L'Italia dei vinti attraversò il mare con la valigia di cartone

L'Italia dei vinti attraversò il mare con la valigia di cartone Documenti: gli emigranti L'Italia dei vinti attraversò il mare con la valigia di cartone GIORNI fa, mentre nevicava, ho rimesso in ordine le vecchie fotografie di casa: zìi e cugini in divisa morti in guerra, bisnonni e nonni in ampi abiti di fustagno, bisnonne e nonne dentro bu- « sti stretti e trine, bambini (io, tra questi) con gli occhi stupiti e i piedi spersi dentro scarponi chiodati; ma anche tante foto di parenti emigranti in ogni angolo della Terra: dai fratelli di mio nonno ài miei fratelli, e guardando la fotografia del prozio dagli occhi celesti e dalle mani come scorza d'abete che parti con un veliero dal porto di Brest, a quella dei miei nipoti di Chicago con il buffo berretto del baccellierato e della bionda nipote in un giardino a Melbourne, ho avuto vivida l'immagine non solo del tempo che corre via e del mutare dei costumi ma anche del faticosissimo cammino della nostra emigrazione. Ora. invece, ho finito di guardare e di leggere Partono i bastimenti.. L'epopea dell'emigrazione italiana nel mondo: storie e immagini ed è stato per me non una riscoperta ma come se dalla mehioria nascosta e pudica di un popolo ritornassero palesi esodi e sofferenze in un albo dei componenti questa strana e grande famiglia dai tanti sangui che abi^ta una terra che si chiama Italia. Domenico Porzio, nella breve presentazione del bel libro più di immagini che di parole, giustamente scrive che la documentazione raccolta «...diviene anche una fonte di grande rilievo per quell'altra storia alternativa che va man mano rovesciando l'ottica della storiografia tradizionale». Ed è giusto, aggiungo, ed era ora che le immagini e le lettere degli emigranti nostri, come quelle curate da Emilio Franzina in Merica! Merico! edito da Feltrinelli lo scorso anno, o le testimonianze di Nuto Revelli nel Mondo dei vinti, ridimensionassero altre immagini ufficiali o storie dove retorica e stonato patriottismo falsavano la ve-, rita. Qui no. invece. In questo libro non è possibile neanche a volerlo perché le fotografie sono documento che non si può contestare, e le lettere altrettanto: nessun fotografo sarebbe capace di rimettere" insieme quei volti e quelle cose, come nessun letterato sarebbe capace di riscrivere quelle lettere. Erano queste fotografie per i parenti rimasti al paese e non per la propaganda dei procacciatori di mano d'opera o per le compagnie di navigazione, e con le lettere e le cartoline a volte spavalde a volte disperate, per far sapere di un arrivo, per dire di una paga, per richiedere un cappello o una sposa, per annunciare una morte (...E fornii sapere tante cose io non so cosa dirti di qua si va discretamente bene abiamoavuto grande dispiacere die in un mese ci e morto 2 bambini Pazienza spero che istaranno melìo dinoi... pag. 85) fanno rivivere tutta un'amara nostra storia a cavallo del XX Secolo quando dalle Alpi alla Sicilia milioni di nostri compatrioti cercavano un'esistenza che permettesse una miglior vita in qualsiasi angolo del mondo: fosse Siberia, California o Pampas. Si. anche Siberia dove i friulani lavorarono a costruire quella famosa ferrovia, e nel libro ce lo racconta brevemente ma con tanto amore Carlo Sgorlon. Sembrano cose remote nel tempo, che oggi tutto tenderebbe a far dimenticare perché altri problemi devono affrontare le nuove generazioni; ma ancora in qualche osteria delle nostre montagne, e Credo nei paesi remoti giù per quanto è lunga l'Italia, ancora sono appesi alle pareti i quadri con le immagini dei piroscafi e le didascalie delle Compagnie di navigazione, e questo anche se gli aviogetti volano per i cieli. E sarebbe giusto vedere completato questo lavoro con la documentazione dell'altra ondata migratoria cosi simile alla prima, anche se di minori proporzioni, che tra gli anni 1945 e 1955 ancora spopolò valli e paesi, non per le nostre industrie del Nord ma pelle miniere d'Oltralpe, per il Canada. l'Australia: que'sto prima che venisse il tempo della «Chiave a stella». Mario Rigoni Stern Partono I bastimenti. L'epopea dell'emigrazione Italiana nel mondo: storie e Immagini. A cura di Paolo Cresci é Luciano Guidobaldi Con testi di: Carlo Cassola Luciano di Crescenzo,. Maria Messina. Domenico Porzio. Leonardo Sciascia. Carlo Sgorlon, Saverio Strati Mondadori. 239 pagine, lire 18 000