EPISTOLARI

EPISTOLARI EPISTOLARI D dialogo fra Croce e Sorel Georges Sorel LETTERE A BENEDETTO CROCE De Donato, Bari, 303 pagine, 9000 lire (paolo bagnoli) Le lettere scritte tra il 1895 ed il 1921 a Benedetto Croce da Georges Sorel vennero pubblicate, dopo la morte di quest'ultimo, su «La Critica» a cura dello stesso Croce. Adesso Salvatore Onuf rio ce le ripropone tradotte dal francese e corredate da un ricco apparato di note necessario per pilotare il lettore nel fitto groviglio di riferimenti storici, bibliografici e culturali. La corrispondenza tra Croce e Sorel apre ampi spiragli su una temperie culturale — quella a cavallo tra Ottocento e Novecento — caratterizzata dalla rivolta, forte in Croce ed in Sorel, al positivismo imperante. Il filosofò napoletano si sentiva attratto dalla forte dimensione morale presente nel pensiero di Sorel tanto da appassionarsi, come ebbe a confessare più tardi, per la sua teoria socialista. Onufrio, nell'introduzione, parla addirittura di convergenza tra i due poiché entrambi ostili, pur da sponde diverse, al socialismo ufficiale e in cerca di nuove forme di socialismo. La tesi di Onufrio è stimolante e provocatoria: indubbiamente Sorel ricercava un nuovo modo di essere del socialismo in polemica con il marxismo senza tuttavia rompervi del tutto. Un socialismo, soprattutto, inteso come un insieme di nuovi valori capaci di imporre un assetto risolutivo alla crisi. Alla fin fine, come riconosce lo stesso Onufrio, Sorel era un socialista e Croce un conservatore; e giustamente viene richiamato un giudizio di Antonio Gramsci che acutamente aveva osservato come fossero entrambi idealisti. Peccato che siano andate perdute le lettere di Croce a Sorel; si sarebbe potuto così completare un interessante dialogo tra due forti personalità della nostra storia culturale più recente. Giovanna Finocchiaro Chimirri INEDITI E ARCHETIPI DI LUIGI CAPUANA Bulzoni, Roma 150 pagine, 4600 lire (g. t) Giovanna Finocchiaro Cmmirri continua infaticabile a raccogliere e a inventariare materiali preziosi sulla letteratura siciliana. Qui si tratta soprattutto di lettere, i cui destinatari sono Niccolò Tommaseo, Guido Corsini, Pietro Barbera, Telemaco Signorini, Corrado Glizzanti, Vittorio Bacci, Giulio Piccini (Jarro). Ma poi ci sono cose rare co-, me un ritratto di Capuana scritto da De Roberto e infine un'appendice che riguarda Pirancello. Se c'è un disegno unitario in questo .loro, esso è proprio nell'idea un po' enfatica degli archetipi, cioè la radice dei modelli di un comportamento che dura anche più tardi invariato. Bussare a danari può essere, ad esempio, un comportamento non proprio significativo se non fosse che in Capuana assume i tratti di una vera e propria coazione a_ ripetere. À uh livello assai più importante di rilevanza europea va messa invece la passione della fotografia di cui si danno qui testimonianze precoci.

Luoghi citati: Bari, Roma