Vuole vivere con l'ex fidanzato la sposa-bambina di S. Maurizio

Vuole vivere con l'ex fidanzato la sposa-bambina di S. Maurizio "Con mio marito non intendo tornare mai più,. Vuole vivere con l'ex fidanzato la sposa-bambina di S. Maurizio Il giovane, un sardo che aveva conosciuto prima del matrimonio, abita a Bologna - La donna, che è incinta, è stata condannata dal pretore di Borgomanero: 40 mila lire di multa Borgomanero, 30 giugno. (f. a.) Non vuole tornare dal marito e dai suoi bambini la sposa-bambina fuggita alcuni mesi fa da San Maurizio d'Opaglio. Lo ha detto chiaramente questa mattina al vicepretore avvocato Carlo Piemontesi nel corso del processo in cui è comparsa quale imputata. «Preferisco restarmene con il mio ex fidanzato con il quale sono andata a vivere dopo aver abbandonato per sempre mio marito», ha detto l'imputata, Rosa Alidorante, 20 anni, originaria di Frignano in provincia di Caserta. Vani sono stati i tentativi di rappacificazione del giudice, che ha informato la giovane donna dell'intenzione del marito di riprenderla con sé: Rosa Alidorante si è dimostrata irremovibile. Rimarrà a Bologna con Antonio Mela, un sardo fidanzato della donna prima che questa sposasse, a 16 anni, Salvatore Provenzano, nato nel 1939 a Castiglione Marittimo di Falema (Catanzaro). I due si sposarono nel 1967 a Gattina ra ed ebbero due figli: Saverio che ora ha tre anni e Maria Teresa di un anno. La donna attende ora un terzo bambino. Nell'ottobre del 1969 la coppia si trasferi nella frazione Briallo di San Maurizio d'Opaglio dove il Provenzano intraprese l'attività di artigiano pulitore, ma il 6 febbraio scorso la donna fuggi di casa portando con. se la piccola Maria Teresa per andare a vivere con il Mela. Sembra che in precedenza se ne fosse già andata altre volte, facendo poi ritorno. Il marito aveva sempre perdonato. Quel giorno però segnalò la scomparsa della moglie ai carabinieri di Alzo che denunciarono la donna per abbandono del tetto coniugale, mancata assistenza e sottrazione della bimba. Quest'ultimo reato contemplato dall'art. 574 del codice penale è il più grave, e prevede una pena fino a tre anni di reclusione. Da tale imputazione la donna, che aveva in- seguito riconsegnato la piccola al marito, è stata assolta par insufficienza, di prove. H. giudice l'ha invece condannata a .40 mila lire di Trutta ;rjpr <JhbQr>fifl"f del tetto coniugale concedendole il beneficio della condizionale e della non iscrizione. — Nell'udienza di stamane alla pretura di Borgomanero, si è parlato ancora una volta di Giovanni Bontempi l'irreperibile quarantacinquenne di Domodossola, titolare di un certificato penale comprendente oltre venti condanne alle quali si dovranno aggiungere le ultime tre pronunciate nel giro di qualche mese dal giudice locale. Questa volta 11 Bontempi avrebbe dovuto rispondere di emissione di assegni a vuoto all'ordine di Angelo Tagini di Nebbiuno per un importo totale di 210 mila lire. E' stato condannato a 350 mila lire di multa. — Un altro pluricondannato (quaranta sentenze) è comparso davanti al vicepretore Piemontesi in stato di detenzione. Si tratta di Mario Cavagnoli, 51 anni, nativo di Castelleene (Cremona). E' imputato di emissione di assegni scoperti per la somma di lire 134.000. I! Cavagnoli, che attualmente è detenuto nella colonia agricola di Isili in Sardegna, in considerazione dell'aggravante della recidiva, è stato condannato a quattro mesi di reclusione, pena interamente condonata per amnistia. — Un giovane immigrato, Giovanni Spera, di 21 anni, originario di Rionero di Vulture (Potenza) e residente a Divignano in via Mercanti 17, si è presentato nell'aula giudi¬ ziaria in divisa militare. Lo Spera era imputato di lesioni volontarie ai. danni della commerciante Maria Augusta Iulita di Divignano. ; Secondo l'accusa il giovane quando non era ancora militare un giorno era entrato nel negozio di alimentari della Iulita, la quale aveva invitato la sorella dello Spera a saldare un conto. In segno di offesa ° avrebbe rovesciato la bilancia e colpito con un cai- ciò al ginocchio sinistro la commerciante. Lo Spera si è difeso asserendo di essere stato provocato con uno schiaffo dal marito della ne- goziante Lino Annovazzi e ha negato gli addebiti. E' stato tuttavia condannato a due mesi di reclusione, quarantamila lire di multa e al risarcimento dei danni e al pagamento delle spese. GU sono stati concessi i doppi benefici.