Ai frontalieri il Comune di Cannobio raddoppierà l'imposta di famiglia? di Remo Lugli

Ai frontalieri il Comune di Cannobio raddoppierà l'imposta di famiglia? Ogni giorno 2500 lavoratori oltre il confine Ai frontalieri il Comune di Cannobio raddoppierà l'imposta di famiglia? Lo dice il sindaco, giustificandosi con le esigenze di bilancio di un paese assillato dai problemi legati a una immigrazione in contìnuo aumento - Tre correnti di «pendolari»: dalla Val Cannobina, daiFGssoìa, dalla Val Vigezzo (Dal nostro inviato speciale) Cannobio. 25 giugno.- Al convegno sui frontalieri delle province di Como, Novara, Varese e Sondrio, che si è svolto mercoledì e giovedì a Como, si è detto che il centro detta provincia di Novara con la maggior concentrazione di lavoratori che vanno ogni giorno- in Svizzera è Cannobio. ' Veniamo dunque qui a constatare di fatto quali sono i problemi che U frontalierato genera in un piccolo comune. Innanzitutto esaminiamo le cifre. Sono sempre parecchio discordanti perché diverse sono le fonti alle quali vengono attinte: l'Inam, la polizia svizzera, le anagrafi dei luoghi di residenza. Il dato dell'Irtam pecca sempre in difetto perché non c'è l'obbligo per, i lavoratori di iscriversi al nostro istituto di assistenza malattie; la polizia svizzera dovrebbe fornire indicazioni totali, ma spesso pare che ciò non avvenga; le anagrafi potrebbero rispecchiare l'esatta situazione, ma una indagine completa su questa base, non l'ha fatta nessuno. Da uno studio sulla situazione occupazionale della provincia con particolare riferimento ai frontalieri con la Svizzera, apparso sull'ultimo notiziario della Camera di commercio di Novara, si rileva che nel 1969 i frontalieri della provincia erano 1530 e che nel 1970 potevano essere duemila. A Como ieri l'altro è aiaiu formio la cifra at 2500 che dovrebbe essere la più vicina alla realtà. Nel citato studio della Camera di commercio si indicavano, per il 1969, queste due cifre: Cannobio 522 unità, Domodosso la 184, Per Cannobio il sindaco dottor Giovanni Dealessi, farmacista, ci fornisce il dato esatto, anagrafico: 830 persone di cui 628 uomini e 192 femmine. Per Domodossola parlano eloquentemente i tre treni che ogni mattina partono stracarichi e rovesciano i frontalieri nelle stazioni di Briga e di Visp. La terza forte. corrente di emigrazione giornaliera dall'Ossolano è quella della Valle Vigezzo, con il treno e le auto, in direzione del Locarnese, come quelle che partono da Cannobio e dalla Valle Cannobina. «Possiamo calcolare — dice il sindaco di Cannobio — cbe almeno la metà degli 830 nostri frontalieri siano immigrati. Sono, cioè, 250 famiglie, circa mille persone (per lo più toscani, ferraresi, siciliani) che si sono inserite nel nostro paese sebbene esso non avesse la capacità di recepirle. Siamo alla saturazione. Sono stati occupati anche i vani che per vetustà e per condizioni igienico - sanitarie non sono adatti ad essere abitati». L'offòVrrnento genera una serie divroolemi che. U sindaco -dottor Dealessi e il segretario comunale dottor Carlo Riccardi enumerano. Il prezzo degli affitti è salito sensibilmente negli ultimi tempi: un alloggio vecchio, di due camere e servizi (magari con il gabinetto esterno e in comune) costa sulle 15-20 mila lire al mese; m una casa moderna, due camere 25 mila, tre camere da 35 a 40 mila. L'acqua non è più sufficiente: si stanno trivellando due nuovi pozzi per le frazioni Carmine e Piaggio Valmara. Ma il problema più grosso è quello delle scuole materne, degli asili, delle scuole elementari e medie. «Ogni anno —dice il sindaco — ci sono 80 bambini che varcano la soglia della prima classe elementare. Ciò significa che oc¬ correrebbe una scuola matèrna, che ora non esiste, in grado di ospitare 250 bambini fino ai tre anni e un asilo della capacità di 300. Gli attuali asili sono di gran lunga meno capaci e sono vecchi, in locali inadatti, superati da tutti i