Tanta poesia per leggere i frantumi del mondo di Natalia Ginzburg

Tanta poesia per leggere i frantumi del mondo Escono da Guanda e da Einaudi due raccolte di nuovi poeti italiani Tanta poesia per leggere i frantumi del mondo . T-]*9 vero oggi ci sono più //1^ poeti che narratori». ^ dice Natalia Ginzburg. rimboccandosi il viso nel cappotto per difendersi dal freddo che in Val di Rhèmes. dove la Gimburg e i collaboratori della casa editrice Einaudi si riuniscono ogni anno per studiare i piani editoriali, tiene ancora lontani stambecchi e scoiattoli. «Perché? Perché il mondo che abbiamo davanti — continua la Ginzburg — è più possibile raccontarlo in poesia che in prosa. E' un mondo troppo frammentato, terremotato. Allora diventa possibile raccontarne solo un pezzetto, uno stato d'animo, dei barlumi. U romanzo è qualcosa di più complesso. Deve creare un mondo intiero. Per questo oggi ci sono più poeti che narratori. E sono migliori i poeti». E sulla nostra realtà quotidiana inquieta e lacerata l'occhio del poeta ha moltiplicato i suoi interventi, allargato il suo campo d'osservazione. Mai come in questi anni le iniziative intorno alla poesia si sono dilatate. Libri, riviste, festival, televisioni, giornali hanno scoperto che il venso è oggi un personaggio, interessa, fa notizia, trasmette dati e segnali che in altre creatività sembrano languire o avere più inciampi a manifestarsi. Mentre a Roma il Beat 12 di Benedetti e Carello, insieme a Cordelli. si prepara a lanciare, per la metà di luglio, il Secondo Festival Internazionale dei Poeti, a Milano e a Torino due case editrici, La Guanda e la Einaudi, presentano in questi giorni due libri, fra antologia e rivista, dedicati alla poesia. «Poesia Uno» si chiama il volume di Guanda. a cura di Maurizio Cucchi e Giovanni Raboni, «Nuovi poeti italiani», quello di Einaudi, firmato da un gruppo di lettura di sei persone: Emilio Faccioli, Franco Fortini, Paolo Fossati, Natalia Ginzburg, Camillo Pennati, Marco Vallora. Giovanni Raboni, nella civettuola sede della Guanda di via Manin, guarda la prima copia della neonata «Poesia Uno», carta e copertina come sempre molto curata, grafica semplice e preziosa. «Con "Poesia Uno" — dice Raboni — vogliamo continuare quel discorso che lega i poeti e la poesia italiana nel suo farsi e ripensarsi». Il volume è ditnso in quattro sezioni: «Nella prima — continua Raboni — accogliamo testi singoli o raccolte di poeti noti». E infatti in questo primo numero ci sono Giovanni Giudwi con i versi di Pascoli, Mario Luzi con Frammenti, Vittorio Sereni con La traversata di Milano, accanto ai nomi dei più giovani Giampiero Neri e Valentino Zeichen. «Nella seconda edizione — aggiunge Raboni — vorremmo riproporre un poeta del passato che sia poco noto o non pubblicato da tempo. Per quest'esordio abbiamo scelto i sonetti baròcchi di Giacomo Lubrano dedicati al Verme Setaiuolo. Nella terza sezione abbiamo ospitato, questa volta, un saggio di Giancarlo Pontiggia su Bertolucci. Ma il nucleo molto importante resterà sempre il quarto, quello dedicato ai poeti nuovi. . «D. collettivo è fondamentale perché il lavoro dei poeti nuovi non deve essere isolato, e d'altra parte non è isolabile, ma deve inserirsi nella cornice del progetto. Anche per un ripensamento delle tradizioni. Per questa quarta. sezione abbiamo scelto poeti di estrazione diverse, un panorama vario, individuato con i criteri della qualit-à. Non c'è una linea, ma un ventaglio largo. Non vuole essere "Poesia Uno", un pubblicazione di tendenza per i collettivi futuri si vedrà: potranno avere un filo comune o nessuno. Il criterio rimane la qualità e la rappresentatività». In questo primo numero i nomi del collettivo sono: Donato Aliprqndi, Alessandro Ceni, Marcò Ceriani, Silvana Colonna, Enzo Di Mauro, Pier Massimo Forni, Francesco Mainardi, Marco Mottolese, Fabio Muggiasca, Dario Villa. La prima apparizione in pubblico Poesia Uno la farà a Roma, giovedì 3 luglio alle 18,30 alla Galleria l'Attico (via del Paradiso 40) con una serie di letture e di interventi. Anche per i Nuovi poèti italiani della Einaudi non si parla di una linea, ma di «varietà»., «Ci siamo messi d'accordo — spiega Fortini — sulla scelta dei manoscritti arrivati in casa editrice. Abbiamo fatto una cernita rigorosa, ognuno di noi ha dato un parere sul singolo autore e sulla singola composizione. Certi canzonieri li abbiamo