FANTASCIENZA

FANTASCIENZA FANTASCIENZA Neofantastìco all'italiana Inisero Cremaschi (a cura di) LA COLLINA Nord, Milano 160 pagine, 3500 lire (riccardo valla) Secondo Inisero Cremaschi, che ha già sostenuto questa tesi nelle antologie Futuro (Ed. Nord) ed Universo e Dintorni (Garzanti), va oggi sotto il nome di fantascienza anche una produzione letterariamente consapevole, che merita un discorso critico approfondito. Per questa produzione, il termine «fantascienza» risulta alquanto restrittivo, e Cremaschi preferisce chiamarla «neofariia- stico», così riallacciandola ai grandi scrittori fantastici del passato. La collina è il primo numero di una serie di antologie curate da Cremaschi che presenteranno i vari aspetti del «neofantastico». Contiene racconti e saggi che mostrano quale sia oggi il panorama europeo della narrativa fantastica e fantascientifica, e anche se i racconti non riescono a rispecchiare bene le intenzioni del curatore, la parte dedicata alla saggistica riveste punti di notevole interesse, con interventi di Giacinto Spagnoletti (che in questo periodo sta preparando un libro sui narratori fantastici italiani), Gillo Dorfles, Roberto Sanesi, Renée Reggiani Particolarmente interessante il saggio di Renée Reggiani sul Vero E.A. Poe. La Reggiani dimostra ancora una volta di avere idee controcorrente, di averne molte, e di non essere disposta a nasconderle dietro un linguaggio troppo sofisticato. Tutta la produzione di Poe viene ricondotta al rapporto tra l'autore e il suo pubblico: i suoi racconti gialli vengono posti allo stesso livello delle sue mistificazioni giornalistiche, quelli grotteschi sono considerati le ironie che un poeta deluso indirizzava a un pubblico che non aveva saputo capirlo. R saggio della Reggiani costituisce un capitolo di un volume che l'autrice ha in preparazione: un volume da tenere d'occhio, che chiarirà i rapporti tra alcuni scrittori del secolo scorso e i moderni generi della narrativa popolare (giallo e fantascienza). ^^^^^^ Philip K. Dick I SIMULACRI Nord, Milano, 233 pagine, 5000 lire (r. v.) I «simulacri» che danno il titolo al romanzo sono dei robot identici all'uomo, costruiti per colonizzare il pianeta Marte, ma usati segretamente dalle grandi industrie del futuro per sostituire determinati personaggi politici. Nell'America del prossimo secolo, il potere è in mano ai monopoli chimico-industriali, che mantengono una facciata di democrazia fingendo di organizzare regolari elezioni, ma che dominano di fatto il Paese facendo eleggere il Presidente da loro scelto. Soltanto gli alti funzionari sono però al corrente del segreto più gelosamente custodito, consistente nel fatto che, ormai da decenni, il Presidente è un simulacro e la First Lady è un'attrice. Quando però l'attrice che impersona la First Lady Nicole Thibodeaux decide di esercitare il potere sottraendo ai grandi monopoli la costruzione e la manutenzione del simulacro del nuovo Presidente per affidarla a una piccola ditta da lei controllata, si scatena la guerra civile tra governo e grandi industrie. n romanzo appartiene al periodo di miglior produzione di P.K. Dick, risalente a una ventina di anni fa. A quell'epoca Dick temeva che si verificasse in America la stessa collusione tra governo e industria che si era effettuata nella Germania di Hitler. Per questo motivo romanzi come / simulacri contengono il ritratto di un'America germanizzata: gerarchie rigorose, crescente distacco tra i cittadini comuni e i burocrati dell'amministrazione. Di fronte allo schieramento di potere politico e industriale, conclude Dick, il comune cittadino non ha possibilità di farsi ascoltare: gli resta soltanto la fuga verso gli altri pianeti. E alla fine del romanzo, i persoijaggi superstiti si rifugeranno su Marte per iniziare una nuova esistenza.

Luoghi citati: America, Germania, Milano