Se sogni un serpente poi scopri il benzolo ?

Se sogni un serpente poi scopri il benzolo ? Modelli mentali e processi fisici, con qualche obiezione Se sogni un serpente poi scopri il benzolo ? Mary B. Hesse MODELLI E ANALOGIE NELLA SCIENZA Feltrinelli, Milano 205 pagine, 10.000 lire QUESTO è un libro difficile, ed è scritto difficile. E' per specialisti e, a rigore, non avrei dovuto recensirlo affatto per un settimanale come Tuttolibri. Gli specialisti, interessati alla storia e alla filosofia della scienza, non hanno certo bisogno della mia modesta recensione. Piuttosto possono leggere l'ottima introduzione scritta da Cristina Bicchieri al libro della Hesse: è più di una recensione e serve come guida al libro anche perché Cristina Bicchieri scrive molto più leggibilmente della Hesse. A che serve, allora, questa mia recensione? Spero serva a far sapere che nella filosofia della scienza vengono trattati anche problemi inaspettati e stimolanti per il profano — come quelli dei modelli mentali e dei modelli meccanici dell'uso delle analogie e perfino delle metafore. Ho già detto che il libro è difficile: però il profano potrà anche awicinarvisi con precauzione, se tiene conto di alcune avvertenze. Dopo l'introduzione della Bicchieri — che magari andrà letta una prima volta rassegnandosi a intuire solo certe cose e una seconda volta più attentamente — potrà leggere il primo capitolo. E' un dialogo sulla funzione dei modelli per immaginare e rappresentare la realtà fisica e come aiuto a sviluppare teorie nuove. Se già uno trova troppo faticosa la lettura del primo capitolo, sarà difficile che si possa accostare al resto del volume. Grosso modo, infatti, il testo diventa sempre più difficile dal principio alla fine. E' difficile il capitolo sulla funzione esplicativa delle metafore. Poi per seguire il capitolo sulla definizione delle ana¬ logie, bisogna conoscere almeno qualche rudimento di logica matematica. L'ultimo capitolo «Modelli contro paradigmi nelle scienze naturali» l'ho trovato praticamente illeggibile. Non è che i concetti siano tanto astrusi: è che proprio la prosa è troppo aspra e rocciosa. Verrebbe voglia di chiedere a Cristina Bicchieri di riscrivere tutto il libro Infine ardisco presentare qualche obiezione. Obietto a che non si nomini Pareto, quando si parla di teorie quantitative nel campo delle scienze sociali. Obietto ai giochetti verbali di Tarski come: «La neve è bianca se e solo se la neve è bianca». Mi ricordano un paradosso cinese, che non capii mai quando mio padre me lo proponeva: «Un cavallo nero è un cavallo? No, perché è un cavallo nero». Io ho divisato un certo numero di modelli di circùiti elettronici e di sistemi fisici. Qualche anno fa, ad esempio, sono riuscito a produrre un'adeguata descrizione dell'effetto Hilsch (è l'effetto che si produce quando un flusso supersonico di gas'entra tangenzialmente in un cilindro e, quindi, può essere separato in una corrente calda e in una corrente fredda). Le formule che usai erano tutte già note. Però, per scegliere quelle giuste, dovetti prima formulare un modello, mentale, del flusso di gas nel cilindro, altrimenti non sarei riuscito a risolvere il problema. Nel dialogo del primo capitolo c'è un riferimento quasi scherzoso al sogno di un serpente che si morde la coda, che fece — a quanto sembra — Kekulé la notte prima di definire la struttura esagonale del benzene. L'analogia fra un serpente e un anello benzenico è molto rozza: non si può parlare certo di modello. Credo però che andrebbe dedicato uno sforzo maggiore (senza scartare l'introspezione) ad analizzare i modelli mentali di processi fisici: sono verbalizzabili e sarebbero istruttivi _ . . „ Roberto Vacca _ . . „ Roberto Vacca

Persone citate: Cristina Bicchieri, Hesse, Roberto Vacca

Luoghi citati: Milano