Le camelie del lago sono in fiore ma per ammirarle si spende troppo

Le camelie del lago sono in fiore ma per ammirarle si spende troppo Prezzi elevati e attrezzature inadeguate tengono lontani i turisti Le camelie del lago sono in fiore ma per ammirarle si spende troppo Non sono più che un ricordo le «stagioni» della belle epoque, anche se le statistiche parlano di clienti in aumento, francesi soprattutto - Il presidente dell'EPT: «Con i 100 milioni che abbiamo facciamo miracoli, ma gli albergatori devono rammodernare gli esercizi, adattarsi a lavorare sulla quantità» - Dati sconfortanti: 11.190 camere e 4459 bagni - A volte un solo telefono per un albergo (Dal nostro Inviato speciale) Stresa, 21 aprile. Quanta grazia di Dio che va perduta! Il Lago Maggiore è nel suo pieno splendore primaverile: acqua e cielo azzurri, e sulle sponde, tra il verde, già rigoglioso, i colori più splendenti delle piante in fiore: camelie, magnolie a cespuglio, rododendri, azalee, mimose, viole, peschi. Una bellezza che potrebbe essere goduta da migliaia e migliaia di occhi, e invece la guardano poche centinaia di turisti di passaggio e gli albergatori che hanno aperto gli alberghi e stanno, invano, ad aspettare i clienti. Le statistiche dicono che il turismo in p*~vincia di Novara va bene, fa progressi, non dicono di quanto potrebbe ulteriormente migliorare. Vediamo, comunque, un po' di numeri. Nel 1970 sono arrivati negli esercizi alberghieri ed extra alberghieri della provincia (e quindi non solo sulla sponda piemontese del Lago Maggiore, ma anche nelle stazioni climatiche invernali, come Macugnaga, Santa Maria Maggiore, Bognanco. eccetera) 365 mila forestieri (30 mila in più del 1969, pari al 9,1 per cento), con 2 milioni e 243 mila presenze (152 mila in più, pari al 7,2 per cento). Gli stranieri, che nel 1969 avevano fatto registrare complessivamente 166 mila arrivi e 763 mila presenze, nel 1970 sono venuti in numero di 181 mila (più 9,1 per cento), con 831 mila presenze (più 8,9 per cento). Sono in testa i francesi, seguiti da tedeschi, inglesi, belgi, olandesi, eccetera; negli esercizi extra alberghieri, che ' sono costituiti soprattutto da campeggi, figurano al primo posto gli olandesi, seguiti da tedeschi, francesi, belgi, svizzeri, eccetera. I segni «più» sono positivi, rappresentano un incremento. Va tutto, quindi, a gonfie vele? Non diremmo: appunto perché il lago è qui, stupendo, a portata di mano, e nessuno o quasi nessuno lo gor* Sono aumentati il tempo libero e il tenore di vita, ma se potessimo confrontare le statistiche sul turismo attuale con quelle, purtroppo inesistenti, del turismo degli anni della belle epoque, riscontreremmo certamente un calo rispetto al passato. Il concetto del turismo sul lago si è totalmente sovvertito: qui, in passato, le ata- ||||lllllilllllllllllllllllllllillillllll!lllllllllllllll giani di vacanza erano due. una primaverile ed una autunnale; ora, è una sola, estiva, concentrata tra la metà di giugno e la fine di agosto. Dn tempo venivano a godersi questo clima i ricchi inglesi o francesi, e facevano una permanenza di ire settimane; ora, la permanenza media dei turisti è sui quattro giorni. Che cosa si è fatto, o si sta facendo, per cercare di ampliare l'attuale unica e troppo breve stagione? Poco, ammettiamolo francamente. Nella provincia ci sono 803 esercizi alberghieri. i con 11 mila 190 camere, 19 mila 106 letti, 4459 bagni, Beco due cifre molto indica- lllllllllllllllllllllllllll!llltlillllHIIIIIIMIIIIIIIIIIIII Uve. che servono a spiegare tanti perché: 11 mila 190 camere e appena 4459 bagni. Proprio pochi per un'epoca in cui, nelle stazioni climatiche d'avanguardia, si atanno costruendo corriere d'albergo non con uno ma con due bagni, e ai eliminano stanze per trasformare posti-letto in posti-vasca. Non parliamo poi dei telefoni. Qui, sul Lago Maggiore, in questi alberghi imponenti, giudicati bellissimi e favolosi alla fine dell'Ottocento e all'inizio del Novecento, se si