I 101 anni a Oleggio delle Cantine Sociali

I 101 anni a Oleggio delle Cantine Sociali Doppiata la boa del secolo I 101 anni a Oleggio delle Cantine Sociali Producono alcuni dei migliori vini piemontesi (Dal nostro corrispondente) Oleggio. 2 luglio. (u. g.) La Cantina Sociale di Oleggio compie 105 anni. Un primato che non trova eguali nella nostra Penisola e premia, sia pure dopo oltre un secolo, gli sforzi di Luigi Luzzatti e di Sebastiano Lissone, che nel 1866 iniziarono la propaganda a favore delle cantine sociali. Ma il vero artefice di questa istituzione (passata dai quattro soci del 1866 ai circa duecento del 1891. con la denominazione di Cantina Sociale Cooperativa Intercomunale di Oleggio), fu il cavalier Bernardino Balsari. Il suo nome è legato ad un originale sistema di potatura.. Gli inizi furono un vero atto di coraggio, dopo una precedente esperienza fallita per la distruzione quasi totale dei prodotti della vite, causata dalla peronospora. Nel 1866 era sorta ad Oleggio una prima cantina, che raccoglieva e vinificava in comune le uve .di quattro viticoltori. Ma dopo soli tre anni di attività la peronospora tornò a infierire e in quegli anni non esistevano mezzi efficaci per combattere questo flagello della vite. L'esperimento, fallito non per cattiva volontà dei quattro agricoltori, ma per eventi naturali, diede coraggio e stimolò dopo alcuni anni un numero più consistente di viticoltori. Dai quattro soci del 1866 si passò a 218 nel 1907 e dai 93329 quintali di uva vinificata nel 1891, si raggiunsero nel 1907 i 6127.98 quintali. L'iniziativa di Bernardino Balsari stava, con il passare degli anni, prendendo sempre maggior consistenza. Da allora sono passati parecchi lustri (al cavalier Bernardino Balsari è succeduto nella presidenza il figlio Antonio), ma lo spirito è sempre lo stesso: uno spirito fat, to di oculatezza, di competen- | za ed all'occasione di corag i gio. Da 16 anni la nuova sede ideila Cantina si trova sulla gTdnisdintcpc, . l i è provinciale Oleggio - Momo, i soci ammontano a cinquecento, il moderno stabilimento si estende su una supeilicie di 6500 metri quadrati (più di 1500 coperti), razionalmente attrezzato e fornito di 106 vasche di cemento per una capacità totale di 32 mila ettolitri, numerosi fusti in rovere di Slavonia per l'invecchiamento di altri 2500 ettolitri e moderni apparecchi enologici. Le uve provengono dai vigneti di Oleggio. Barengo. Mezzomerico, Simo, Bobo- gno. Cressa. Vaprio e Marano Ticino. I vini confezionati dal dottor Ferruccio Lucchini sono: il Vergiasca. il Roccolo e il Croantino, per i tipi da pasto; i «quattro moschettieri» della Cantina di Oleggio sono il «Vecchia Collina», il «Bonarda», il «Castel d'Andrino», tra i rossi, e il «Barengo bianco», tra i bianchi, Lucchini parla di queste sue quattro creature con una delicatezza dì sentiment'i da lasciai * l'impressione eh 2 oggetto del colloquio non. siano i vini, ira cose V/Vfòlti f-rr... rati. U"l «Vecchia ColUua». mi vi-o prodotto con uve -die;.ioni di vitigno nobile cai t. «E' un vino rosso rubino intenso e vellutato, generoso, asciutto, con piacevole retrogusto amarognolo ed un profumo vinoso franco», il «Bonarda», è di colore rosso rubino chiaro, ha sapore morbido ed armonico, «dal "bouquet" persistente e piacevole». D «Castel d'Andrino», è rosso rubino brillante, asciutto, sapido, di medio invecchiamento: lo si ottiene con una particolare selezione di uve. Le caratteristiche del «Barengo. bianco» sono un colore paglierino con riflessi dorati, secco, gradevolmente acido: ha un profumo delicato e tipico.

Persone citate: Bernardino Balsari, Cantina, Castel, Ferruccio Lucchini, Lucchini, Luigi Luzzatti, Sebastiano Lissone