Galileo come Narciso di Osvaldo Guerrieri

Galileo come Narciso Una lettura dell'opera brechtiana in chiave sociologica Galileo come Narciso Rosa Giannetta Trevico «GALILEO» - IL CIELO NEGATO Tespi d'Ars, Milano 118 pagine, 5000 lire ASSOLVERE Galileo o condannarlo? Ogni lettore della brechtiana Vita di Galileo ha cercato una risposta a questo interrogativo morale. Galileo sembrava soprattutto il personaggio che misurava ir dissidio fra la ragione e l'oscurantismo, fra' la libertà della scienza e la repressione del potere. Ma Brecht, nelle varie e tormentate stesure di questo dramma, non voleva svi-, luppare e conciliare il problema morale: «Non si può essere frettolosi nel lodare o nel condannare Galileo», diceva. Gli premeva, piuttosto, rendere esplicito il carattere didattico dell'opera, tanto da dichiarare, riprendendo una frase di Walter Benjamin, che il vero protagonista del dramma non era lo scienziato ma il popolo. Infatti l'opera intendeva mostrare «come la società estorce ai suoi individui ciò di cui ha bisognò». Rosa Giannetta Trevico si è probabilmente ricordata di queste formulazioni quando ha pensato a questo saggio che, in effètti, muove dalle necessità programmatiche brechtiane e fornisce una lettura dell'opera in chiave sociologica. Con un pro¬ cedimento forse eccessivamente schematico, l'autrice individua nel Galileo tre livelli interpretativi: strutturale, sovrastrutturale, sottostrutturale. Eliminando l'arcigno tecnicismo, diciamo più semplicemente che la Giannetta colloca, in un primo tempo, la figura di Galileo nel suo mondo storico, facendo risaltare i conflitti fra l'arcaica mentalità feudale e gli impulsi vitalistici rinascimentali; in un secondo tempo illustra lo stacco ideologico fra i codici antichi e i moderni, fra la ragione scientifica e quella politica. Con le sue scoperte, Galileo dissolveva i valori cosmologici medievali, secondo i quali l'universo appariva perfettamente gerarchizzato e subordinato a un ordine superiore. La fisica galileiana sembrava prefigurare, agli occhi della Curia romana, il Caos supremo. Nella terza fase della sua esposizione, la «sottostrutturale», l'autrice tenta una suggestiva lettura della psicologia galileiana e vede nella figura di Narciso un corrispettivo mitico del desiderio di conoscenza che animò lo scienziato. Tiresia proibì al figlio Narciso di esplorare le proprie origini. «Narciso, invece — scrive la Giannetta — indaga oltre questa frontiera vietatagli dal padre, sia per conoscere la sua corporeità e natura, sia per guardare nell'abisso delle proprie origini. Anche la Chiesa ammonisce Galileo di non guardare oltre il conosciuto e, soprattutto, di non propagandare la scoperta dell'ignoto». E aggiunge: «Ma Galileo, come Narciso, non obbedisce al "consiglio" datogli dalla Curia. Di notte, come un ladro, si "specchia" nel firmamento cercando di conoscere V "origine" dfl moto dei pianeti e, quindi, l'origine del cosmo». Ci sembra un'intuizione felice; potrebbe aprire nuove linee interpretative su questo personaggio che non seppe pacificare neppure Brecht. Osvaldo Guerrieri

Persone citate: Brecht, Narciso Rosa Giannetta, Rosa Giannetta Trevico, Walter Benjamin

Luoghi citati: Ars, Milano, Trevico