano industriale e turistico per ridar vita alla Valle Antrona

Un piano industriale e turistico per ridar vita alla Valle Antrona Le iniziative nella zona più povera dell'Ossola Un piano industriale e turistico per ridar vita alla Valle Antrona Oasi di verde e di tranquillità, offre una residenza ideale durante Testate ma si sta anche attrezzando per gli sport invernali e dispone già a Cheggio di una sciovia e di due piste Lo sviluppo manifatturiero può avvenire attraverso i laboratori e le piccole fabbriche (Dal nostro inviato speciale) Antrona-Schicranco, 2 luglio. Non v'è dubbio che la Valle Antrona, fra tutte quelle dell'Ossola, è la più povera. Già salendo lungo i sedici chilometri che dividono Villadossola dall'ultimo abitato di Antronapùtna, le vecchie case, rozze, spesso coi muri a secco, senza intonaci, dalle fi- [ nestre piccole e prive di voltini in pietra, palesano una miseria antica. Colpa, senza dubbio, della forma della valle, a «Va troppo stretto, per cui l'agricoltura ha dovuto faticare per sopravvivere, strappando a forza di terrazze un po' di spazio piano alle sponde precipitose. Nei primi anni del secolo a Montescheno, uno dei quattro comuni, il patrimonio zootecnico era costituito da 600 capi di bestiame, mule pecore, mule capre; oggi i capi di bestiame sono ridotti a 150. le pecore a 500. le capre a 100. L'agricoltura, già scarsa in passato, si è ulteriormente ridotta. La popolazione l'ha abbandonata per dedicarsi all'industria. Ogni giorno dalla valle scendono verso Villadossola, per andare a lavorare nelle fabbriche, circa seicento persone, su un totale di 2060 abitanti. Nel 1861 gli abitanti erano 2846: sono via via andati decrescendo per la fuga dalla miseria. La comodità del collegamento pubblico con il servizio ài autocorriere tra i centri della valle e Villadossola (lo gestisce una cooperativa di lavoratori con sedie a Montescheno), ha fatto sì che una parte della popolazione mantenesse la residenza, pur recandosi a lavorare nelle fàbbriche. La Valle Antrona s'è quindi tramutata in un dormitorio di operai. E' giunto il momento di fare qualche cosa per togliere la palle dal suo torpore e dalla sua decadenza. «Le prospettive di crescita — è detto nel piano di coordinamento territoriale redatto dall'Ente provinciale per il turismo con l'aiuto della Camera di Commercio di Novara — si fondano su di una strategia combinata dallo sviluppo turistico e manifatturiero». In campo turistico si tratta di sviluppare la vocazione tipica della valle, che è quella di insediamenti per la residenza stagionale e per il weekend, adatti a valorizzare le risorse di verde e di tranquillità della zona Lo sviluppo manifatturiero può avvenire attraverso laboratori o piccole fabbriche, le quali possono servirsi del lavoro a tempo parziale di chi va a fare turni a Villadossola. «Turisticamente si può dire che tutta la valle è vergine — dice, il sindaco di Antrona Schieranco Angelo Zana —. Noi abbiamo un albergo e sei locande con ima settantina di posti letto. A Cbeggio, una nostra frazione a quota 1500, abbiamo una sciovia con due piste. Tutto qui». Aggiunge Davide Morioni, segretario dèlia Pro Loco di Antrona Schieranco e segretario del Comune: «Ad ogni vigilia di stagione estiva e invernale riceviamo decine e decine di lettere da gente che chiede informazioni perché vorrebbe venire in Valle Antrona, e noi dobbiamo a malincuore respingere queste richieste perché non disponiamo di attrezzature ricettive». La valle è stretta fino a un certo punto, poi si allarga: ad Antronapiana (metri 902), l'ultima delle numerose borgate che formano il Comune di Antrona Schieranco. il paesaggio è vastissimo. E un po' più in alto s'inizia la zona dei laghi: di Antrona (metri 1083), di