Storie di candore e malizia di Giovanni Arpino

Storie di candore e malizia Caratteri e panorami piemontesi nei racconti della Malvano Storie di candore e malizia Paola Malvano VAL D'OLTRA E NUOVI RACCONTI Grafiche Alfa, Torino, pagine 167, lire 6000. LA scoprì e la ««rivelò» con una prima presentazione Augusto Monti. La ripresenta oggi Massimo Mila, che fu suo compagno di scuola. Scrisse di lei, in un importante inedito, Giacomo Debenedetti La carta d'identità di Paola Malvano è dunque tra le più nobili e nette, le pagine di questo libro donano al lettore gli incanti di esistenze ed ambienti che nel filone letterario piemontese (mai provinciale, sia chiaro) rampollano vividamente, profumano — oggi lo si può dire — di storia e non solamente di testimonianze casuali Un racconto lungo scritto e pubblicato nel '30, altri racconti, più brevi, che raccolgono le memorie dell'autrice fino al '70: un arco vasto ma che non si misura sull'altalena degli anni, si dipana invece nel segreto di sensazioni apparentemente minime, e forse fatali. Nella presentazione Massimo Mila, con un lampo intuitivo d'eccezione, parla di «golosa saggezza» applicata ad una materia umile e trascu¬ rata e che invece il «memorialismo piemontese» (dalla Ginzburg alla Romano) allinea su piani alti di dignità letteraria, l'identica identità della Malvano. Giacomo Debenedetti scriveva, anni hi: «Una maestria spensierata e cosciente mi pare'il donò tipico di "Val d'Oltra"... Direi che, dalla scrittura, dall'invenzione del fondo e delle circostanze e dei caratteri, tutto rivela una singolare alleanza dell'innocenza con la malizia, per cui l'innocenza appare sempre saputa e ricca di doppi fondi, mentre anche i tratti maliziosi si scoccano con una sorta di candore, che del candore ha la sorpresa e la fragranza ». Un elogio «datato» ma validissimo, pregnante. Se si volesse azzardare un'interpretazione ammiccante, potremmo aggiungere: i personaggi e gli accadimenti di Paola Malvano si stagliano entro la cornice di quei «panorami» che Filippo Burzio ha descritto nelle sue migliori pagine di studi piemontesi Con una durezza e solidità estrema di carattere nel «morbido» dei luoghi, con una lievità di accenti che non sotterrano, non emarginano il crudo del vivere, e la necessaria pietà, il composto sorriso. . J Giovanni Arpino

Luoghi citati: Torino