Come la fauna dell'Africa in tempi remoti è passata nel Sud America

Come la fauna dell'Africa in tempi remoti è passata nel Sud America Chiarelli Come la fauna dell'Africa in tempi remoti è passata nel Sud America IL mio contributo è più quello del primatologo che non dell'antropologo e concerne principalmente l'origine dei primati del Sud America cosiddetti «scimmie platirrine». I ritrovamenti di forme fossili di platirrine sono pochi e frammentari nel continente sudamericano se si eccettuano quelli dell'ultimo quaternario del Brasile. Ciò è dovuto quasi certamente all'habitat di foresta neotropicale che non facilita i processi di fossilizzazione. Infatti l'humus acido della foresta produce l'immediato disgregamento anche di "resti ossei e anche dello smalto dei denti. Le forme fossili note possono essere ripartite in sette generi ascrivibili dall'Oligocene in poi. La forma più antica è quella della branisella trovata da Hoffstetter nel 1969. Non essendoci nel Sud America resti di proscimmie né di tarsiforni precedenti dall'Oligocene si deve pensare che queste forme di scimmie siano pervenute in questo continente o dal Nord America o dall'Africa. Tra queste due ipotesi sino a qualche tempo fa si considerava valida quella del Nord America, essendo stati trovati in questo continente resti di proscimmie. Attualmente la situazione si è capovolta. Infatti la presenza di proscimmie nel Nord America aveva fatto presumere che le scimmie sudamericane, le scimmie platirrine, si fossero originate da queste forme di proscimmie » nordamericane. Tuttavia dal Paleocene in poi fino al Pliocene l'America meridionale era separata dall'America settentrionale da un Oceano certamente più grande di quello che durante l'Eocene e il primo Oligocene separavano il Sud America dall'Africa. Inoltre la traversata su zattere naturali (tronchi d'albero per esempio) di una barriera marina è condizionata non solo dalla distanza da percorrere,_ ma anche dalle direzioni delle correnti marine. Ora durante l'Eocene e l'Oligocene le correnti equatoriali dovevano sfiorare il canale dell'America Centrale da Est a Ovest costituendo cosi un ostacolo per un attraversamento Nord-Sud mentre favorivano il convogliamento dall'Africa al Sud America in modo unidirezionale dei materiali affiorati (tronchi d'albero per esempio). In questo modo nel continente sudamericano entrarono, in effetti dall'Africa i roditori, i caviomorfi e primati. Questo non vuol dire che tutti i tronchi d'albero affioranti portassero animali e costituissero passaggi facili. La maggior parte di queste zattere occasionali dovettero fallire il loro tentativo di trasporto ma pochi successi possono essere stati sufficienti allo sviluppo di una popolazione di scimmie' africane tale da colonizzare il Sud America e per iniziare una evoluzione locale che ha dato origine alle diverse forme di scimmie platirrine attuali. , Questa intepretazione ha dato origine negli anni più recenti a molte discussioni che si sono concluse in un paio di convegni, uno dei quali, sotto l'egida del Consiglio Nazionale delle Ricerche, proprio a Torino presso l'Accademia delle Scienze nel dicembre del 1979. Da questo e dal secondo che si è tenuto all'inizio del 1980 a Bengalore in India, è nato un volume che è uscito proprio in questi giorni per conto della Plenum Press di New York, coordinato dal dottor Russel Ciochion e da me: contiene 25 contributi di geologi, paleontologi, morfologi e biologi che mettono a fuoco i vari problemi connessi con la origine dei primati del Sud America. Tra i contributi pili importanti, c'è quello del dottor Carling. geologo di Cambri" dge. il quale ha dimostrato l'esistenza di isole affioranti sull'Oceano Atlantico e che permettevano il passaggio di fauna dall'Africa al Sud America fino a 30 milioni di anni fa. Questo e altri contributi sottolineano l'effettiva possibilità di un passaggio di fauna dall'Africa al Sud America. Brunetto Chiarelli La diffusione del «cavallo a tre dita»

Persone citate: Brunetto Chiarelli, Carling, Chiarelli, Russel Ciochion