Si accendono le luci tornano sciantose e soubrettes

Si accendono le luci tornano sciantose e soubrettes Si accendono le luci tornano sciantose e soubrettes Ottanfunni di spettacoli in una storia del varietà Dalle danze della Bella Otero alla «mossa» di Maria Campi Come le «donnine inebrianti» hanno ceduto il passo al comico impegnato Al- f-,.ìi'jTQT,U: Regina ai zvj. Dej/retlì li tvsrrtfi etti two 1 Coej ci informa un rnarnlesto pubolio-i'-ario 'ir. '.ugo sapore lucinianoj di un cal*chantant della capitale nel 1909. con le sue brave (ile di tavolini in marmo, tutti bene allineati in fuga verso il palcoscenico, un bicchierino di marsala o di punch ad attendere l'entrata del comico, della «chanteuse., del fantasista (e delle ballerine) di turno: è una delle 325 fotografie che arricchiscono una vera storia del teatro comico italiano intitolato Follie del varietà: 1890-1970 (Feltrinelli, 411 pagine, 15.000 lire) e che è amorosamente curato da Stefano De Matteis. Martina Lombardi. Marilea Somare. Come ridevano e come ridia-no, oggi. Come ride vani stessi, ieri e come rii — se rideremo — do' ;'.rco generazionale i molto ampio, più liscino supporre •'■ del sotlotito- m' de. ri., e . d. • gli le E infatti, la parte più stuzzicante e di gran lunga la prima con quelle sue foto che non sono più cronaca, ma appartengono già alla Stona o; questo teatro cosiddetto .minore, foglie ingiallite .al profumo di una Beile Epoque al tramonto che nei frattempo si andava incamminando verso la Tragedia Erano tre le capitali d'-lìa nostra penisola .allegra... a Napoli, al .Salone Margherita., fra il glorioso San Carlo e l'austero Palazzo Reale, passavano per la delizia" cif-i partenopei nomi e gambe come quelli della Bella Otero, dell'andalusa Tortayada. di Eugénie Fougère. di Lina Cavalieri, .la donna più bella del mondo». A Roma, la .Sala Umberto» (ma quali onori alle loro Signore Maestà!) gareggiava per incassi con i più popolareschi -Ese-' dra» e .Ambra Jovinelli- dove D'Annunzip muove i suoi primi passi di cronista mondano. Più su. risalendo lo stivale, chiusi ì battenti per le can- lionate del prode Bava Beccarci sulla lolla inerme, li riapri- a Milano il . Morsetti „ facendo obbligo alle -.signorine- d'intrattenersfeon il gentile pubblico .anche dopo lo spettacolo, naturalmente con obbligo di consumazione- Stappate 25 bottiglie di champagne-(ogni volta s'illuminava una lampadina), le porte del teatro si chiudevano e in sala si pote'va godere di .maggior liberta- Il più nobile Olimpia, invere.1 inventa la -formula mista-: al piano inferiore il pattinaggio o le esibizioni del neonato ciclismo, al piano superiore lo .show» con in sala gli ultimi Scapigliati «coni i donnett de teater-. I prezzi? Per ammirare la proibitissima «mossa» inventata da Maria Campi, spettacolo e consumazione due lire: ma se vi buttale sullo .chic, il prezzo sale fatalmente un po': fanno lire quindici, tre giorni di vitto per una famigliola di quattro i>ersone. Cosi per Maldacea e Pina Ciotti. Elvira Donnarumma e Gennaro Pasquariello. nomi che hanno illuso generazioni d'aver sdoralo con un dito I paradisi artificiali del Divertimento appena ombreggialo dalla malizia eli un Inesistente Peccato. Volete ripescare, nell'enorme bagaglio dei ricordi, il segreto dei trucchi di Frego¬ li, sul davanti una timida collegiale, sul retro un baffuto ufficiale (ma faceva anche tre ladri insieme, e nessuno coinvolto nello scandalo della Banca Romana: viva l'attualità)? Volete apprendere che la «rivista» nasce in Italia tenuta a battesimo da un signore che di 11 a poco diverrà 11 critico del «Corriere della Sera» (Giovanni Po) e da un altro che v'invenla la figura del Togasso (Carlo Bertolazzi) di li a poco 11 protagonista del Nost Milan? E tanto-por rimanere al «Corrlerone», lo sapevate che Renato Simoni, critico di quel giornale per quarant'annl. nella sua Turlupineide (1908) aveva Inventato uno sketch in cui Dante Alighieri era il maggiordomo del I il nu gin 11 Ico? -Follie del varietà-. uppunto. come recita il lllolo. Da allora, i nomi fioccano, grandinano, familiari. Petrollnl (un capitolo a se) e Anna Fougez, le due D'Albert, madre e liglia. spumano Tolù e Spadaro. All'estero luroreggiano Mistin- guelt, Chevalier, Josephine Baker,. Siamo già al teatro di varietà fra le due guerre, quello che promette sui manifesti (censura permettendo) «donnine inebrianti», si allacciano 1 De Filippo e Tina Pica. Fabrizi e le Nava. Anna Magnani e Sordi, sono arrivali i fratelli Schwarz (i Garinei e Giovannini d'allora), che lanciano De Sica e Mllly nei vari Za-Bum sui cui binari nascerà la fortuna di Anna Menzio. chiamata poi. in omaggio alla dea egizia, Osiris. Siamo ài giorni nostri e qui, o quasi, copie s'è detto, il libro s'arresta. Accanto a Manfredi e a Lionello, a Bramieri e agl'immancabili Legnanesi, c'è un piccolo posto anche per il lieve engagement: i primi Poli e Cobelli. i primi Dario Fo e Franca Rame, i primi Gaber e Jannacci. Quante maniere diverse di ridere. Che avesse ragione. Guido Gozzano, quando confessava: -Ma mi a teatro, i vad per divertirne-? Giorgio Polacco Manifesto per lo spettacolo della l'ella Otero

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