A Roma non approvano che Galliate si espanda come una macchia d'olio

A Roma non approvano che Galliate si espanda come una macchia d'olio Il piano regolatore va avanti e indietro A Roma non approvano che Galliate si espanda come una macchia d'olio «Uno sviluppo a forma monocentrica — spiega il sindaco —, sembra un concetto ormai sorpassato» - Intanto il Comune non può aprire strade né reperire aree per l'edilizia popolare - Un grosso problema: il ristagno industriale che incide sull'economia cittadina (Dal nostro inviato speciale/ Galliate. 19 maggio. Galliate ristagna. Aveva 11.150 abitanti nel 1951; oggi, a distanza di venti anni, ne conta 13.700. Un incremento modestissimo, di appena il 22 per cento, il più basso tra i grossi centri del Novarese. Perché? Lo chiediamo al sindaco professor Francesco Albertinale. «Risposta difficile — dice — perché il problema è complesso». Il professor Albertinale, cbe è preside di scuola media, spiega che metà della popolazione attiva (8 mila persone) è impiegata nell'industria. «Di questi 4 mila miei concittadini, un terzo lavora nel settore tessile, un settore soggetto a crisi ricorrenti. Attualmente un migliaio di persone non lavorano più di tre o quattro giorni la settimana, ed è ovvio che l'economia di Galliate ne risenta». Fortunatamente altri settori (quello meccanico ed elettrotecnico per esempio) sono in pieno sviluppo. Negli ultimi anni sono sorte una decina di nuove aziènde che, se pure modeste, hanno permesso di portare a 528 gli occupati in questo settore.'L'agricoltura con i suoi 300 addetti (il numero modesto non deve trarre in inganno), è all'avanguardia con un alto grado di meccanizzazione, il secondo posto, dopo i tessili, è occupato (750 addetti), dal settore delle maglierie grazie alla presenza di una industria a carattere nazionale. Si è insediata, negli ultimi nnni, anche una industria dell'abbigliamento ma langue l'edilizia. «Un po' è colpa del piano regolatore — puntualizza II sindaco —. Varato nel 1962, ci è ritornato più volte e ancora in questi giorni è a Roma in attesa di approvazione. Noi — aggiunge — prevedevamo uno sviluppo di Galliate in forma "monocentrica", che la cittadina, cioè, si allargasse a macchia d'olio, ma da Roma conti-, miano a dirci che questo non è più un concetto moderno». Naturalmente, benché vengano concesse licenze di costruzione in base alla legge «restrittiva» edilizia, tutti o quasi attendono il piano regolatore che permette uno sfruttamento completo dei terreni edificatili. Per fortuna, il problema degli alloggo, per quanto sentito, non è, qui a Galliate, coai impellente come altrove. Ma senza piano regolatore il Comune ha le mani legate. «Non possiamo aprire le nuove strade previste, né reperire le-aree per il piano di edilizia popolare; non possiamo risolvere l'annosa questione del cosiddetto centro storico» — spiega il professor Albertinale e precisa: «Qui però si fa avanti la Sovraintendenza ai monumenti che mantiene un blocco a causa del tessuto viario medioevale che gravita attorno al castello visconteo». L'amministrazione di Galliate con un bilancio che chiude largamente in pareggio (sul mezzo miliardo) ha molta carne al fuoco. Tra le opere pubbliche di grossa mole prima è l'ampliamento della fognatura. «Abbiamo in mano un preventivo di spesa: un miliardo tondo — ci dice il sindaco — una somma superiore alle nostre possibilità ma speriamo nel contributo governativo. Non saranno denari, ma un t ' iborso del 3 per cento sul mutuo che saremo costretti ad accendere, è più die sulficente». Altre opere in programma: l'asilo nido, la casa di ripòso per anziani, edifici scolastici e l'ampliamento degli impianti sportivi (Galliate ha già un palazzetto dello sport). Spesa totale 500 milioni, da suddividersi, naturalmente, in più esercizi. L'amministrazione civica è però preoccupata per il «ristagno» industriale, la crisi tessile che incide notevolm:-nte sull'economia di Galliate. «Abbiamo in atto una ope- sismo tnr.Anr.tn n iamnfim. i razione tendente a incentiva• re l'insediamento di nuove j industrie — dice il professor Albertinale —. Lo facciamo attraverso il reperimento delle aree, concedendo facilitazioni di ogni genere». Un impulso per uscire dall'immobilismo potrà essere dato anche dai lavori per la fognatura e da quelli altret- tanto importanti per la costruzione , della tangenziale sulla, statale 341 la cosiddetta «Gallaratese». Il Comune ha speso, per i soli progetti, 24 milioni e l'Arias, adesso, U ha fatti propri. La statale non attraverserà più il cen¬ tro abitato, ma lo aggirerà ad est, passando sopra l'autostrada Torino - Milano. Lambirà Ferriate, frazione di Novara, per inserirsi sulla prevista variante della «Padana Superiore», vale a dire la Torino-Milane, a sud di Novara. Piero Barbe II prof. Francesco Albertinale iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiii scD 11

Persone citate: Arias, Francesco Albertinale, Piero Barbe Ii