Le cento patrie degli americani

Le cento patrie degli americani Il crogiuolo dell'emigrazione Le cento patrie degli americani Anna Maria Martellone (a cura di) LA «QUESTIONE» DELL'IMMIGRAZIONE NEGLI STATI UNITI Il Mulino, Bologna 334 pagine, 12.000 lire gNi ESSUN Paese occidentale è storicamente estraneo al fenomeno migratorio, per essere stato il punto di partenza (o di arrivo) di grandi flussi di popolazione, oppure per aver vissuto al proprio interno la vicenda migratoria, raramente senza residui di nostalgie, risentimenti, imperfette assimilazioni. Ma sicuramente in nessun Paese l'afflusso di popolazione ha avuto dimensioni e significato tanto cruciali, fin quasi a identificarsi con la storia del suo popolo, quanto negli Stati Uniti. In America l'immigrazione non è soltanto un fenomeno sociale di dimensioni grandiose, ma fin dalle origini incide decisivamente sulla fisionomia profonda della società, sulle qualità intrinseche della democrazia, sulla portata e i limiti del consenso politico. H fenomeno migratorio mette in moto, ai diversi livelli della vita civile, una dinamica complessa di azioni e di reazioni. In quanto determinato da aspettative di liberazione politica e di elevazione sociale e in quanto portatore di istanze pluralistiche, esso mise costantemente alla prova il sistema democratico americano. Rese possibili molte delle sue realizzazioni, ma aprì anche contrasti continui, lacerazioni durature; soprattutto quando il flusso migratorio ebbe la grande trasformazione qualitativa, attorno al 1880, cioè nel periodo del passaggio dalla vecchia immigrazione di provenienza europea nordoccidentale alla nuova immigrazione di prevalente provenienza sudorientale. Le istituzioni culturali, economiche e politiche posero limiti precisi alle aspettative e alle richieste degli immigrati e stabilirono invalicabili limiti di compatibilità. Questi limiti si esprimono ben chiaramente nel processo di assimilazione e di americanizzazione all'interno del «crogiuolo» e all'inizio degli Anni Venti si fanno ben più rigorosi e perentori con la legislazione restrizionistica, il cui meccanismo è .stato corretto nel 1965, senza che tuttavia mutassero i principi ispiratori. Negli ultimi decenni, sotto l'impulso di fattori molteplici, il mito della «melting pot» si è eclissato, facendo luogo alla riscoperta delle «radici» etniche e ad una vigorosa ripresa, pluralistica, che ha visto tra i protagonisti principali le minoranze di colore. Anna Maria Martellone (vogliamo ricordare un suo precedente contributo, Una little Italy nell'Atene d'America: la comunità italiana di Boston, 1880-1920, Napoli, 1973) premette ai saggi storiografici scelti una lunga introduzione in cui ricostruisce puntualmente il lungo cammino percorso dalla cultura americana per giungere, solo in tempi relativamente recenti, ad uno studio storico-critico del problema. La curatrice scandaglia inoltre il complesso rapporto con cui il fenomeno dell'immigrazione si intreccia con il processo di popolamento delle colonie atlantiche prima e dell'Ovest poi, le diverse fasi del processo di industrializzazione nell'Ottocento e i cruciali mutamenti della struttura produttiva avvenuti a cavallo dei due secoli. In terzo luogo, ricostruisce il dibattito storiografico sulla questione illustrandone le categorie di analisi, dai primi coraggiosi tentativi degli Anni Venti alle recenti stimolanti discussioni sulla «ethnicity». I saggi raccòlti riproducono queste tre direttrici su cui si sviluppa l'introduzione critica. E vi si trovano preziosi chiavi di lettura dell'America odierna, Aiuterà sicuramente a capire come mai «la Casa Bianca al tempo di Nixon avrebbe potuto essere scambiata per il Gabinetto del Kaiser Guglielmo: Kissinger, Haldeman, Erlichman, Ziegler, Schultz...». Piero Bai rati

Persone citate: Anna Maria, Erlichman, Kaiser Guglielmo, Kissinger, Mulino, Nixon, Piero Bai, Schultz, Ziegler

Luoghi citati: America, Atene D'america, Bologna, Boston, Napoli, Stati Uniti