vuol telefonare di notte, salvo qualche eccezione, bisogna vestirsi o scendere in pigiama al piano terreno per entrare nella cabina, collegata, magari, con un'unica linea. L'Ente per il turismo della provincia è tutto proteso nello sforzo per spingere al j massimo l'opera di. ammo- ' aerfxa7ne7ito e per pubblicizzare all'estero le bellezze turistiche della provincia di Novara. Il suo dinamico presidente, l'aw. Pier Luigi Cassietti, sta attuando dei piani sistematici di propaganda in Inghilterra e in Francia, anche a livello di agenzie di viaggio. Dice Cassietti: «L'organico del nostro ente dovrebbe essere di 36 impiegati: ne teniamo soltanto' li per risparmiare e poter disporre di maggior denaro per l'opera promozionale. Con 1 nostri scarsi fondi — un bilancio di cento milioni — facciamo miracoli per divulgare all'estero il nome del Lago Maggiore e per alimentare 11 credito a chi vuol migliorare le proprie attrezzature. CI sono anche due leggi destinate a favorire le costruzioni, 1 miglioramenti, gli ampliamenti deUe attività turistiche: la legge 614 del 1966 per le a ree montane e depresse del Centro Nord, e la legge 326 del 1968. Finora, sono state presentate complessivamente 67 domande per un ammontare di oltre 6 miliardi di' lire, ma noi due anni di funzionamento delle leggi hanno avuto esito positivo appena 11 domande, per mutui di un importo totale di 773 milioni di lire». Da una parte, quindi, ci sono gli albergatori, che sono lenti a decidersi a rammodernare i loro impianti, e dall'altra parte c'è lo Stato, che, pur avendo predisposto il meccanismo per agevolare il turismo con tassi di favore, fa mancare i finanziamenti che devono dare a questo meccanismo la vitale spinta propulsiva. Diamo atto che qualche bella iniziativa c'è stata: un i albergo di prima categoria \,i a Santa Maria Maggiore, in Valle Vigezzo. ad esempio; la piscina coperta del «Maestoso» di Pallanza (e dopo che ha costruito questo impianto, il «Maestoso» si è ' trovato in grado di tenere a- ,perto per tutto l'anno); la ' piscina scoperta dell'Hotel Isole Borromee di Stresa. Ma riconosciamo anche che nell'insieme generale le attrezzature del Lago non sono ad un sufficiente livello ' evolutivo: e molti centri so < no tuttora privi di piscine e di campi da tennis; che — ; ancora un esempio — Macu: gnaga non ha un albergo di j i prima né di seconda catego! ria, pur disponendo di imj portanti impianti di risalita. «TI discorso — dice l'atro. I Cassietti — è questo: le cose vanno abbastanza bene (il turismo, nel 1970, ha dato un gettito nella provincia di quasi 41 miliardi di lire, circa il 10 per cento del totale della nostra economia), ma potrebbero andare meglio. Bisogna a tutti i costi ampliare la stagione. Purtroppo molti albergatori si accontentano di vivacchiare lavorando poco tempo nei me si estivi ed a prezzi molto alti. No, non è questo il metodo migliore: bisogna accettare di lavorare sulla quantità, aprirsi al turismo di massa, accettare i contratti delie agenzie straniere che sono disposte ad occupare le camere per un arco di tempo molto ampio, dalla primavera all'autunno, naturalmente con l'estate inclusa. Invece, non pochi albergatori pretenderebbero di tenere per sé la disponibilità estiva e di offrire alle agenzie straniere le camere soltanto nelle basse stagioni. Dn gioco al quale pochi sono disposti a giocare. Le bellezze naturali possono esse re incomparabili, ma vanno offerte su una ragionevole base economica». Remo Lugli A PAGINA 2 11 processo di Verban ia di'. Remo Lugli A PAGINA 9 Sentenza per la bimba contesa di Oleggio .••di Giorgio Lunt A PAGINA 5 Tre anni all'operaio che sparò a due fratelli I II comm. Giuseppe Mugnai, rappresentante dell'Associazione albergatori, che ha preso parte all'incontro promosso ieri da « La Stampa », dì cui parliamo in altra pagina, e il presidente dell'Ente Turismo avv. Cassietti

Persone citate: Cassietti, Giorgio Lunt, Giuseppe Mugnai, Pallanza, Pier Luigi Cassietti, Remo Lugli