punti di vista. Gli asili sono una cosa importantissima per gente che deve partire al mattino e tornare la sera (in molti casi sono frontalieri sia la moglie sia il marito). I cannobini si arrangiano, lasciano i figli ai parenti, ma gli immigrati non hanno parenti, devono ricorrere alla bontà dei vicini e, spesso, abbandonano i figli per strada». Il sindaco e U segretario sono orgogliosi del bilancio comunale che è in attivo. «Ma fino a quando riusciremo a mantenerlo tale? Possiamo fare rina scuola materna, ad esempio, ma poi come facciamo a mantenerla se nessuno ci dà un contributo? I bambini, è calcolato, vengo no a costare circa 60 mila lire al mese». Tre anni fa il comune ha sopraelevato le scuole elementari portando le aule da otto a dodici. «Non bastano più, dobbiamo costruirne un'altra, la faremo a Gerbia, fra Cannobio e la frazione Trafiume: abbiamo già chiesto un mutuo di 75 milioni, speriamo di incominciare presto i lavori». L'argomento istruzione non è finito, c'è la voce «scuola media». «Ora si trova in locali che sono sopra gli uffici comunali, in condizioni igieniche deplorevoli— dice il sindacò —. Due anni fa, spendendo 15 milioni, abbiamo costruito quattro aule con e- lementi prefabbricati. In totale gli alunni medi che ospitiamo sono 110. Siamo saturi e invece dovremmo poter accogliere' molta altri ragazzi perché Cannobio deve assorbire anche quelli della Valle Cannobina. Adesso molte fa-mi glie di lavoratori si vedono costrette a mandare i loro fi-gli in collegio, non potendo sistemarli nella nostra scuola media. Sono dieci anni che abbiamo chiesto allo Stato di costruire la scuola media, ma non siamo ancora riusciti ad entrare nella graduatoria». Gli 8ro frontalieri di Cannobio vanno in Svizzera in auto: in genere si raggruppano in tre o quattro su ogni vettura per ridurre la spesa. Spesso al valico di Piaggio Valmara c'è da fare una lunga coda, per l'intenso movimento turistico. Basterebbe che la direzione della navigazione lacuale istituisse delle corse speciali Cannobio - Lo carno - Cannobio. al mattino e la sera per i frontalieri: il traffico stradale sarebbe sensibilmente decongestionato e i lavoratori risparmierebbero come minimo un'ora di viaggio al giorno. Al convegno di Como si è parlato anche della doppia tassazione, una delle tante spine dei frontalieri che pagano le imposte direttamente alla fonte, in Svizzera, poi le ripagano in Italia, sotto forma di imposta di famiglia. «Sarebbe facile fare della demagogia — dice il sindaco —: annunciare che l'amrninistrazione toghe le tasse ai frontalieri. E poi, come faremmo a provvedere alle necessità pubbliche? Le famiglie dei frontalieri sono circa 500 su un totale di 1800. Purtroppo presto dovremo fare la cosa inveì sa: da molti anni le ali¬ quote sono immutate, in genere un operaio frontaliero paga sulle 4 mila lire di imposta di famiglia: dovremo aumentarla a più del doppio». I problemi sono pressanti e andranno sempre più aggra¬ vandosi perché le richieste di iscrizioni anagrafiche da parte di immigrati sono in aumento e si dice qui Jte altre fàbbriche svizzere stiano per sorgere sulla fascia di confine per sfruttare la nostra ma nodopera. «Sono preoccupato — dice il dottor Dealessi — tanto che mi sono deciso ad avvicinare il deputato svizzero Nessi e il sindacalista Chiesa, di Lugano, per chiedere un loro intervento presso gli industriali svizzeri affinché si decidano a venire a costruire, qui in Italia, le case per i loro operai». E' una proposta che è stata fatta anche al convegno di Como, perché non è giusto che gli svizzeri sfruttino i nostri frontalieri e lascino soltanto a noi italiani il compito di far fronte a tutti i costi sociali che la loro residenza comporta. Remo Lugli Cannobio. Giovanni Dealessi VISP. Siamo nel Canton Vallese: il treno ha appena scaricato in stazione il consueto gruppo di italiani che ogni giorno da Domodossola varcano il confine (Foto Moisio)