ridotti a un quarto, a un terzo». I nomi che propone l'Einaudi nella sua collana bianca di poesia sono sei: Giancarlo Albisola, Gianfranco Ciabatti, Nella Audisio, Anna Cascella, Gabriella Leto, Attilio Zanichelli; tutti (salvo Zanichelli che aveva pubblicato con Guanda nel 13, Giù fino al cielqJ sconosciuti o con rare apparizioni in rivista. «n criterio — aggiunge Fortini — era proprio quello di non scegliere una linea, ma va detto che fra noi, non c'è stato nessuno che abbia sostenuto un solo autore. Il risultato è quello di aver messo insieme sei voci diverse. Oggi, secondo me, non esiste una linea dominante, c'è invece una certa varietà. Ho l'ipressione che il sommovimento poetico di questi anni, l'ampia produzione che se n'è fatta abbia messo in moto strati imprevedibili. Leggendo molti manoscritti mi chiedo di alcuni, da quale Itaùa arrivino. Sono esperienze linguistiche al di fuori di una certa "scuola". In queste proposte di nomi e te- sti che abbiamo fatto per i "Nuovi poeti italiani", non sento tanto una eterogeneità, nei confronti per esempio di antologie come quella di Berardinelli e Cordelli o La parola innamorata, ma piuttosto una minor militanza letteraria, si avvertono meno i colori della scuderia». «Io credo che dal '74 ad oggi — spiega ancora Fortini — ci.sia stato un gran cambiamento nel far poesia. In questi versi si sente un desiderio di identità più che di partecipazione alla "società dei poeti". Ma gli spazi vanno chiudendosi, i manager che amministrano la poesia tendono a fare selezioni più rigorose e stabilire scuole. Sulla nuova rivista di Guanda, "Poesia Uno", ho visto che c'è Luzi,'Sereni. Giudici; è il tentativo di costruire una koiné che prima non c'era. Dopo l'anarchia ecco nascere "centri" ben riconoscibili e lotte strazianti. Noi vogliamo stare fuori dalla lotta, non abbiamo nessuna bandiera da tenere su, come succede specialmente a Roma, ma anche qui a Milano. Noi con la nostra proposta non vogliamo fare discorsi critici che tendono ad affrettarsi troppo a incappucciare o incoronare. Ci possiamo piuttosto proporre di pubblicare di qua a un anno un uguale o simile numero di autori nuovi e dare così continuità a questa indagine». Nico Orengo Un momento del Festival di Castelporziano Mario Luzi Il pianto sentito piangere Il pianto sentito piangere nella camera contigua di notte nello strampalato albergo poi dovunque dovunque nel buio danubiano e nel finimondo di colori di ogni possibile orizzonte dilagando oltre tutti i divisori delle epoche delle lingue sentito bene sentito forte nel suo forte rintocco di eptacordio e rimesso nel fodero di nebbia J del sonno e della non coscienza riposto nel buio nascondiglio del sapere non voluto sapere fino a quando? — J Mario Luzi (da. Frammenti) Meraviglia Quanta infelicità porta via un ragazzo bianco sull'acqua alla tua vita: Quanta passione carica nell'animo, la sua luce! Lo vedessi, come si solleva adagio dal fiume cui è amico. Rapida corre l'età che eri tu dentro quel viso. Un'ombra ormai è tornata come falco * e aspetta che tu ti distenda fino a che sarà la tua poca luce in lei, senza colore in tanta meraviglia! Attilio Zanichelli <da. Orsa Minore) Vieni Vieni la tua morte mi affanna rosicchiamo quello che resta con costanza di biada invernale chiusi i nidi in attesa staremo al tepore del buio nelle calde coperte vieni raccogliamo i vestiti alle tombe di marzo cresceranno viole Anna Cascella (da, Le voglie) J Sfogliando l'Amor NeU'imminenza del tramonto dell'Occidente non solo neiraldilà, perfino nei libri si ricercano giacimenti energetici anche spirituali, che ne ritardino il declino. Sfogliando un'antologia dell'Amor Cortese, aleggia nel canto dei poeti l'aria della passione combusta e circola per le pagine nei motivi di: incendio-fuoco fiamma-ardore bruciare-consumarsi divampare-estinguersi. Dovendo far fronte alla penuria di gasolio è da sperare che i brillanti ecologi non manchino il giacimento del significato quale fonte alternativa, sfruttabile col rilancio del sentimento amoroso combustibile pulito, di ottima resa che lascia soli residui mnemonici purché venga regolato dalla castità w valentino Zeichen (da, Ricambi) Se sprofondo Se sprofondo e annego cadendo nell'acqua di menta tu dici: mi spiace giurando e mentendo che anche tu non hai pace Anna Cascella (da. Le voglie) Giovanni Raboni

Luoghi citati: Milano, Roma, Torino