Cheggio (metri 1490), Campliccioli (metri 1352), Cingino (metri 2229), Camposecco (metri 2325). Il lago di Antrona, creatosi naturalmente nel 1600 in seguito ad una enorme frana che distrusse l'abitato, è ora sfruttato per produzione di energic. elettrica, come tutti gli altri, che sono stati creati artificialmente. «Dovremmo costruire una strada che da Antronapiana porti all'Alpe Cama — dice il sindaco Zana — e là far sorgere gli impianti per lo sport invernale. Soltanto con delle buone attrezzature potremo attirare gente che darà vita alla vallata. E al tempo stesso riusciremo a trattenere i nostri giovani che potranno trovare occupazione in loco. Perché non c'è da illudersi: a desso molti continuano ad abitare qui e vanno avanti e indietro mattina e sera per lavorare a Villadossola, ma prima o poi si stancheranno e abbandoneranno definitivamente la valle». Il Comune dispone già del programma di fabbricazione, approvato dallo stesso gruppo di architetti che hanno curato il piano di coordinamento territoriale; ora si trova in attesa dell'approvazione del Provveditorato alle Opere Pubbliche. Secondo questo vroaramma. il Comune offrirà in vendita degli appezzamenti di terreno a prezzi ridottissimi, a condizione che nel giro di un paio d'anni ci si costruisca sopra una villetta. Sarà il primo passo verso il turismo residenziale. Gli altri Comuni della vallata sono: Montescheno, Vi- ganella. Sappiano. «Una fran- ! turnazione che è causa di mi- j seria e di rovina della menta- ; gna — dice Pietro Snider, sin- l daco di Montescheno e presi- dente del Consiglio di Valle | Antrona —. Viganella e Sep- \ piana nel 1928 erano state ag-1 gregate a Montescheno, poi j nel 1945 hanno riottenuto ; l'autonomia e cosi Monte-1 scheno, da povero che era. è | diventato mendicante. Se ì nostri tre Comuni potessero unirsi in uno solo risparinie remmo dieci o dodici milioni all'anno nei servizi ammim sfrativi, nella luce, nel riscal damento, nelle pratiche hir. era tiene. Bisogna andare ve - so i consorzi, non verso :a frantumazione, unire gli sfor zi. non dividerli», Montescheno era costituito da sedici borgate, tre delle quali sono state abbandonate dagli abitanti perché troppo scomode. Mancava la strada anche per la borgata Barbonigà. Il primo tratto, di un chilometro, è stato costruito grazie ad un mutuo con contributo statale; il rimanente percorso, di due chilometri, è sorto con modalità davvero singolari. Racconta il sindaco Snider: «Era dal 1966 che attendevamo di ottenere altro denaro, ma nessuno ci dava una mano. Allora tutti gli abitanti hanno deciso di costruirsela da sé, autotassandosi e lavorando con le proprie braccia. All'inizio della primavera, nel giro di un mese, duecento uomini hanno costruito i due chilometri di strada dopo avere ottenuto gratuitamente il terreno dai frontisti. Ne è cosi venuta fuori una "gippabile"; ora occorrono i muri, le barriere di protezione. Speriamo che lo Stato si ricordi di noi. Oltre tutto, questa strada deve essere prolungata perché si possano raggiungere le località dell'Alto Montescheno, da quota 800 a quota 1500, dove possono essere costruiti alberghi e villette per la stagione estiva». Il sindaco Snider non ha la pretesa di creare una stazione climatica invernale, riconosce che questo ruolo spetta ad Antrona. L'Alto mùììlèsciièìtu merita di essere sfruttato d'estate: è ricco di boschi (roveri, faggi, castagni, abeti) e di quiete. Un paesaggio ideale per le lunghe passeggiate, per le vacanze di chi vuole ritemprarsi nella tranquillità e nell'aria fine. Remo Lugli Pietro Snider, sindaco di Montescheno e D. Moriani, segretario comunale di Antrona

Persone citate: Angelo Zana, Cama, La Valle, Moriani, Pietro Snider, Remo Lugli Pietro, Snider, Zana