L'ispettore fatto in casa

L'ispettore fatto in casa Macchiavelli: come è nato Sarti Antonio L'ispettore fatto in casa v EDIAMO dove potrebbe muoversi. New, York? Niente, non la conosco. Allora Los Angeles. E che ne so? E poi Los Angeles è piena di ispettori di polizia, di tenenti di polizia, di indiani di polizia... Chicago, San Francisco... sarebbe comodo. Cosa ci vuole con un ambiente simile? Butti giù una cazzata qualsiasi e si regge da sola. Basta chiudere gli occhi e mormorare: Chicago. I morti ammazzati spuntano da soli e ad ogni angolo. Dici: San Francisco e senti le sirene della polizia sfrecciare per le larghe strade in salita di una città piena di detection. Se provo, mettiamo, Milano, mi viene il sapore del panettone o, spingendo al massimo, posso arrivare fino a Strehler e il Piccolo e poi sono a piedi. Firenze. Sì, l'Arno d'argento e la galleria degli Uffizi. Non è poco. Ma con l'ispettore e la suspense non ci sarebbe da stare allegri. Eppure bisogna giocare in casa, non c'è verso e allora si deve inventare qualcosa che non abbia bisogno di esotismo e di mito per reggersi. La soluzione è dare un'occhiata in giro, vedere cosa esiste e cosa si può prendere senza finire nel banale o nel quotidiano. O, peggio, nel patetico. Piuttosto difficile. Si può provare. Ma i risultati... Intanto c'è un ambiente, Bologna, con i suoi chiaroscuri e i suoi portici bassi che, di notte, assomigliano a lunghe gallerie buie e silenziose; ci sono i vicoli stretti del centro storico, gli androni umidi e scuri di nobili e vecchi palazzi. Un'atmosfera che già nel passato ha protetto gli attentati contro agenti e ispettori della polizia. Pontificia o regia non faceva differenza. E poi c'è tutta una tradizione di delinquenza minuta o al più media, mai grande, che permette di passare dalla mafia del Sud alle balle locali. E come ambiente, direi, ci siamo. Anche se, per esempio, di sparatorie all'americana non è neppure il caso di parlarne, almeno per il momento. Per il futuro c'è speranza. Così il mio ispettore non sarà costretto a girare con la rivoltella sotto l'ascella o piantata nella tasca dei calzoni che, oltretutto, è pure scomodo e ingombrante. La rivoltella d'ordinanza può restare nel cassetto, assieme ai fazzoletti e ai calzini puliti. E poi qui, a Bologna, questurini e delinquenti si conoscono, si chiamano per no-i me, e non c'è bisogno di un'intelligenza mostruosa per arrivare a chi ha scippato la vecchia o rubato la bicicletta al muratore. Solo quando rapinano una banca (può succedere) o quando si trova un morto ammazzato (e può succedere anche questo), le cose diventano più complicate e a questo punto siamo in clima di indagini. E se non basta l'ispettore ci vuole qualcuno che dia una mano alla legge, magari restandone fuori. Poi che c'è ancora? A San Francisco non so, ma qui c'è una montagna di burocrazia per cui è più difficile metter dentro che far uscire; c'è una tensione sociale che negli Usa neppure si sognano; ci sono pochi, pochissimi questurini che devono fare di tutto: da infermieri ad assistenti sociali, da dirigere il traffico a pedinare sospetti, da autista a scorta per le autorità. E quasi tutti quei pochi sono affetti da almeno due malanni: basta consultare le loro cartelle clinùihe. C'è abbastanza. Voglio dire questo: siccome dietro non c'è niente che sostenga, non c'è retroterra, si potrebbe cominciare a costruire su qualcosa che conosciamo e conosciamo bene. Per esempio, se mi deciderò, un ispettore che, non pòrti la rivoltella, che conosca l'ambiente e la delinquenza locale; burocrate quel tanto che basta per non farsi ridere dai colleghi. Dovrà saper fare di tutto e, ovviamente, poiché è costretto a fare di tutto, lo farà come potrà. E quando non ci arriverà da solo dovrà avere Ucoraggio di rivolgersi a chi ne sa più di lui, a chi ha il cervello più pronto. Avrà qualche malanno. Magari la colite, chissà. Certo che a Los Angeles le cose vanno diversamente: basta leggere quello che passa il loro convento. Ma non sono poi così certo, come lo sono altri, che sia tutto oro quello che ci mandano. Io ci ho trovato anche della latta. E arrugginita per di più. Ma è un altro discorso. Loriano Macchiavelli

Persone citate: Loriano Macchiavelli, Macchiavelli, Sarti Antonio, Strehler