Sua Santità non beve veleno di Masolino D'amico

Sua Santità non beve veleno In anteprima il pamphlet di Bruce Marshall sulla morte di Sua Santità non beve veleno Sfa uscendo in Italia, in «prima mondiale» «Un sicario per Giovanni Paolo» di Bruce Marshall (Longanesi, pagine 144, lire 6000) nella traduzione di Marisa Castino. Per gentile concessione dell'editore ne pubblichiamo alcune pagine. PARE che i dirigenti sovietici apprezzino molto le barzellette sul regime, e che anzi siano addirittura autori di qualcuna delle più pepate: lo stesso del resto si diceva dei gerarchi fascisti. E non c'è dubbio che le barzellette antisemite abbiano sempre molto divertito gli ebrei. Dei ca rabinieri non sappiamo. E nemmeno de cattolici inglesi, ai quali Bruce Marshall si rivolge ormai dà tanti decenni, con verve d variabile intensità. Anche in quel paese, dove i jokes antipapisti non hanno mai cessato di essere almeno moderatamente popolari, sembrerebbe vigere la regola secondo cui proprio i fedetissimi sono gli autori delle parodie più indovinate. Bruce Marshall è reduce da un exploit che dovrebbe averlo lasciato esausto, quella tetralogia sul futuro del Vaticano che si è conclusa nel 1976 con Peter the Second. Sotto questo papa (siamo nell'anno 2005), successore di papa Marx I, cui è sopravvissuta una vedova insignita del titolo di'Sua Sub-santità, truppe sovietiche giustiziano nel Colosseo i rei di insignificanti crimini sotto la fede, mentre si lotta per una formula segreta che consentirà di produrre energia sfruttando l'attività sessuale del clero olandese... e via dicendo, molto fantasiosamente. Come si vede anche da questi accenni sintetici, per l'elegante e un po' monomaniaco scrittore cattolico d'oltremanica dev'essere stato un riposo l'odierno pamphlet dove pochissimo è stato inventato, e la maggior parte dei nomi fatti appartengono alla recentissima storia del papato, quando non sono di persone tuttora in circolazione. In breve, la vicenda riguarda i tentativi operati da una organizzazione segreta di prelati disgustati dalle riforme operate con il Concilio Vaticano IL onde evitare che a successore di papa Montini venga eletto un pontefice di indole meno che ferocemente reazionaria. Il candidato ideale sarebbe il cardinal Siri, ma garantirsi la sua elezione significa eliminare almeno centonove cardinali che certamente voterebbero contro. Un membro della setta, padre Walter Ellington Dismore, inglese, funzionario presso la Sacra Rota, riceve l'incombenza di versare un veleno nei calici che le loro eminenze vuoteranno in occasione del pontifi-j cale ad apertura di conclave. Non ci riesce, e viene eletto a sorpresa Albino Luciani, ^. che ben presto comincia a preoccupare la setta con i suoi tentennamenti e con il suo sorriso (definito pericoloso come quello di Carter). Dismore si sente allora ordinare di avvelenare il papa. Fallisce anche qui, ma forse non del tutto. E' infatti probabile che Giovanni Paolo L al quale Dismore non ha somministrato il veleno, muoia in seguito a un infarto procuratogli dalla delusione provata quando ha appreso che Dismore, che aveva conosciuto e nel quale riponeva fiducia, è di carne debole. Infatti Dismore è stato sedotto da una bella contessa che lo circuisce sperando di ottenere l'annullamento del matrimonio... * ★ Dal nuovo conclave, che a somiglianza del precedente la setta non riesce a influenzare, emerge come sappiamo Giovanni Paolo IL II libro si conclude senza dirci se questi sarà l'uomo della restaurazione inviato , dallo Spirito Santo a esaudire i desideri della setta, o un altro agente dell'oscurantismo sgabellato per progresso. Grande, grandissima parte dell'ironia di Bruce Marshall, anche in questo libro affidata a uno stile che si richiama, sia pure alla lontana, ai grandi modelli di P.G Wodehouse e di Evelyn Waugh. è per iniziati, e non saremmo sorpresi di scoprire che le innumerevoli allusioni a piccoli punti del catechismo o della liturgia o simili vengono gustate maggiormente in terra d'Albione che da noi. dove i cattolici del tipo a cui Marshall si rivolge devono essere sempre più rari. E' una riserva non piccola, perché proprio nelle minuzie, nelle tenui manipolazioni eccetera è contenuta la principale sostanza del libro, assai trasandato per quanto riguarda struttura e trama, con personaggi dalla funzione non chiara, situazioni impostate e poi lasciate a mezzo (che dobbiamo fare della contessa e del suo annullamento?), conclusioni rimiate. Qualcosa, certo, arriverà anche ai meno esperti in materia, come il ritratto di papa Luciani, cui ha collaborato un abile e malignetto collage dei suoi scritti. Ma ripetiamolo, è un divertimento per addetti. Sarà curioso controllare quanti ne abbiamo ancora. Masolino d'Amico

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