Canto e recito poi magari leggo

Canto e recito poi magari leggo Le librerie dello spettacolo Canto e recito poi magari leggo MILANO — Lamentano che costa una gran fatica anche fisica che si rischia tutto senza guadagnare poi molto, giusto la sopravvivenza. Ma non tornerebbero indietro. I nemmeno quando alle spalle ' si sono lasciati un «altro» lavoro, una «altra» professione che magari rendevano anche bene. «E', un mestiere da giovani» — dice la elegante ragazza magra che a maggio ha aperto la «Libreria dello Spettacolo» di via Terraggio —«perché ci vuo| le entusiasmo; perché ci soI no anche pacchi, pesi; per\ché bisogna correre a ritirarsi le ordinazioni: i margini sono minimi e bisogna ri? sparmiare su tutto». A largo la Poppa i tre, che mandano avanti la «Libreria Utopia», due giovanotti e una ragazza minuta, dicono anche loro che «è un lavoro massacrante, dalla pulizia alle riparazioni, al magazzino, alle rese». E certe sere ci sono anche le conferenze-dibattiti da organizzare. Loro sono oramai al quarto anno di gestione ma ci sono ancora «molte-difficoltà», come dire che i quattrini mancano spesso. Sia in Terraggio che a la Foppa se la cavano perché fanno da soliJ«ho un'amica che mi aiuta»), perché sono «specializzati» su un settore, e così non debbono immobilizzare quel mucchio di capitale che è invece indispensabile per una libreria «normale», che deve avere di tutto negli scaffali («scegliamo con cura e se qualcosa ci invecchia, magari aumenta anche di valore»). Credono, insomma, in una scelta culturale che diventa anche una scelta commerciale. Tra modesto Ottocento e Liberty commerciale, via Terraggio curva da Magenta a Carducci. Ci sono rilegatori, un cine d'essai. C'è, alle spalle, un magazzino di dischi che pratica i prezzi più bassi di Milano. Così alla «Libreria dello Spettacolo, di Maria Cristina Tognielia arrivano «col loro sacchettino degh acquisti anche i quindicenni, Vestiti che perdono le robe da tutte le parti, a cercarsi il Ubro sui Beatles, le riviste che parlano di Coltrane o The Knack o Renato Zero». Ma in zòna Terraggio ci sono soprattutto l'Università Cattolica, la sala Azzurra del Piccolo, la sala per con- • ferenze delle Stelline. «£• una zona viva, un quartiere di giovani, mentre il centro storico è morto», dice Maria Cristina». Quartiere di giovani (Garibaldi-Moscova) anche a largo la Foppa. E i tre giovani libertari Fausta Bizzozzero. Luciano Lanza. Ettore Zoppele hanno i libri della loro «Libreria Utopia» negli stessi locali che nel '98 occupava il Caffé Aurora, famoso centro di rivoltosi e barricate (ci sono le vecchie foto del Luca Comerio). Loro propongono una specializzazione politica, tutto sull'anarchia ovviamente, libri riviste e giornali: anche se i tempi «politici» sembrano passati e i giovani clienti si interessano più di teatro e di cinema, di fantascienza e di narrativa. «Non hanno nessun interesse, ad esempio, per la storia del movimento operaio, per le lotte passate. E sull'oggi sono "conformisti di sinistra'*. Anche il lettore più evoluto oramai si lascia condizionare, dal settimanale più venduto. Sono politicizzati ad un livello molto diluito». «Se un giorno piove, ho un movimento normale — conferma la Togniella nella sua libreria teatrale — ma se piove tre giorni arrivano in molti di più: si annoiano e leggono. Ma vogliono tutti Kantor, ad esempio, o il regista di attualità. Se c'è in giro tensione politica: calo di interesse e di clienti». Cosa comperano allora alla «Utopia» i giovani 1980? Soprattutto narrativa: quella proposta dalla Adelphi. classici russi, i sudamericani che sono un poco calati. Niente «franchi narratori», proprio per niente. Poi vogliono «Spettacolo». Cinema: monografie su registi, storia dei films, tecniche. Teatro: le collane economiche Einaudi («il resto è troppo costoso»), libri sul mestiere di attore, storia della sce: na. Fantascienza: ma di quella utopica tipo Ursula Le Guin o Callenbach; vanno molto le edizioni Nord. Nodo comune tra «Libreria Utopia» e «Libreria dello Spettacolo» è il rammarico che gli editori italiani «fanno poco, stampano solo le cose più ovvie. Il lettore giovane è uno che va diritto al suo scaffale: ma ci trova sempre le stesse cose, per mesi. E nessuna o pochissime invenzioni». Il nuovo lettore è dunque anche lui «specializzato». Vorrebbe tutte le monografie sui musicisti, attori, registi e mestieri che preferisce o dei quali sta parlando, le storie generali pm aggiornate. «Cosi, si lavora sui due, tre medi editori erte scoprono qualche cosa, sulle poche collane economiche specializzate. Oppure su vecchie riviste, su vecchi fonai di magazzino o di biblioteche vendute da privati, su piccolissimi editori di provincia: Assisi, Brindisi, Palermo». «Non c'è abbastanza materiale, in Italia. La nuova clientela comincia adesso, ea è gente più preparata aue "specializzazioni" di quanto non si pensi». Claudio Savonuzzi

Luoghi citati: Assisi, Brindisi, Italia, Magenta, Milano, Palermo