Dalla parte delle ribelli

Dalla parte delle ribelli «Nasino», capolavoro brasiliano della letteratura infantile Dalla parte delle ribelli José B. Monteiro Lobato NASINO Traduzione di Giuliano Macchi illustrazioni di Isia Osuchowska Giunti-Marzocco Firenze 190 pagine, 7500 lire UNA bambina di sette anni. Lucia detta Nasino. Una bambola di pezza, Emilia. Una vecchietta con gli occhiali, nonna Benedetta. Una domestica nera, zia Anastasia. Un cuginetto. Pierino. Sono i protagonisti del capolavoro della letteratura brasiliana per bambini, Reinacoses de Narizinho di José B. Monteiro Lobato. Giuliano Macchi, docente di lingua e letteratura portoghese all'Università di Roma, 16 ha tradotto per la GiuntiMarzocco con il titolo di Nasino. Fedele ma non integrale la fatica di Macchi, e non solo perché la storia Nasino, in Brasile, continua per ben 17 volumi E solo primo libro, quello pubblicato dalla Giunti-Marzocco. • tocca nell'originale le 500 pagine. E traduttore ha dovuto tagliare più di un capitolo per portarlo a 190. «Un volume più grosso avrebbescoraggiato in partenza i nostri bambini» dice Macchi, che ha collaudato la sua traduzione con una seconda elementare, «tanto più che bisognava dare spazio alle illustrazioni per dei lettori così giovani». Le illustrazioni non sono quelle dell'interminabile serie televisiva che in Brasile va in onda ogni giorno, in un telefilm della Globo Tv che oramai si discosta dal libro di Monteiro Lobato e procede a ruota libera. Le ha fatte, per l'edizione italia- na, Isia Osuchowska. polacca trapiantata in Italia da anni. La traduzione di Macchi, tagli a parte, ricalca l'originale parola per parola, e ci restituisce lo stile asciutto e magico dello scrittore brasiliano. Nasino, in Brasile, uscì nel 1925 e subito guadagnò all'autore la fama di dissacratore e l'ostilità dei benpensanti. Non soltanto perché la piccola protagonista è un'orfana felicissima della sua condizione come sarà più tardi la svedese Pippi Calzelunghe. Anche perché nel racconto entra tutta la favolistica internazionale (i Grimm. Perrault, le Mille e una notte, la mitologia, i fumetti. Esopo. La Fontaine, il Peter Pan di Barriè eccetera; e-persino la storia dei libri di scuola. Tutto viene rivistato raddrizzando i torti e rimettendo in discussione le morali consacrate. Il matrimonio, ad esempio, ne esce assai male : Nasino sposa un diverso (il pesciolino Principe Squamadorò; ed Emilia s'unisce al maialino Rabico. Se non funziona c'è sempre il divorzio, per rimediare. Nonostante le recrimina- zioni degli adulti. Nasino fu subito un best-seller: la prima edizione in Brasile vendette 50.000 copie. I bambini impararono zoologia e botanica senza dover passare per la noia didattica del Minuzzolo nostrano, e se qualcuno non conosceva una favola, poco male. Monteiro Lobato presentava la vecchia versione prima d'intervenire, includendo nella sua storia un Paese delle Favole dove ogni fiaba ricomincia sempre da capo, ci si può assistere come al cinema o al teatro. La formica che lascia morire la cicala di fame e di freddo senza comprendere che anche il canto è un lavoro "iene punita a furia di portate in faccia. E il lupo di Fedro che prevarica sull'agnellino si prende una scarica di legnate. Predica Emilia, è meglio menar le mani piuttosto che piangere sulle proprie disgrazie. Perché anche Emilia, la bambola, impara a parlare, e senza parere insegna un po' di grammatica e di sintassi. La storia poi viene ripercorsa in modo stupefacente per quegli anni. La scoperta dell'America è raccontata dal Gatto Felix che l'ha appresa da una tradizione orale tramandata di gatto-padre in figlio-gatto. Egli indiani accolgono così il navigatore genovese: «questo è quel Cristoforo Colombo che si prenderà le nostre terre. Da oggi per noi incorninciano i guai! ». Monteiro Lobato non pensava certo che la sua gloria fosse affidata a questa parentesi leggera nella serie delle sue attività più impegnate. Incerto se fare lo scrittore o il giornalista (era nato nel 1882; iniziò con la meccanizzazione agricola dell'hazenda paterna. Troppo in anticipo sui tempi, fu un fallimento. Rilevò allora la «Rivista do Brazil» e si fece editore: inondò il Brasile con i suoi libri divulgando l'immagine del contadino sfruttato e abbrutito dall'inerzia. Non ci guadagnò niente ma diede inizio all'editoria in un paese che importava i testi dal Portogallo e dalla Spagna: oggi il Brasile, in xAmerica Latina, è all'avanguardia. Gli ultimi anni della vita li ha passati a diffondere i suoi libri, trentaquattro volumi di cui diciassette per bambini. Nella storia della letteratura figurò come un autore regionale. Niente di più universale invece della sua epopea in favola che insegna ai bambini a rimettere tutto in discussione in nome della giustizia, del rispetto per i diversi della libertà, dell'emancipazione femminile, che peraltro non nomina mai esplicitamente. Da noi tutto questo verrà di moda quasi mezzo secolo dopo, con Rodari e Munari, i libri «dalla parte delle bambine», l'animazione teatrale e il Sessantotto. Teresa Buongiorno ' ^7"oÀ ai