C'è ancora un segreto su Mussolini di Sandra Bonsanti

C'è ancora un segreto su Mussolini Renzo De Felice preannuncia rivelazioni C'è ancora un segreto su Mussolini ROMA — «Quarant'anni di studi. Quarantanni di scoperte, di documenti nuovi, ignoti, o dati per dispersi: certo, momenti di storia e personaggi prima nell'ombra, ora si vedono in una prospettiva più ampia e profonda. In qualche caso, addirittura, il nostro giudizio è cambiato». Renzo De Felice, il più autorevole studioso di storia del fascismo continua a sottoporre ad un'analisi spietata tutto quello che era dato per scontato delle vicende italiane ed europee del ventennio. E quel momento decisivo che fu l'entrata in guerra dell'Italia. 10 giugno 1940, npn si sottrae ora alla sua ricerca. A Natale, uscirà,da Einaudi il quinto volume della sua biografia di Mussolini, Mussolini, il Duce - Lo Stato totalitario 1936-40. Sarà una nuova conferma del rinnovamento portato da quest'opera nella conoscenza del mondo contemporaneo. In questo momento, però, De Felice sta già lavorando al successivo volume, che sarà l'ultimo, e comprenderà gh anni di guerra; «Devo pur farlo morire, quest'uomo», spiega lo storico. Nel laboratorio dello studioso romàno c'è un segreto) che egh si accanisce a difendere contro la curiosità degh esperti e dei profani: l'imponente archivio di un vecchissimo santone del regime, da lui ritrovato e utilizzato, ricchissimo di nuovi e clamorosi elementi d'informazione e" di giudizio. «Non ho ancora finito di studiarle, quelle carte, e non voglio parlarne», dice De Felice. Tra gh esempi di come la storiografia sta cambiando il giudizio sulle fonti già a disposizione, lo studioso cita il Diario.di Ciano, che proprio in quésti giorni è stato ripubblicato da Rizzoli, curato da lui: «Quando fu conosciuto per la prima volta, cioè nell'immediato dopoguerra, fu per noi una fonte primaria, essenziale, una vera e propria bomba. Oggi, dobbiamo riconoscere che la sua importanza è dovuta soprattutto all'atmosfera che ci^restituisce, di quégli anni e di quei giorni di giugno del '40. Ma quanto alle singole notizie, adesso abbiamo alpra documentazione, più sostanziosa e precisa. Così come, per esempio, se oggi volessimo discutere la strategia di Hitler solo sulla base dei "Deutschen Me- moiren" di Hubatsch, rischieremmo di cadere nel ridicolo». Per non parlare di questioni tuttora molto attuali: Renzo De Felice pensa «a quel certo tipo di giudizio che si è affermato fin dai tempi di Yalta, su Roosevelt, Stalin e Churchill. Trentanni fa Roosevelt sembrò colui che imboccava la strada della pace, della distensione ante litteram. Churchill? Si disse che faceva il mercante perché non si fidava di Stalin. Oggi non si può dire che Sir Winston avesse ragione in assoluto, ma certo il giudizio è più sfumato, perché si vede chiara quale"fosse la politica di Stalin, e Roosevelt fa la figura un po' del pesce che abboccava all'amo, e Churchill di chi fiutava la situazione reale». Ma tornando all'entrata in guerra dell'Italia, le sorprese che De Felice ci prepara sono sostanziose. Tutto l'atteggiamento di Mussolini negli anni culminanti della crisi appare in una luce abbastanza nuova. In realtà, fino al momento in cui, con l'invasione della Francia si profilò la vittoria tedesca, il duce non voleva la guerra; il suo disegno era quello di far saltare uno dei capisaldi della politica di Hitler, l'alleanza russo-tedesca, e già a guerra mondiale iniziata cercò di mettere sull'avviso belgi e francesi, inf ormandoli della data dell'invasione tedesca. Il suo sogno era di provocare così una nuova Monaco, una specie di congresso di Vienna per risistemare il mondo su nuove basi. Aveva una sua fumosa teoria sull'Europa «del 2000». Decise l'entrata in guerra solo all'ultimo momento, sia per non restare fuori dalla spartizione delle spoglie, sia perché aveva paura che Hitler, dopo aver invaso la Francia, invadesse anche l'Italia. Aveva detto: «/ tedeschi sono amici difficili è infidi, ma sono nemici implacabili: io ho scelto di averli amici». Sandra Bonsanti

Luoghi citati: Europa, Francia, Italia, Monaco, Roma, Vienna, Yalta