Born: la scienza e il mio tempo

Born: la scienza e il mio tempo L'autobiografìa delfisico Born: la scienza e il mio tempo Max Bom AUTOBIOGRAFIA DI UN FISICO Editori Riuniti, Roma; 453 pagine, 12.000 lire PRECEDUTA da una affettuosa presentazione di Edoardo Arnaldi questa «Autobiografia» di Born prende le mosse, nella città slesiana di Breslavia, dai tempi (che oggi possiamo pensare civilissimi) del Cancelliere di Ferro. Nasceva il Born da una famiglia di commercianti, industriali, uomini di studio (il padre era un anatomista), i quali potevano allora «quasi» non accorgersi di essere ebrei. Molte delle vicende familiari e scolastiche di lui parrebbero irrilevanti per l'opera di un futuro fisico, se non fosse che Born, scrittore profuso, chiaro, attento e cordiale, ci dà — narrando di sé — il quadro di una società signorile e colta, amante della musica e degli studi, che procedeva inconsapevole verso il tempo che doveva distruggerla o disperderla. L'Autore presenta se stesso studente, come di poca salute, sofferente d'asma, piuttosto timido, buon pianista, compagno, non meno che il suo quasi contemporaneo Proust, di giovinette in fiore; ma poco dopo partecipe —con qualche sforzo —delle società di studenti, bevitori di. birra e tiratori di sciabola; nonché, tra il pattinare, il cavalcare, le escursioni in montagna, maturante via via interessi per la matematica e la fisica. I suoi incontri, nelle università di Heidelberg, Zurigo, soprattutto Gottinga, con scienziati e matematici, come Hilbert, Minkowski, Klein, ci danno un quadro dell'eminenza cui erano pervenute allora le scienze in Germania. Erano appunto gli anni in cui fisici tede-. seni proponevano le teorie dei quanti e della realtività; e a noi ragazzetti e studentelli italiani, si raccomandava, se avessimo voluto proseguir gli studi, quali che fossero, di imparare non tanto il francese o l'inglese, ma il tedesco (anche il nostro dizionario latino-italiano era adattato dal Georges!). Ma erano anche i tempi dell'ottuso, superbioso militarismo prussiano; e il Born fece il suo primo servizio militare — dopo la laurea — proprio nell'anno del Capitano Kòpenick. I fisici e gli intenditori di matematica potranno seguire con particolare interesse, tramite queste pagine, la carriera scientifica di Born, prima a Gottinga, poi a Berlino, a Francoforte e ancora, come ordinàrio, a Gottinga, in ambienti dove si stavano gettando le basi teoriche della fisica moderna; con incontri con scienziati di ogni nazione: il matematico francese Poinca¬ ré, l'olandese Lorentz (delle famose equazioni), l'americano Michelson (quello dell'esperimento sul moto della Terra rispetto all'etere), l'ungherese Karman (con cui il Born intraprese importanti ricerche sui cristalli), e naturalmente Einstein, scienziato e violinista. Erano — per usare le parole di Born — gli ultimi anni di vera pace «per quella civiltà borghese, crollata nel 1914, che non tornerà mai più». n libro presenta un'alternanza di casi personali (i viaggi il matrimonio, la conversione al luteranesimo per compiacere la famiglia della moglie) e generali (lo scoppio della Prima guerra mondiale con vittorie e sconfitte, gli «inverni delle rape» e di altri surrogati nell'affamata Berlino, la rivoluzione, l'inflazione che atterrò la classe media tedesca, la repubblica di Weimar). A Gottinga, dove fu professore ordinario, il Born, dopo la guerra, ebbe còme assistenti uomini di grande levatura e due di essi diventarono poi premi Nobel: Heisenberg, inventore del principio di indeterminazione, e Paull che propose il principio di esclusione. Ivi fu perfezionata l'opera di Planck e Bohr e furono gettate le basi della meccanica quantistica, per cui Born ebbe (tardivamente) il premio Nobel nel 1954. A Gottinga si recavano ad apprendere la nuovissima fisica uomini destinati a diventare famosi, tra cui Fermi e Oppenheimer: e fu, quella scuola, la più fiorente adunata e punto di incontro di giovani scienziati di cui si abbia notizia. L'avvento di Hitler disperse tutto ciò. H Born trovò tempestivo rifugio in Gran Bretagna, dove frequentò gli Eddington, i Rutherford, gli Schròdinger. Egli ebbe come collaboratore quel Fuchs, arrestato poi come spia dei sovietici Nel 1953 lasciò la sua cattedra a Edimburgo e tornò in Germania a passarvi gli ultimi anni n libro è, oltre che un documento della vita nelle facoltà di Germania e Gran Bretagna, la testimonianza di una importante rivoluzione scientifica (la nascita della meccanica quantistica e ondulatoria), nonché del crescere di un'altra rivoluzione, rozza e crudele, il nazismo, proprio frammezzo a un popolo tra i più civili e dotati. La sconfitta del 1918, la svalutazione, la rovina della classe borghese, l'infatuazione nazionalistica, l'antisemitismo, condussero alla catastrofe di vent'anni dopo. Born uscì quasi indenne da quella catastrofe, che travolse innumerevoli altri. Queste pagine di ricordi, scritte per i familiari sono completate da una nota del figlio Gustav. Didimo