Ma il drago non dice tutto di Enzo Ferrari

Ma il drago non dice tutto Enzo Ferrari secondo Biagi Ma il drago non dice tutto Enzo Biagi FERRARI Rizzoli, Milano pagine 172, lire 6500 i L nuovo libro di Biagi ha come sottotitolo: «La confessione-ricordo di un uomo che ha vìnto tutto tranne la vita». Ma arrivato all'ultima pagina (e vi si arriva in fretta, perché è uno di quei libri che si divorano) uno si chiede: ma che cosa ha confessato Ferrari? Misterioso era prima e misterioso resta dopo la lunga «confessione». Biagi è maestro dell'intervista. Con lui i personaggi si tolgono la maschera e gli rispondono buoni buoni, come se li avesse trattati col' pentotal, qualche siero delle ve- rita. Nessuno gli sfugge, con Biagi tutti parlano e confessano. Qui parla, e molto, anche il grande vecchio di Maranello, ma confessa quello che gli piace dire. Esce bene da ogni trappola. Certamente non è insincero, ma è sempre cauto. «Se misura le frasi, lo fa perché ha imparato che le parole hanno un peso», osserva Biagi Enzo Ferrari accetta l'intervista (la più lunga che abbia mai concesso) forse per il gusto della schermaglia, per essere anche questa vòlta il padrone della situazione, di dominarla lui l'intervista. Ma si sa che è un dominatore. Per tracciare un ritratto di Ferrari il più fedele nei pregi e nei difetti, Biagi intervista operai e tecnici di Maranello, piloti (Villoresi, Lauda, Fangio, Moss, Surtees) e le donne dei box. Tutti parlano di Ferrari con molta schiettezza: una indiscussa ammirazione per il «mago», ma poco affetto per l'uomo «che non sa dire grazie». Dice Villoresi: «Non ha mai avuto riconoscenza per nessuno, perché pensava che il corridore gli doveva tutto. Ma pretendeva in càmbio la dedizione assoluta. Solo per Ascari, forse, ha sentito affetto, perché era stato amico del suo papà. Per gli altri si trattava di convenienza: vinci e va bene, perdi e cambiamo. Forse è l'inesorabile e crudele logica di uno che vuole imporsi». Dice Stirling Moss: «Ferrari ha un cuore, ha delle attenzioni per le macchine, non le ha però per gli uomini. Credo che le vetture per lui significhino più dei piloti e questo, secondo ine, è un suo punto debole». Fiamma Breschi, la donna di Luigi Musso morto pilotando una Ferrari: «E* un mostro, ne nasce uno ogni mille generazioni, è troppo al di sopra di tutto, come si fa a non invidiarlo? E' duro, ma anche con se stesso».. Dai colloqui di Biagi con Ferrari e con i piloti viene fuori anche il mondo delle corse, visto dietro le quinte, nei suoi segreti, n mondo affascinante dei corridori d'automobile è generalmente terreno di retorica e di pura cronaca sportiva. Biagi non si sofferma su questo terreno; la sua curiosità lo porta altrove, domandando: Perché uno si mette a correre in automobile? Che cosa si prova quando si vede un compagno morire? Che cos'è il coraggio? Che cos'è la paura? E tante altre domande come queste, alla quale i piloti non sfuggono, per la prima volta si confessano. Luciano Curino.

Luoghi citati: Maranello, Milano