Per Defoe il capitale diventa avventura di Claudio Gorlier

Per Defoe il capitale diventa avventura Riproposti nei «Meridiani» i più famosi romanzi del narratore inglese Per Defoe il capitale diventa avventura Daniel Defoe OPERE a cura di Anna Banti e Giuseppe Gaetano Castorìna Mondadori, I Meridiani, Milano 1068 pagine, 24fc960-Hre~ "— SE si fosse tentati di proporre con una formula (alla Carosello, tanto per intenderci) la scelta mondadoriana di opere di Daniel Defoe, si potrebbe suggeri re con perversa semplificazione: «Un uomo, una donna». Fuori di scherzo, nel grosso volume dei Meridiani spiccano, come in tutta la narrativa di Defoe, un memorabile personaggio maschile (il capitano Singleton) e uno femminile (lady Roxana). L'endiadi, come è noto, si ripete con altri romanzi dello stesso autore, ad esempio Robinson Crusipe e Moli Flanders. Robinson è rimasto a lungo l'eroe per^eeUehzà di'Defoe, e forse il lettore prova qualche riluttanza a smitizzarne l'immagine, acquisita magari fin dall'adolescenza, frequentando sottili analisi critiche. Ma la complessità della narrativa di Defoe merita un ripensamento che la faccia uscire, senza violentarla, dalle strettoie delle classificazioni affermatesi nei de-, cenni, a cominciare dalla visione roussoiana di Robinson tkeWEmile, moltissimo Rousseau e pochissimo Defoe. In che cosa consiste la grandezza di Defoe? In primo luogo, nell'aver trasformato in romanzo, senza un solo residuo di scoria, le categorie concettuali, politiche, sociali di un periodo che apre la storia contemporanea, di essere riuscito a incarnarle nel linguaggio, nelle situazioni, nei comportamenti, nel gioco psicologico. Insomma, nell'aver capito che lo scrittore non trascrìve la realtà, ma la inventa, spesso anticipandola, e non di rado, come nel caso del Diario dell'anno della peste, presente in questo volume, mistificandola. Non a caso, in alcune sue prefazioni, Defoe batte insistentemente su un chiodo, se ci si passa la metafora un poco logora: il romanzo deve intrattenere, deve istruire, e racconta storie vere. Quel «vere» va naturalmente preso per ciò che implica: significa, di fatto, verosimili, plausibili. Ma il nocciolo fattuale deriva sempre da vicende tratte dalla cronaca. Defoe, arrivato tardi alla narrativa, era stato, oltre che mercante, giornalista (la sua Review, scritta tutta da lui, è il primo autentico giornale moderno), polemista agguerrito. Con una formazione puritana alle spalle, e dunque con le angosce e i dilemmi tipici di una simile matrice, Defoe si muove però nel secolo del razionalismo, della no¬ zione di progresso, all'ombra della spiegazione ottimistico meccanicistica dell'universo professata da Newton e della filosofia di Locke, nel momento di massima espansione economica, colonialistica, di prima affermazione del capitalismo, nella sua sezione aurea, l'Inghilterra tobig ove parallelamente si affermano le strutture dello stato liberale. Il laissez-faire si impone con la sua irresistibilità e il suo cinismo, e Defoe addirittura precede, con gli strumenti dell'invenzione, le norme che Adam Smith formulerà poi sistematicamente con quelli della teoria economica. Il capitano Singleton è indubbiamente un protagonista della . sua età, oltre che di uno straordinario romanzo. Negli schemi apparenti del libro d'avventura, Defoe ripercorre la carriera di un uomo alla ricerca della ricchezza, del ■ potere, a costo dell'abolizione di ogni seria categoria morale altra che la giustificazione dei propri fi¬ ni, e al tempo stesso teso alla ricerca di sé, travagliato dal senso di colpa é dalla paura, condannato all'uso spietato della violenza e della sopraffazione, fino al ravvedimento che scatta nel modello puritano senza cancellare i protocolli della spietata «necessità» in cui la vecchia Provvidenza si è trasformata. Chi voglia saperne di più può leggere con profitto il libro di Paola Colaiacomo (Biografia del personaggio nei romanzi di Defoe) e la ricca antologia critica curata dalla stessa Colaiacono (Interpretazioni di Defoe, ed. Savelli). Capirà allora la coerenza del discorso di Defoe, dalle Avventure del capitano Singleton a Lady Roxana. Anche tramante fortunata» tende ad affermarsi socialmente ed economicamente; pure lei si sente attanagliata dalla paura ma esercita un calcolato cinismo; rifiuta l'istituzione della famiglia e tende a un'ardua ricerca di libertà, tanto più tor¬ mentosa in quanto si tratta di una donna. Come ha osservato Alick West. Roxana rifiuta il matrimonio per la" natura dell'istituzione, contro l'uomo che difende la famiglia borghese nel quale la donna resta imprigionata; d'altronde, essa diviene merce di se stessa in quanto ha usato il proprio corpo, e desidera quasi spasmodicamente di essere se stessa La trasgressione esige un prezzo pesante, ma in quanto la società si definisce nel mutamento, diventa quasi inevitabile. Così, il problema fondamentale di Defoe si articola sul contrasto tra il mutamento e l'ideale di uno stato nel quale la conflittualità viene ricomposta: si coglie un motivo tipico di tutta la narrativa inglese, vale a dire il timore per le conseguenze distruttive dell'antagonismo sociale e la fiducia nell'affermazione individuale. Defoe inventò letteralmente la dimensione narrativa della fattualità, della trascrizione in apparenza oggettiva, cronistica dei fatti. I compromessi ideologici, le adulterazioni sentimentali, del romanzo dell'Ottocento, i suoi schematismi chiusi, falsarono queste premesse, che soltanto nel Novecento dovevano essere riprese e ripossedute. Comprese le contraddizioni e le ambiguità, che sono un dato essenziale, persino sul piano sintattico e retorico, di tutta l'opera di Defoe, come di tutte le opere «aperte», e che vennero spesso presentate sotto il profilo di una compunta ipocrisia, mentre in effetti si tratta di uno specchio capace di riprodurre il ritratto insieme affascinante e sconvolgente di un mondo che è ancora in larga misura il nostro. Claudio Gorlier J

Luoghi citati: Inghilterra, Milano